Sulla strada della Quaresima – 7 / Martedi 11 marzo. La preghiera, alimento della speranza

0
20

Dal vangelo secondo Matteo (6,7-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi, infatti, perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

***************

Nella quarta di copertina del libro “Il cammino della preghiera”, edito dal Movimento contemplativo P. De Foucauld di Cuneo, leggiamo:
“Noi crediamo: che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera.
Noi crediamo: che Gesù Cristo, dandoci il “Padre nostro”, ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
Noi crediamo: che la preghiera non ha bisogno di tante parole, perché l’amore si esprime, soprattutto nei fatti.
Noi crediamo: che si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando. Ma il silenzio è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama.
Noi crediamo: che non sapremo mai pesare la validità della nostra preghiera, ma sentiamo di pregare se cresciamo nell’amore, se cresciamo nel distacco dal male, se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.
Noi crediamo: che impara a pregare soprattutto chi impara a tacere davanti a Dio.
Noi crediamo: che impara a pregare soprattutto chi impara a resistere al silenzio di Dio.
Noi crediamo: che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera.
Noi crediamo: che chi impara a pregare impara a vivere.

Gesù si fa maestro di preghiera

Oggi il vangelo ci presenta Gesù che si fa maestro della vera preghiera, quella fatta di essenzialità e di profondità; una preghiera che ci invita a rivolgerci a Dio chiamandolo con il dolce nome di Padre.

Scrive San Cipriano nella seconda lettura dell’Ufficio di oggi: “Egli fra gli altri salutari suoi ammonimenti e divini precetti, con i quali venne in aiuto al suo popolo per la salvezza, diede anche la norma della preghiera, ci suggerì e insegnò quel che dovevamo domandare. Colui che ha dato la vita, ha insegnato anche a pregare, con la stessa benevolenza con la quale sì è degnato di dare e fornire tutto il resto; e ciò perché parlando noi al Padre con la supplica e l’orazione che il Figlio insegnò, fossimo più facilmente ascoltati” (Dal trattato sul «Padre nostro», Cap. 1-3; CSEL 3, 167-168).

Il Padre nostro sintesi di tutto il vangelo

Il Padre nostro è il compendio di tutte le preghiere cristiane, o – come scrive Tertulliano – “è la sintesi di tutto il vangelo”. Ancor più Sant’Agostino afferma: “Se passi in rassegna tutte le parole delle preghiere contenute nella S. Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci dal Signore” (Sant’Agostino, Lettera a Proba, Epistulae, n. 130).
E Tommaso D’Aquino conclude dicendo: “non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell’ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti” (San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 83, a. 9).

La Quaresima, richiamando i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto a pregare, ci invita a sostare in raccoglimento, a crearci un quotidiano spazio in dialogo con il Padre, alimentando così la nostra speranza di ottenere “ciò che la stessa preghiera non osa sperare” (colletta XXVII domenica del tempo ordinario).

Don Roberto Strano