Sabato 9 e domenica 10 aprile, nel Nuovo Teatro Val D’Agrò di Santa Teresa di Riva, nel Messinese, Buongiorno Sicilia ha riproposto Inferno, Suite per Dante, spettacolo che nella scorsa estate, durante il tour tutto siciliano aveva fatto registrare sempre il sold out raccogliendo grandi applausi.
“Più di ciò che avete visto, quel che ci importa è ciò che avete sentito”. Così il regista catanese Giovanni Anfuso conclude, tra i lunghi applausi, la messa in scena dello spettacolo dedicato al primo libro della Divina Commedia. “Questa volta abbiamo voluto mettere il verso al centro dell’attenzione. A differenza, infatti, della spettacolarità che offrivano le gole dell’Alcantara, in questa nuova proposta è il verso che la fa da padrone. È l’endecasillabo, la terzina incatenata. È andare a capo precisamente come scrive il poeta”.
Inferno di Dante: il regista punta sulla magnificenza della parola
“Per noi teatranti” – continua Anfuso – ha un valore particolare mettere al centro dell’attenzione la parola. Molti di noi hanno studiato e si sono formati sui versi di Dante, hanno lavorato tanto proprio sulla Divina Commedia, dunque, questo è il frutto di una carriera, di un percorso. Anche se ci sembra di aver tradito un po’ Dante sforbiciando i canti per ridurli e adattarli alla durata di uno spettacolo, in questo tradimento speriamo, in realtà, di aver restituito il rispetto alla scrittura dantesca: il rispetto del verso, della virgola. Sentire recitare questi sommi versi credo sia più bello che leggerli soltanto.
Il teatro custode della memoria
Ma per Anfuso il teatro è anche diffusione e custodia della memoria. “Se sogno un teatro – ha detto il regista – sogno un teatro che almeno una volta l’anno dedichi un’ora ad un poeta. Mi piacerebbe fare un percorso su Pascoli, su Foscolo. Anche quello è teatro. Perché il teatro è divulgazione e conservazione della memoria. E magari riscoprendo la nostra poesia ci renderemmo conto che anche i poeti hanno parlato, hanno sofferto e pianto prima di noi e anche per noi”.
Inferno, Suite per Dante, realizzato l’anno scorso per celebrare Dante nel settecentesimo anniversario della sua morte, è uno spettacolo che spera di coinvolgere anche un pubblico giovane come quello degli studenti. Questo è ciò che auspica Cettina Sciacca, direttrice del Teatro Val D’Agrò di Santa Teresa di Riva. “Ci costa ammettere che i ragazzi di oggi non si appassionano molto alla letteratura. E questo perché effettivamente viene proposta loro semplicemente in modo didascalico, dunque noioso. L’effetto è sicuramente ben diverso se c’è chi riesce a far percepire loro la musicalità del verso.
Cristiana Zingarino