Street art / L’arte di strada in Sicilia

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La sicilia è contraddistinta dai numerosi colori presenti sui tanti murales dell’arte di strada disseminati un po’ ovunque. Sebbene presentino caratteristiche ed obiettivi ben diversi, queste opere sono tutte capaci di regalare una buona dose di meraviglia.

Street art / L’arte di strada a Palermo

I quartieri più importanti per la Street art sono Albergheria-Ballarò, Vucciria e Kalsa. La scintilla che ha acceso il fuoco della street artist a Palermo è partita da un’idea di Igor Scalisi Palminteri che, insieme ad altri artisti locali, ha “colorato” con murales questo quartiere popolare e spesso emarginato. Il murale più conosciuto e quello del campetto noto come “Campo di bocce” nel cuore del mercato storico di Ballarò. Qui sorge il murale di San Benedetto il Moro, con la raffigurazione del frate nero. Oggi un simbolo di integrazione razziale: bambini bianchi e neri del quartiere giocano a calcio sotto lo sguardo del santo.

Tantissimi sono i murales realizzati sulle facciate di palazzine popolari del quartiere Kalsa. Le tematiche di questi murales sono l’accoglienza e l’integrazione. Le opere sono il “Il Trionfo della morte” che simboleggia l’uguaglianza nella morte. Federico II bambino col suo drago a dondolo accoglieva arti, religioni e culture. Il quartiere la Vucciria non è solo famoso per il suo mercato, ma è stato trasformato in un luogo interessante da esplorare. Di particolare interesse sono alcuni pilastri presenti in piazza Caracciolo: qui, tra i banconi del pesce, potrete notare opere di street art raffiguranti Padre Pio, il padrino e attori di Hollywood.

Street art / l’arte di strada a Catania

La street art siciliana è in ogni dove a Catania: artisti di fama nazionale e internazionale popolano i muri, le porte, le finestre della nostra città. Il fermento artistico è visibile, tangibile, attrae la curiosità di un numero crescente di turisti e cittadini. Uno dei luoghi più noti è il San Berillo District, un ex quartiere a luci rosse e oggi spazio riqualificato che, ogni giorno si arricchisce di arte e di nuove ispirazioni street. Grazie all’iniziativa di ‘‘Trame di Quartiere”, che  propone la rigenerazione urbana a partire da arte, cultura, creatività. E anche a Res Publica Temporanea, ha dato il via al progetto Red Line Distreet.

Il murales verticale più grande del mondo è ‘‘i silos”: si trova nei muri del quartiere San Berillo, a Catania. Alto come un palazzo di dieci piani e largo come un campo da calcio. Dipinto dall’artista portoghese Alexandre Farto, l’opera/ritratto vuole celebrare l’incontro tra le culture che nel corso dei secoli hanno definito l’identità siciliana. L’autore ha scelto di rappresentare lo sguardo di un uomo che guarda ai Paesi del Mediterraneo.

street art silos
street art silos

L’occhio blu, a Librino, nella periferia di Catania, rappresenta l’Etna in eruzione: per circa 30 metri, s’impone su una palazzina di viale Moncada. L’artista Blu ha realizzato il suo murales di denuncia, auspicando una fine atroce e una rinascita rigogliosa. La natura feroce e devastante del magma vulcanico ha una forza capace di distruggere tutto e di azzerare tutto. Compresa la mafia, la droga, le armi, il male. Si spera così che il “magma matrigno” si trasformi in “montagna madre”, in un gioco di ruoli che consenta una reale rinascita per questo quartiere e per la città di Catania.

Street art / L’arte di strada a Ragusa

Ragusa, perla del tardo barocco siciliano, è diventata anche città della street art grazie a FestiWall, manifestazione che dal 2015 colora le mura delle periferie di Ragusa Superiore. E’ diventata uno dei dieci eventi dedicati all’arte urbana più importanti d’Italia. Alcune delle opere di FestiWall sono per esempio ”The gardener’‘ che rappresenta un enorme giardiniere che pota aranci accanto ad un’altra tipica pianta siciliana. ”Immobile”, in cui Agostino Iacurci si ispira ai terremoti che hanno scosso il Paese. Il primo riferimento è al sisma del 1693 che distrusse Ragusa e il val di Noto ma si pensa anche all’oggi e al terremoto che ha colpito Amatrice e il centro Italia pochi giorni prima che l’opera venisse creata.

”A free woman” fatto da Hyuro, rappresenta figure femminili: l’artista ha dedicato la sua opera a Maria Occhipinti, anarchica, scrittrice e leader del movimento antimilitarista ‘‘Non si parte!”. Pixel Pancho è considerato invece uno dei più importanti artisti della scena. Famose, è molto quotate, le sue opere e i grandi murales dove riporta la sua personale visione della relazione tra il mondo meccanico e quello umano. A Ragusa ha ritratto dei raccoglitori di arance robotici in cui freddi ingranaggi e viti dialogano con scene molto familiari.

I murales di Millo, quasi sempre in bianco e nero, dialogano con l’architettura circostante che ritroviamo dipinta nelle sue dettagliate opere. Il murales Fishing Dream, firmato da Natalia Rak, è invece realizzato con colori brillanti: enormi ritratti ed atmosfere sognanti si ritrovano nelle opere di Natalia Rak. Anche a Ragusa i tratti dell’artista polacca sono ben riconoscibili. La grande parete di via Archimede è diventata una tela dove fissare un dolce scorcio d’infanzia: un bambino a cavallo di uno spicchio luna pesca i suoi sogni.

Clara Privato

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