Teatro Bellini / Tra comicità e drammaturgia, in scena Le nozze di Figaro

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Le nozze di Figaro

A volte i detti dispensano verità! Soprattutto se si asserisce che la vita è un palcoscenico. Questa affermazione fu cara a William Shakespeare: “La vita è un palcoscenico, e tutti gli uomini nient’altro che attori”. E ancora, venne pronunciata da Luigi Pirandello: “La vita, mia cara, è un palcoscenico dove si gioca a fare sul serio”.

Tutto ciò per attestare che l’opera: “Le nozze di Figaro” di mozartiana memoria, in scena al Teatro Massimo Bellini – nella maestosa sala del Sada (dal 25/02 al 05/03/2023), ritrae tout court realtà contemporanee. Difatti, come in un’opera, anche nel quotidiano, si sfiora l’assurdo. Le vicende umane teatrali o reali si snodano lungo l’asse di una sinossi che oscilla sempre tra comicità/drammaturgia. Queste retoriche, invero, si evincono persino nell’opera succitata, considerata, tra le altre cose, buffa! In particolare, si riferisce che Le Nozze di Figaro, in scena già dal 1784, si compongono di quattro atti. Esse sono musicate da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Tratto, a sua volta, dalla commedia La folle Journée, ou le Mariage de Figaro del drammaturgo Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais.Nozze di Figaro

Nelle “Nozze di Figaro” è rappresentato il palcoscenico della vita

Si dice che “la simbiosi tra Mozart e Da Ponte fu esemplare! Se l’uno era operista capace di osare musicalmente, tanto da tradurre le sonorità in azione, l’altro era il librettista più consono a declinare in versi scene e esigenze del compositore”.
Dal punto di vista storico, poi, Le “Nozze” appaiono come un chiaro voler satireggiare la nobiltà, su cui peraltro aleggiano le incipienti sorti della Rivoluzione francese.

In sintesi, la trama dell’opera si svolge attorno al Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa, Susanna, su cui intende esercitare lo “jus primae noctis”. Le vicende si susseguono in una concitazione fluente e folle. Ivi, i personaggi si controbattono, esternando sentimenti di passione e sofferenza amorosa. Ma, seguendo l’orma comica e drammatica… Sussiste persino una percezione morale!
Così alla fine, coloro che vestono i panni dei servi sono ritenuti più signori e intelligenti dei padroni. Inoltre, l’opera può assimilarsi alla metafora che declina le fasi dell’amore. Tenendo conto dei personaggi, può affermarsi, ad esempio, che Cherubino e Barbarina inscenano l’amore acerbo. E via via, Susanna e Figaro simboleggiano l’amore appena sbocciato. Mentre il Conte e la Contessa esprimono l’amore logorato dal tempo e in cerca di passione. Infine, le figure di Marcellina e Don Bartolo rappresentano l’amore maturo.Le nozze di Figaro, libretto

Gli interpreti

Riguardo ai ruoli vocali, si sono alternati nomi di vaglia. Seguendo l’ordine dello spartito, si ricordano i baritoni Luca Bruno e Clemente Antonio Daliotti (Conte di Almaviva). I soprani Desirée Rancatore, stella della lirica internazionale, ed Elisa Verzier (Contessa di Almaviva). Un’altra coppia di soprani, Cristin Arsenova ed Elisa Balbo (Susanna, cameriera della Contessa). I bassi Gabriele Sagona e Christian Federici (Figaro, cameriere del Conte). I mezzosoprani Albane Carrère, Sabrina Messina e Sonia Fortunato (Cherubino, paggio del Conte).

Il cast si completa con Federica Giansanti (Marcellina, governante), Luciano Leoni e Andrea Tabili (Don Bartolo, medico di Siviglia). Ed ancora, si ricorda: Saverio Pugliese (Don Basilio, maestro di musica), Pietro Picone (Don Curzio, giudice), Federica Foresta e Silvia Caliò (Barbarina, figlia di Antonio). Altro nome da menzionare, Alessandro Busi (Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna). Si rammenta poi che le scene e i costumi sono di Cappellini/Licheri. Il coro è affidato alla sapiente cura del maestro Luigi Petrozziello.

Recite anche per gli studenti

In riferimento poi, alle recite mattutine, stante alla progettualità di audience development, è stata approntata una distinta riduzione artistica per le scuole del territorio. Alle rappresentazioni conseguenziali, gli studenti coinvolti sono stati guidati dall’attore Gino Astorina, voce narrante e da Giulio Plotino, direttore d’orchestra.

Beatrice Venezi e orchestra teatro Bellini
Beatrice Venezi e l’orchestra del teatro Massimo Bellini

Si ricorda che le recite serali sono state invece dirette da una rara fata. Così, Beatrice Venezi, nella veste di direttore d’orchestra, con la sua bacchetta, ha magicamente coniugato/elevato l’arte sinfonica, tra orchestra e coro del Teatro Massimo Bellini, cantanti e cast. A seguire, la regia è stata curata da dal noto regista – autore/attore di teatro, radio, cinema e televisione – Michele Mirabella.

In ultimo, il messaggio del sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano. “Si è protesi al rilancio internazionale. Si persegue, invero, una visione che assimila il teatro a un’azienda culturale. Altro aspetto curato dall’ente lirico etneo – stante alla prescritta triennalità dei finanziamenti -, è la progettualità rivolta alle scuole. Tutto ciò far scoprire l’opera e la suggestiva atmosfera di uno dei teatri più belli al mondo. In più, è proprio in questi momenti che un territorio si unisce e mostra una coscienza civile, prima ancora che artistica. Il teatro in sé rappresenta un luogo dove la società si fonda. Se il teatro funziona, funziona la città. Se il teatro si sviluppa, si sviluppa la città”.

 

Luisa Trovato

 

 

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