Sulla strada della Quaresima – 15 / Mercoledi 19 marzo, sperare è credere

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angelo appare in sogno a san Giuseppe

Dal Vangelo secondo Matteo (1, 16.18-21.24)

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

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Sulla strada della Quaresima – 15 / Mercoledi 19 marzo: sperare è credere

Nell’itinerario quaresimale la figura di Giuseppe si erge a modello, come uomo giusto e di fede, che aderisce al piano della salvezza, con una obbedienza radicale. “A Dio che rivela è dovuta ‘l’obbedienza della fede’(Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2 Cor 10,5-6), con la quale l’uomo gli si abbandona tutt’intero e liberamente prestandogli ‘il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà‘  e assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli fa.” (Costituzione dogmatica Dei Verbum, del concilio ecumenico vaticano II, n. 5).

In San Giuseppe, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!” (Papa Francesco, omelia, 19.3.2013).

angelo appare in sogno a san Giuseppe

Quaresima / Sperare è credere

Giuseppe, forse, ha dovuto rinunciare ai suoi sogni, alle sue attese a quanto aveva progettato per sé. Ma ha realizzato il sogno di Dio e prontamente è diventato “custos” di quella singolare famiglia, immagine della Chiesa. Realizzare il sogno di Dio è quanto di più bello possa capacitarci di fare, perché Dio su ciascuno ha sogni di felicità. Rinunciarci – come il giovane ricco del vangelo (Mt 19,16-22) – genera invece tristezza e insoddisfazione. Il falegname di Nazareth, invece, nel silenzio porta avanti la sua altissime e singolare vocazione. Ha sperato nella verità della promessa, perché ha creduto.

“Come Dio ha detto al nostro Santo: ‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere’ (Mt 1,20), sembra ripetere anche a noi: ‘Non abbiate paura!’. Occorre deporre la rabbia e la delusione e fare spazio, senza alcuna rassegnazione mondana ma con fortezza piena di speranza, a ciò che non abbiamo scelto eppure esiste. Accogliere così la vita ci introduce a un significato nascosto. La vita di ciascuno di noi può ripartire miracolosamente, se troviamo il coraggio di viverla secondo ciò che ci indica il Vangelo. E non importa se ormai tutto sembra aver preso una piega sbagliata e se alcune cose ormai sono irreversibili. Dio può far germogliare fiori tra le rocce. Anche se il nostro cuore ci rimprovera qualcosa, Egli ‘è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1 Gv 3,20)” (Papa Francesco, Lettera apostolica, Patris corde, n.4).
La nostra speranza è essere felici. Possiamo conseguire queta felicità solo realizzando il sogno di Dio. San Giuseppe ci aiuti nel rispondere prontamente a quanto ci viene richiesto.

Don Roberto Strano