Scatta in Sicilia, ma proiettato fuori di essa, un progetto quanto mai ambizioso e avveniristico che, già nel titolo, la dice lunga su quanto si voglia andare lontano. E’ una campagna di comunicazione, che può definirsi strategica, per la valorizzazione delle produzioni agrumicole locali Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta).
L’iniziativa è del “Distretto produttivo agrumi di Sicilia, presieduto da Federica Argentati, con il sostegno dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea.
“Immaginata come un’isola magica – si sottolinea in un comunicato dell’ufficio stampa del Distretto – la Sicilia, diventa nella nuova campagna di comunicazione web nazionale. Un luogo fantastico e immaginifico, in cui ogni elemento della terra racchiude una forza creatrice che genera altra bellezza”.
I prodotti protagonisti sono le arance e i limoni di Sicilia certificati di qualità che fanno parte del Distretto. Cioè le 4 Igp, quindi, accompagnati da descrizioni poetiche e fantastiche.
Descrizioni che sono queste, come si evidenzia nel comunicato stampa: il “Limone Interdonato”, tanto succoso da riempirci il mare; il “Limone dell’Etna”, le cui fragranze risvegliano la natura; l’”Arancia Rossa di Sicilia”, piena di energia e incandescente come la lava; il “Limone di Siracusa”, così intriso di storia e tradizione; e, infine, una Dop, l’”Arancia di Ribera” dolce e amabile come un’alba sul mare.
Gli agrumi di Sicilia valorizzati da un video
Si tratta di eccellenze che sono espressioni genuine del territorio, del quale diventano esse stesse essenza, raccontate in meno di 50 secondi in un video (https://www.youtube.com/watch?v=N7xI3aLTZAo), video “che ne scardina gli elementi fino a farne nuove ambientazioni, in un gioco fra immagini reali ed integrazioni grafiche in 3D, con plastici e miniature, realizzati anche attraverso la tecnica landscape.
Questa operazione di comunicazione artistica produce come risultato una sorta di trasposizione di micro-mondi che compaiono e scompaiono come parti di una scenografia ben curata. Ecco, allora, che la creatività degli autori produce “il Vulcano Etna che ridisegna così la sua sagoma e si trasforma in una montagna di arance, da cui sgorga come fontane incandescenti, non più magma ma succo delle Rosse di Sicilia”.
Ancora, ecco il “mare che si trasforma in una immensa laguna di limoni. O i robusti tronchi di alberi che svettano sulle colonne doriche, quasi a volersi contendere la scena”.
A ragione, quindi, la Sicilia viene definita “magica”. “Dunque, popolata da uomini e donne che da millenni lavorano la terra e ne riconoscono tanto il profumo quanto il segreto di fecondità”.
A proposito, la presidente Federica Argentati, afferma che “l’aspetto della professionalità e del Know How delle produzioni ha bisogno di essere trasmesso meglio ai mercati e ai consumatori”.
Si promuovono le arance….
Mentre, riguardo al video rivela: “Immergeremo il consumatore in questo meraviglioso mondo delle produzioni Dop e Igp. E lo faremo attraverso immagini che lasciano su un piano sospeso realtà e sogno”.
“La campagna di comunicazione innovativa e trasversale, dunque – si legge nella nota stampa – dedicata all’Arancia di Ribera DOP (https://aranciadiriberadop.it ) con le sue varietà di Brasiliano, Washington Navel e Navelina, la cui zona di produzione comprende 13 comuni della provincia di Agrigento, riconoscibile per il caratteristico ombelico interno, la buccia uniforme, così come la sua polpa senza semi”.
Altro prodotto oggetto della campagna promozionale è “l’Arancia Rossa di Sicilia IGP (https://www.tutelaaranciarossa.it/) con le sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello coltivate in un vasto territorio che comprende 32 Comuni tra le province di Catania, Enna e Siracusa, che si contraddistingue per una caratteristica unica al mondo, i pigmenti rossi, dovuti alla presenza di antocianine che si sviluppano grazie all’escursione termica tra giorno e notte favorita dalla presenza del vulcano Etna”.
…e i limoni
Gli altri tre prodotti oggetto della campagna sono il “Limone di Siracusa Igp (https://www.limonedisiracusa.com/) cultivar Femminello prodotto nelle tipologie Primofiore e Bianchetto, in 10 Comuni della provincia di Siracusa; il Limone Interdonato Messina Igp, cultivar Interdonato, che cresce in tutta la parte ionica della provincia messinese fino a Giardini Naxos; infine, il Limone dell’Etna Igp, cultivar Femminello, che estende la sua produzione lungo la fascia ionico-etnea nella provincia di Catania, su terreni principalmente di origine vulcanica.
La presidente Argentati tiene a sottolineare come “Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è uno strumento di programmazione territoriale che si prefigge diversi obiettivi. E, nell’ambito di questo specifico progetto, abbiamo puntato sulla capacità di fare rete tra i consorzi di tutela. In un gioco di squadra che esalta il valore complessivo dell’agrumicoltura siciliana. E ottiene anche di allungare per l’intero anno il calendario dell’offerta di agrumi di Sicilia”.
I nostri agrumi devono competere con i mercati dei Paesi del Mediterraneo
La produzione di agrumi che allunghi la propria stagione e, comunque, assicuri sempre prodotto fresco sul mercato è una idea strategica. Oggi – si osserva nella nota stampa -, le produzioni di Naveline si raccolgono fino a febbraio. Ma sembrano lasciare il testimone ai limoni Bianchetti di Siracusa che si raccolgono fino ad aprile. Mentre le arance bionde di Ribera, il Brasiliano soprattutto, corre insieme al rosso Tarocco fino a maggio. Per ritrovare a giugno i limoni verdelli, mentre il femminello si raccoglie praticamente sempre.
Infine, la presidente Federica Argentati rileva che “è vero che la Sicilia resta la regione più Agrumetata d’Italia. Ma è altrettanto vero che non siamo gli unici produttori di agrumi”. E ricorda come oggi il settore deve competere con nuovi mercati dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E che piano piano hanno alzato il livello di specializzazione.
L’ultimo aspetto importante, nella vision della presidente Argentati, è da lei stessa racchiuso nel concetto semplice dell’”etica di comunità”. In base ad esso ciascuno per le proprie competenze e con il proprio lavoro può davvero contribuire alla crescita del territorio.
Maria Pia Risa