Una giovane attrice catanese doc, Giovanna Mangiù – informa una nota stampa -, metterà in scena un testo teatrale con la Sycamore T Company, scritto dalla giornalista Guidi dell'”Osservatore Romano” Silvia Guidi. L’opra si intitola “Rosalina – come la polvere e il fuoco” ed è in cartellone al teatro L’Istrione di Catania domani, 11 marzo, e domenica 18 marzo, per poi continuare il tour a Verona (22 aprile, durante il festival che rende omaggio a Shakespeare) e a Roma dopo l’estate.
La trama, ridotta all’essenziale: Rosalina è la prima fidanzata di Romeo, che lo lascia perché entra in convento, presto rimpiazzata da Giulietta.
“Rosalina – come la polvere e il fuoco” con Giovanna Mangiù, per la regia di Michele Giovanni Cesari, costumi di Annalisa Milanese; scritto da Guidi, le foto di scena sono di Manuela Giusto, il disegno della locandina di Josephine Alia Art&Sketch, social media manager Martina Mecacci.
“Lo spettacolo Rosalina : come la polvere e il fuoco – si legge nelle note di regia – nasce da una necessità di messa in scena per il Festival Shakespeariano del 2018 a Verona, ‘Shakespeare2018’.
“Abbiamo lavorato sulla versione iniziale del testo originale di Silvia Guidi, in forma di monologo – afferma il regista Michele Giovanni Cesari – , ampliando l’arco narrativo ed accentuando il contesto storico, allo scopo di descrivere il più dettagliatamente possibile l’essere umano nei suoi sentimenti e nel rapporto con Dio. Rosalina, personaggio secondario di Shakespeare, cerca la sua rivalsa e trova qui lo spazio per tornare a raccontarsi e ad affrancarsi da quel poco che viene detto di lei, dall’opinione superficiale del pubblico in merito a quello che lei realmente desidera. Vuole dare chiarimenti sul suo personaggio, per raccontare veramente ciò che è e affinché non si travisi il suo senso d’essere.
L’innesto di passi di Pirandello e Rilke partecipa a quest’intento: esprimere la necessità che Rosalina ha di essere, esistere, far arrivare correttamente chi è come essere umano.
“Anche nella rappresentazione del rapporto Uomo-Dio è l’aspetto umano che prende il sopravvento. Nella resa di questa componente, la regia vuole evitare i filtri del personaggio e del suo ruolo che meglio si scoprirà nel corso del testo, ma mettere a fuoco il rapporto diretto più umano con l’entità divina, nei suoi accessi più intimi e profondi.
“Ho inserito – rivela il regista nelle sue note – dei video in cui un telo di plastica bianco avvolge la protagonista, rappresentando la sua lotta di uscita e di pulizia per ritornare verso Dio. Le due poesie di Khalil Gibran e Menister Eckhart rappresentano bene le essenze di un’interpretazione religiosa più profonda. Le musiche elettroniche di Murcof, dj messicano, giocano in contrasto con la soavità delle immagini, portando a rompere gli schemi di un’ovvietà di comunicazione con lo spettatore. Lo specchio in scena offre uno strumento di confronto per Rosalina con se stessa, a cui solo il finale troverà una risposta”.