Il problema dell’inclusione sociale per i giovani migranti è urgente ed esige dalla comunità cittadina attenzione e promozione di iniziative adeguate. Teniamo presente che, secondo i dati Unicef 2013, nel mondo bambini e ragazzi non scolarizzati raggiungono cifre sbalorditive, 124 milioni, che, magari oggi, dopo tre anni, saranno aumentati.
Ad Acireale parecchi sono i ragazzi neri che circolano liberamente, più di cento, migranti provenienti da zone di guerra, ma il diciottenne Buba Demba proviene da una terra non dilaniata dalla violenza, dal Senegal, tuttavia lì la sua intelligenza era a rischio, perché la sua mano non aveva mai toccato una penna, aveva solo lavorato molto. Il suo sogno era il sapere, conoscere altre lingue, partire dalla sua terra e tentare l’avventura, sfidando anche la sorte d’attraversare il Mediterraneo, e diventare uomo libero in Italia.
In un palazzo del centro storico cittadino, c’è un appartamento con un gruppo di ragazzi neri migranti, sostenuti dall’apposita cooperativa “Il Nodo”: ogni giorno ricevono il “pacco” con i pasti preparati da un ristoratore convenzionato.
A Buba Demba ho chiesto di parlare della sua storia: non è stata un’impresa facile, a causa del suo italiano stentato e soprattutto della sua voglia di rimanere anonimo.
– Quando sei giunto ad Acireale?
“Da un mese, ma già da otto mesi mi trovavo in Sicilia”.
– Come sei venuto in Sicilia, da dove sei partito? Quanto hai pagato?
“ Sono venuto con il gommone, partito dalla Libia, da Tripoli, e sono sbarcato nel porto di Catania.Ho pagato molti ‘solfa’, moneta del mio Paese.”
– Hai corso pericoli nel viaggio? Perché sei venuto così giovane?
“Sul gommone tutto è andato bene. Mi sono deciso a venire in Italia, per lavorare che a me piace molto e per studiare l’italiano, perché è importante”.
– Hai studiato regolarmente nel tuo Paese?
“No, non ho studiato mai, non ho frequentato alcuna scuola; lì ho solo lavorato.”
– Qui in Sicilia stai frequentando la scuola?
“ Sì, frequento la scuola in Acireale e studio molto.”
– Ti piace la scuola?
“ Sì, mi piace molto, per me è importante.”
Al simpatico Buba Demba abbiamo offerto un caffé e gli abbiamo augurato buona fortuna.
Anna Bella