Sull’onda del successo del tour nazionale che si protrarrà fino a marzo, approda al Teatro Massimo Bellini il trittico “Après-midi d’un faune” | “Boléro” | “Le Sacre du printemps” (Trilogia dell’estasi), spettacolo a serata intera creato da Roberto Zappalà per la sua Compagnia Zappalà Danza.
Il lavoro – informa una nota stampa – ha infatti debuttato con straordinario riscontro al Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Registrando anche un doppio sold out a MilanOltre. Terza tappa sarà Catania dal 6 al 13 ottobre, con sette rappresentazioni nell’ambito del cartellone di Opere e Balletti dell’ente lirico etneo. Il calendario prevede due recite serali il 6 e l’11 ottobre alle ore 20:30, e 5 pomeridiane l’8, 9, 10, 12 e 13 ottobre alle 17:30.
La stagione lirica in corso proseguirà in ottobre con il verdiano “Rigoletto” e si concluderà in dicembre con “La Gioconda” di Ponchielli.
Nel frattempo prosegue la campagna abbonamenti per la nuova e ricca stagione 2024-2025. Il diritto di prelazione scade il 31 ottobre per la concertistica e il 30 novembre per la lirica.
Cresce intanto l’attesa per la messinscena della Trilogia di Roberto Zappalà. E assume specifica rilevanza vista la sinergia che lega il Bellini a Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, sancita da un protocollo d’intesa triennale. Lo stesso allestimento è frutto di un’importante co-produzione tra Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Teatro Massimo Bellini (Catania), Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Firenze), Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape (Lione), Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), MilanOltre Festival (Milano). Con la collaborazione di Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni e Teatro del Giglio di Lucca.
Roberto Zappalà firma la Trilogia dell’estasi
Roberto Zappalà firma coreografia, regia, scene, luci e costumi, questi ultimi in collaborazione con Veronica Cornacchini. Affronta tre grandi composizioni classiche che hanno segnato il percorso coreografico, e anche musicale, del Novecento, con un ensemble di 14 danzatori e 10 comparse.
L’artista mette al centro le relazioni umane con attenzione ai rapporti tra uomini e donne. Rapporti negati, esaltati e violati, in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea. Una rilettura che si avvale della drammaturgia di Nello Calabrò, storico collaboratore della Compagnia.
Le celeberrime partiture di Claude Debussy per “Après-midi d’un faune”, Maurice Ravel per “Boléro”, Igor Stravinskij per “Le Sacre du printemps” verranno eseguite dal vivo dall’Orchestra del Bellini, guidata dal direttore principale ospite Vitali Alekseenok, bacchetta di chiara fama.
I danzatori della Trilogia dell’estasi
In scena agiscono i danzatori della Compagnia Zappalà Danza. Cioè Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi. E ancora, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Paola Tosto, Alessandra Verona, Erik Zarcone.
Il progetto vede Roberto Zappalà affrontare tre grandi composizioni classiche e per lui anche ‘sacre’. Il rispetto che ha sempre avuto per tali capolavori lo ha fatto riflettere per più di dieci anni. Le riscritture sono unite dal comune denominatore di un linguaggio chiaro e selvaggio. La sfida e la scommessa di questa trilogia è quella di trovare un nuovo immaginario che personalizzi un mondo che ha già un potere evocativo immenso. Tenendo conto del passato e forte della maturità acquisita.
Un unico spazio scenico per la Trilogia dell’estasi
La concezione dello spazio diventa qui una componente fondamentale, tanto che Zappalà crea un dispositivo scenico unico e valido per le tre composizioni musicali, che limita, amplifica e modifica la danza. Lo stesso set scenico ospita quindi un’articolata creazione, che racchiude rispettivamente l’esclusione, il corteggiamento e l’erotismo in “Après midi d’un faune”; l’inclusione, il vizio, la lussuria nel “Boléro”; infine la persecuzione e il sacrificio nel “Sacre du printemps”.
Il primo spunto concettuale è un tragico fatto di cronaca accaduto durante una festa in una villa nella campagna romana agli inizi del 2021. Su questo si innesta l’evocazione dell’iconica sequenza della festa/rito in “Eyes wide shut” di Stanley Kubrick.
Il riferimento/omaggio al regista americano è esplicito soprattutto nell’impianto visuale di “Boléro”. Questo coniuga l’ossessività del ritmo di Ravel a una danza dove l’aspetto rituale presente nel film è trasfigurato ed esaltato dall’immaginario visivo e coreografico.
Per citare il titolo di un vecchio film di Lelouch, “Les uns et les autres” che si conclude appunto con le riprese del “Boléro” di Ravel/Béjart, per Zappalà si tratta sempre di danzare con e per gli uni e gli altri. Perché «la danza per me è come la filosofia: dice tutto e niente, ma ti lascia sempre un lampo che illumina un pensiero». Lo ha dichiarato nell’intervista con Anna Bandettini su Venerdì.
Scrive il critico Renzo Francabandera: «Lo spettacolo gioca su un imponente dispositivo scenico. Su una drammaturgia esplosiva nel gesto fisico e inquietante nel seguirsi degli eventi. Questi, pur scollegati da un puro passo narrativo, definiscono comunque l’inquietudine del tempo presente, la maschera sociale, l’energia collettiva repressa, l’erotismo solipsistico e triste che impediscono alla collettività di farsi massa politica (…) Parliamo di un grande allestimento, uno dei pochi di calibro internazionale visti negli ultimi anni in Italia».
Per info e costo dei biglietti: teatromassimobellini.it