Storie di coronavirus / E’ a Lisbona, sulla strada di casa, Maria Grazia, infermiera volontaria in una missione della Guinea Bissau

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Maria Grazia Costanzo è riuscita a uscire dlla Guinea Bissau ed è arrivata a Lisbona; l’incubo, per lei, la sua famiglia, gli amici, il mondo del volontariato e tutti quanti hanno condiviso la sua vicenda e gli appelli lanciati, sta per finire.

L’infermiera professionale del Policlinico di Catania, quando è esplosa l’epidemia di coronavirus in Italia era in ferie, non in una località turistica ma nell’Africa delle missioni, dove ancora la presenza dei volontari e gli aiuti internazionali di ogni genere sono necessari. Era in Guinea Bissau, da dove da sedici giorni cercava di rientrare in Italia e non ci riusciva. La volontaria parte da Aci Sant’Antonio l’11 febbraio e sarebbe dovuta tornare dopo il mese di ferie, che da diversi anni “spende” nella missione francescana di Cumura, dove si occupa del “reparto” materno-infantile. L’11 marzo scorso si reca nell’aeroporto della capitale, accompagnata dal vescovo. Ma proprio quel giorno la compagnia portoghese Tap, che collega la Guinea con l’Europa, sospende i voli.

Maria Grazia Costanzo nella missione francescana di Cumura

Mentre si registrano i primi contagi anche in Africa, e in Guinea in particolare, Maria Grazia cerca qualsiasi possibilità per lasciare il Paese. Tenta di partire con altri volontari, tutti portoghesi, per i quali l’ambasciata del loro Paese organizza un volo apposito. Ma sull’aereo, due giorni fa, non la fanno salire perché nella lista ufficiale compilata dall’Ambasciata di Lisbona non figura.

Su Facebook lancia un forte appello la cugina Stefania Santamaria, che descrive i vari passaggi fatti dalla cugina infermiera per cercare di uscire dal Paese: “Maria Grazia si rivolge al Console Onorario, vengono contattati il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Presidenza della Regione Siciliana, il Dipartimento Protezione Civile, il sindaco del Comune di Aci Sant’Antonio. Neppure un cenno, una mail per dire che il tuo Paese ti è vicino e farà il possibile. Nulla”.  Commenta, con amarezza: “I notiziari si occupano di chi è partito durante l’epidemia per andare in crociera, ma non di un’infermiera che, nel silenzio, dà una mano a chi ne ha bisogno” E , dal proprio profilo Fb, Stefania Santamaria lancia un accorato appello: “Vi prego di condividere più possibile questo mio sfogo, affinché Maria Grazia possa tornare presto a casa”.

Maria Grazia con un’amica indigena

L’unica risposta ottenuta, peraltro subito, viene fornita dal Console italiano, che le rilascia una attestazione ufficiale in cui dichiara che l’infermiera non è rientrata in Italia perché impossibilità per assenza di collegamenti di trasporto. Una magra consolazione per la volontaria.

Stamattina è ancora la cugina Stefania Santamaria che, sempre su Fb, comunica la bella notizia dell’atterraggio di Maria Grazia a Lisbona. Premettendo il semplice commento “era necessario, indispensabile”, riferito all’appello lanciato sul social e alle oltre 2000 condivisioni. Per tutta questa solidarietà Stefania ringrazia e aggiunge: “Di chi sia il merito non lo so e, francamente, mi interessa poco”. E conclude: “Non è ancora a casa, Maria Grazia, ma sono certa che ormai non verrà dimenticata”.

L. V.

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