Teatro / Dialoghi stringenti e comicità in “La Clessidra” di Pippo Contarino, in prima assoluta il 9 marzo al “Maugeri”

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Probabilmente non tutti sanno che Giuseppe Contarino, carismatico Presidente della Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, nonché della Biblioteca Zelantea, già castDirettore generale della Banca Popolare Santa Venera prima e del Credito Siciliano poi, è un fertile  autore di teatro. Ha scritto e pubblicato diverse opere, quasi tutte portate sulle scene: alcune in Acireale, a Catania, in Provincia e in tutta la Sicilia ai tempi della CAT (l’ultima  sei anni fa con il Teatro Stabile di Acireale), altre da Compagnie di più alto spessore in giro per l’Italia.

La Compagnia “Il Gruppo – Libero Movimento Artistico di Acireale” ha voluto inserire nel Cartellone della sua corrente 38° Stagione teatrale “LA CLESSIDRA”, commedia in due atti, che va in scena in prima assoluta domenica 9 marzo, alle ore 18,00, al Teatro Maugeri di Acireale, per la regia di Alfio Vecchio

La creatività teatrale del Contarino si muove soprattutto nell’ambito della commedia di costume, della attualità e delle tensioni dell’uomo. Citiamo soltanto alcune tra le più significative opere da lui scritte: “’U sugghiu”, sull’usura; “Periferia”, sulle degenerazioni nella amministrazione della cosa pubblica; “La cicala”, sulla forza rivoluzionaria delle idee; “Nunzio”, sulla corruzione politica; “La mamma dentro”, sul mammismo; “Scacco al re”, una favola sulla interpretazione vacua e opprimente del potere; “La ragazza del cobra”, sul terrorismo; “Trappola per una rondine”, sulla anoressia; “Un uomo a perdere”, sul classico triangolo lui-lei-un’altra con il suocero-lato-in-più; “Là dove canta il fiume”, tra mito, storia, poesia e attualità della nostra terra.

Per questa sua fertile e incisiva produzione, già conosciuta, apprezzata e rappresentata in tutta Italia, il Contarino ha ottenuto diversi e meritati riconoscimenti; ricordiamo i più significativi: Premio nazionale RAI per radiodrammi con “Scacco al Re” in apposito adattamento per la radio, il premio Goldoni a Venezia e il “Kaliggi d’oro” a Gaggi – Taormina; ha visto pubblicate alcune sue opere su varie riviste specializzate di teatro; anche “LA CLESSIDRA” è stata pubblicata su “SIPARIO”, la più antica e prestigiosa rivista di teatro in Italia, con una recensione di alto livello.

Diamo qualche breve cenno ai contenuti dell’opera, senza per questo anticiparne la trama.

Se qualcuno vi dicesse, sostenendo le affermazioni con prove e motivazioni certe che non lasciano spazio a dubbi di sorta, che avete solo venti giorni di vita, trascorsi i quali siete chiamato a morte sicura, come reagireste?  Come pensate che potrete vivere gli ultimi giorni che vi restano?

Pensate di potercela fare a confrontarvi con la vita che va via, lasciandovi a una data ben precisa? Riuscireste a rivedere con obiettività il film della vostra vita (leggi: bilancio consuntivo finale)? Come pensate di potervi organizzare per gli ultimi giorni che vi restano da vivere? Ce la fareste?

Si sa; un uomo con un piede nella fossa vede la vita (sia quella già vissuta che quella che gli resta da vivere) in modo assolutamente nuovo rispetto a come l’ha vista e vissuta fino a quel momento; giudica il mondo con occhi diversi; certamente con migliore tolleranza e soprattutto con verità.

Venti giorni di tempo. Davvero miseri per un uomo che, avendo come obiettivo di vita l’affermazione in carriera e il successo, disegnava progetti importanti per il suo futuro; e veramente pochi giorni per un esame di coscienza onesto. “Ed è un precipitare del protagonista assieme alla sabbia della clessidra, al suo scorrere inesorabile”, scrive Piero Isgrò, già Redattore Capo della RAI Sicilia, nelle note di presentazione dell’opera per la stampa su “SIPARIO”, la più accreditata  rivista di teatro. La prospettiva della morte imminente lo fa riflettere, lo induce a riconsiderare la sua esistenza, i suoi valori. “La vita – dice Alberto, il protagonista, in apertura di secondo atto, è come l’acqua nella rete: tiri la rete, la senti gonfia, promettente, ma, quando l’hai tirata tutta, la trovi vuota.

L’opera, tra dialoghi stringenti e con qualche situazione comica, va avanti con la struttura del giallo fino alla inattesa conclusione che possiamo sintetizzare con le parole finali di Giulia, la moglie del protagonista: “L’importante è che in ogni istante tu sappia dire alt, non gioco più, e seppellire ogni problema con una risata”.

AVE

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