Domenica 18 agosto, nel contesto della Rassegna teatrale “Arte e cultura al Santuario”, in memoria di Davide Di Mauro, è stata messo in scena “Una storia che viene da lontano”.
Un coinvolgente spettacolo teatrale che si è tenuto in una atmosfera magica, all’interno della stupenda terrazza del Santuario “Sacro Cuore di Gesù” di Acireale. Una collocazione che idealmente dall’alto sembra guardare tutta la città.
La Rassegna, fortemente voluta da don Orazio Barbarino, Rettore del Santuario, vuole essere una occasione di aggregazione e promozione per tutte quelle realtà locali costituite da giovani e famiglie che, spinte dall’amore per il teatro, si adoperano nel promuovere arte e cultura nel nostro territorio, attraverso le loro rappresentazioni.
«Il teatro – ci dice don Orazio – da sempre costituisce una valida occasione di confronto, di crescita e di formazione. In questo senso allora, l’obiettivo prioritario del progetto che abbiamo voluto proporre, è quello di creare dei veri momenti di incontro, socializzazione e scambio per tutti coloro che, insieme a noi, stanno vivendo questa importante esperienza in un clima di cordialità e amicizia».
“Evangelii gaudium” ha ispirato “Una storia che viene da lontano”
“Una storia che viene da lontano” è uno spettacolo teatrale in un unico atto, della durata di circa un’ora. Alfio Pennisi e Tano Grasso hanno rivisto e interpretato il testo di Marco Campedelli. Con le musiche inedite e dal vivo di Sveva Castrogiovanni. L’opera, messa in scena, fa riferimento all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, pubblicata nel 2013. Il prezioso documento programmatico, con il quale Papa Francesco offre alla Chiesa le vie di impegno pastorale che la riguarderanno nel presente e nel futuro. Un invito ad avere una visione profetica e gioiosa nel nostro modo di annunciare il Vangelo, senza distogliere lo sguardo dalle difficoltà quotidiane.
I bravi attori hanno messo in scena un monologo a due voci con un intercalare di personaggi interpretati attraverso burattini e marionette. La forma poetica e divertente dello spettacolo ha coinvolto lo spettatore, in maniera profonda e allo stesso tempo leggera, nei temi caldi che il Papa ha voluto evidenziare.
«Mettere in scena un documento Papale – sostiene Alfio Pennisi – non è stata una cosa semplice da fare. Ma abbiamo provato ad inventare un nuovo modo, attraverso l’arte del teatro, per regalarci il tempo della riflessione e della ricerca di senso. Speriamo di esserci riusciti!».
La rappresentazione proposta sembra conservare una particolare attenzione alle nuove sfide che il mondo di oggi ci propone. Alle diverse fragilità che spesso determinano nuove povertà. I mali del nostro tempo vengono denunciati con chiarezza. Ma con il proposito di far comprendere le particolari situazione di difficoltà in cui i cristiani oggi sono chiamati ad annunciare il Vangelo. Gli spunti di riflessione offerti allo spettatore sono stati veramente notevoli: la cultura dello scarto, l’immigrazione, modelli di Chiesa a confronto, primato della carità, la guerra, l’ecologia e tanti altri. Questi alcuni dei temi affrontati nello spettacolo con il proposito non di demolire, ma di incoraggiare e non far mai perdere la “gioia dell’evangelizzazione”.
Giovanni Centamore