Teatro / Insolito dialogo al chiaro di luna tra Miciu Tempio e Cyrano De Bergerac

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scenografia di Miciu e Cyrano sulla luna

Un insolito dialogo tra due rappresentanti del mondo letterario. Uno rispecchia l’ambito siciliano, catanese nello specifico, l’altro quello francese. Miciu e Cyrano si confrontano con le parole, i gesti e pure con uno scontro di spade. Si tratta esattamente degli scrittori Tempio e De Bergerac. Distanti geograficamente e cronologicamente.  Con due elementi, però, che li accomunano. Si trovano entrambi sulla Luna e continuano a vivere “solo nelle parole di ciò che abbiamo scritto”, come, in modo concorde, affermano. Miciu e Cyrano alale prese con uno smartphone

Il teatro ha dedicato la sua attenzione alle note figure, mettendone in scena la vita e le caratteristiche letterarie. La rappresentazione di Giuseppe Lazzaro Danzuso, dal titolo “Miciu e Cirano sulla Luna”, si è svolta venerdì 28 giugno, nell’auditorium di via Zurria a Catania.
A vestire i panni degli scrittori Andrea Balsamo e Angelo D’Agosta, che ne ha curato anche la regia con Agnese Failla. Le loro voci hanno dato vita alla scena, essenziale e dettata dalle vicende storico-artistiche dei due personaggi. L’uno ha raccontato l’altro, con sottolineature sulle caratteristiche di ciascuno. Li ospita la Luna e non ne conoscono il perché. Trascorrono insieme un tempo “infinito”. Con un cannocchiale osservano quanto avviene sulla Terra. Fanno una fedele disamina degli uomini, “sempre con il telefono in mano”.

Miciu Tempio e Cyrano De Bergerac si confrontano

Immancabilmente, pian piano, l’occhio critico cade su quanto fatto da loro nelle rispettive epoche. Miciu Tempiu, catanese, nato nell’agosto del 1750 e morto nel febbraio del 1821, è conosciuto per le sue poesie. Intrise di realismo, volte al sociale, una parte anche erotiche, guardano al contesto della sua città. Famosa la raccolta dal titolo La Caristia, che si rifà ai fatti avvenuti nel 1797-98.

Miciu e Cyrano spargono le stelle cadenti sul mondo
Miciu e Cyrano spargono le stelle cadenti sul mondo

Bergerac lo dichiara: “Mi hai fatto amare Catania, Miciu”, e aggiunge: “Rintanato nella tua cittadina”. Un atto di ringraziamento che ha l’intenzione di essere corale. Colpito dall’amore per Rossana, quest’ultimo sfodera, ad un certo momento, la sua specialità, ovvero gareggiare con la spada. Ma il loro non è un duello cruento, è un momento di condivisione.
Hanno in comune la stessa sorte, di essere ricordati in eterno grazie alla forza delle parole. Lo sanno entrambi. Lo ribadiscono. “Quelli muoiono quando finiscono scordati”, dicono, riferendosi agli uomini. E per gli uomini fanno qualcosa. Ogni sera regalano loro le stelle cadenti.

I due attori sono scesi tra il pubblico ad elargire ai presenti il movimento delle stelle, tra luci soffuse e toni di voce smorzati a tema. Il tutto curato, con gli elementi scenici, da Menonemo, da Giuseppe La Naia, Altovolume e con l’organizzazione generale di Simone Trischitta. Soltanto la Luna gli è testimone, quella che “rappresenta il lato oscuro dell’animo umano”.

Rita Messina

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