Teatro / Francesco Russo, autore di “Al di là del mare”: “A Santa Venerina per una giusta causa”

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Francesco Russo, il regista di "Al di là del mare"
Francesco Russo

Domani, domenica 1° ottobre, il Teatro Eliseo di Santa Venerina ospiterà la messinscena di “Al di là del mare”, opera teatrale di Francesco Russo. L’inizio è fissato per le ore 21. Il costo del biglietto è di 5 euro, i quali verranno devoluti interamente in beneficenza per finanziare la ricostruzione delle parrocchie locali danneggiate dal terremoto di Santo Stefano del 2018, inclusa la chiesa di Santa Venera di Santa Venerina. Per l’occasione, abbiamo rivolto un paio di domande all’autore e regista dello spettacolo.

“Al di là del mare” torna in scena al Teatro Eliseo di Santa Venerina: uno spunto di trama

Lo stesso Francesco Russo ci ha anticipato un input di trama. il protagonista della vicenda, ambientata nella Sicilia campestre del 1920, è Francesco Capra, detto “Ciccino delle stelle”, un giovane affetto da un lieve ritardo mentale che gli impedisce di percepire la pericolosità delle minacce di don Lillo Scotto, intenzionato a confiscare le terre della sua famiglia. Dalle parole, il malavitoso passa ai fatti. In seguito ad un commento ironico del ragazzo, gli brucia casa, fa uccidere il padre Salvatore (detto “Turi Parlanfacci”) e tutte le sue capre.

Rimasto senza famiglia, su suggerimento di padre Coppola, Ciccino salpa per l’America, nascondendosi sulla scialuppa di salvataggio di un transatlantico assieme all’agnellina Stellina, unica superstite del gregge. All’improvviso, a bordo viene commesso un omicidio. Il cadavere viene gettato di fianco a Francesco che ne ruba i documenti e, di conseguenza, assume l’identità del malcapitato. Inizia dunque a conoscere il resto dei passeggeri della nave, tra cui Rosamaria e un tal Fabrizio, con i quali creerà ottimi rapporti. Diversi colpi di scena, però, daranno vita a risvolti del tutto inattesi.

Francesco Russo, cosa dobbiamo aspettarci “Al di là del mare”?

È uno spettacolo di teatro di narrazione, dove troviamo un solo attore che impersonifica tutti i personaggi. Studiando con Dario Fo e Vincenzo Pirrotta tra gli altri, ho sviluppato questo tipo di drammaturgia. Riprendendo Fo, possiamo definirla una “giullarata” di un’ora e venti, intepretata dal solo Adriano Fichera, che ci tengo a ringraziare vivamente per la fiducia concessami.

Adriano Fichera Attore
Adriano Fichera

A proposito di Adriano Fichera, come vi siete conosciuti e com’è nata questa collaborazione?

Il caso vuole che il nostro primo incontro sia avvenuto proprio al teatro Eliseo. Lì gli dissi che mi piaceva molto come lavorava e che avrei voluto proporgli qualcosa in futuro. In verità, il testo sarebbe dovuto essere un altro, “La pietra nera”, progetto in seguito abbandonato. Destino diverso per l’idea di collaborare con Adriano, a cui avevo promesso una collaborazione. Gli ho dunque affidato “Al di là del mare”, scritto durante la pandemia di Covid, ma poi lasciato nel cassetto negli anni a seguire a causa dei continui rimandi dell’attore inizialmente designato per la parte. Ci tenevo comunque molto a quest’opera e sono felice che ne sia Adriano l’inteprete. D’altronde è una persona di un’intelligenza e di una cultura straordinaria, oltre che un performer pazzesco: canta, recita, balla. Mamma mia , quante cose sa fare!? In questo senso ho cercato di mettere quante più cose potesse utilizzare di sé stesso.

Insieme allo stesso Fichera avete curato anche le musiche dello spettacolo, ci puo dire qualcosa in più al riguardo?

C’è molta chitarra, ma anche altri strumenti come l’organetto o il flauto. Sono usciti dei brani accostabili allo stile di Mario Incudine. In generale, ho poi tratto ispirazione anche dalla musica celtica e dalla musica multietnica. Adoro questo mix di culture musicali.

Francesco Russo e Adriano Fichera durante le prove
Francesco Russo e Adriano Fichera

Per la scrittura dei personaggi, invece, ha tratto ispirazione da qualcuno in particolare?

Diciamo che l’opera si lascia andare a diverse riflessioni sul tema dell’amicizia. In questo senso, la dedico a Dario Cocciante, una delle persone migliori che abbia mai conosciuto. Poi, il nome del protagonista, Francesco Capra, è un chiaro riferimento a Frank Capra, grande regista che ha inventato il cinema americano, anch’egli emigrato siciliano come Ciccino. Ho voluto omaggiarlo perché “La vita è meravigliosa” è in assoluto il mio preferito: semplicemente IL film per eccellenza.

Russo, qual è il messaggio ultimo di “Al di là del mare”?

Io credo che sia necessario parlare delle problematiche sociali di oggi, volgendo un attimo lo sguardo indietro, ma correndo velocissimo verso il futuro. La rivolta appartiene al matto, ossia coloro che non hanno paura della morte. Lo stesso accade con la rivolta di Ciccino. Lì entra in gioco il coraggio della narrazione, di noi che abbiamo il coraggio di trasformare il terrore in allegria. Ci sono tanti modi di farlo, ma quello teatrale è il più antico al mondo, nato attorno al fuoco. Oggi, però, questa forma di semplicità si è un po’ persa. È possibile che siamo condannati al movimento “su e giù” del cellulare? Così la narrazione muore. Quanto potrà durare? 3 minuti? Anzi, 30 secondi.

Che soluzioni si possono adottare per ovviare ad una soglia dell’attenzione così breve?

Nel caso specifico di “Al di là del mare”, abbiamo adottato molti cambi improvvisi di fronte e di prospettiva, così facendo lo spettatore è “costretto” a seguire. Abbiamo preso il difetto dell’uomo, ovvero l’attenzione, e l’abbiamo portato a nostro favore con l’arte.

Francesco Russo, Adriano Fichera e Arianna Grasso
Arianna Grasso, sul palco insieme a Russo e Fichera

Qual è stato il contributo come aiuto regista di Arianna Grasso?

Senza di lei non sarei potuto andare in scena. È la bussola della mia emotività. Era necessaria una figura come lei, che ci desse ordine. Non solo per me, ma anche per Adriano. Suo padre ci ha pure dato una mano con la scenografia. Non posso fare altro che dirle grazie.

Riproponete lo spettacolo dopo il successo di agosto e settembre, stavolta con un intento benefico: ci può parlare della causa per cui vi siete mossi?

Ancora oggi, a distanza di 5 anni, è inaccettabile come certe situazioni siano rimaste immutate. Per l’iniziativa devo ringraziare intanto l’associazione parrocchiale che l’ha resa possibile. Alfia Sciuto, Giovanni Cristaldi, il dottor Dario Rocca e il prete di Santa Venerina, don Giovanni Marino…inclusi molti altri che in questo momento non mi sovvengono in mente. Con una donazione di 5 euro, si potrà partecipare ad una speciale estrazione finale. Pertanto, mi auguro che in molti possano venire domani, domenica 1° ottobre, a supportare una causa così rilevante.

Ruggero Gambino