Tecnologia / L’utilità dei telefoni cellulari e i rischi dell’uso improprio che se ne fa

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La diffusione capillare e l’uso del telefono mobile costituiscono un im­portante elemento a sostegno dell’economia mondiale globalizzata, rendono pos­sibile la rapida e sicura esecuzione dei rapporti economici (in seno alle im­prese industriali e tra le imprese stesse e gli utenti),vengono in aiuto dei professionisti e dei clienti, nell’esercizio delle libere attività, esplicano un importante ruolo nella conclusione degli affari commerciali, in genere, sono ritenuti, in sostanza, con comprensibile ragionevolezza, un efficiente cor­redo del nostro sistema o stile di vita attuale.

Non è difficile ricordare subito l’ immediatezza e tempestività con cui è possibile localizzare la posizione di quanti si trovino in difficoltà, o situazioni di pericolo, per la messa in opera, con febbrile sollecitudine, del­l’organizzazione dei soccorsi, l’importante, ed a volte, decisivo ruolo assun­to, in occasione di indagini di P.G., per quanto complesse e di difficile so­luzione possano essere, al fine di accertare reati, anche di grave entità.si-al-licenziamento-per-chi-naviga-su-facebook-o-parla-al-cellulare

Accanto a questi aspetti che valorizzano, ed insieme espongono, sottolineano ed evidenziano la diffusione di questo strumento della tecnologia, tra i Paesi, in tutto il Mondo, di pari passo negli ultimi venticinque anni, sono sor­ti, ed anzi si sono irrobustiti sempre più e via via acquisendo elementi di serietà d’indagine scientifica, alcuni fattori costituiti da avvertimenti e da allarmi della Scienza Medica, che intendono ammonire, con incisive e risolutive determinazione e chiarezza, circa i gravi rischi, i pericoli ed i danni effettivi, per la salute di tutti, addetti ai lavori e non, a causa dell’uso improprio, non regolare e non corretto, del telefono cellulare e degli stru­menti, organizzati e posti a sostegno di esso.

Tali preoccupazioni ed avvisi trovano fondamento e giustificazione, nella vertiginosa moltiplicazione dei gestori della telefonia mobile – per esempio in Italia si è pervenuti, dall’unico presente sul mercato, all’inizio degli anni “90, ai circa quattro maggiori, attuali produttori del settore e nella sfrenata concorrenza,  all’ interno dell’oligopolio, del cartello d’imprese, elementi che conducono a localizzare, sempre nelle stesse aree, già interes­sate prima, da ripetitori ed SRB, altri impianti, di altri gruppi economici. I risultati si sono dimostrati assai evidenti, vi sono spesso spazi e parti di area urbana, penalizzati oltre ogni ragionevole misura, sottoposti ad un vero e proprio “bombardamento” elettromagnetico, un allarmante inquinamento, un grave assillo, certamente non spropositato, per tutti i cittadini, dimoranti in quei luoghi. Si verificano problemi vari, quali le interferenze di segnali (i segnali radio-televisivi, disturbati e danneggiati da quelli di telefonia mobile, le aperture delle porte delle auto ed i segnali elettrici, connessi ed annessi, resi temporaneamente inservibili) gli infortuni, che hanno colpito le persone (all’interno ed all’esterno delle abitazioni), spinte drammaticamente  a terra dalla forza dell’influsso elettromagnetico e costrette a ricorrere alle cure del pronto soccorso, con danni fisici, anche permanenti e gra­vi. Tutto quanto  accaduto, denota, denuncia un vero e proprio eccesso d’inqui­namento elettronico, ben oltre il livello di guardia, ed è l’indubbio segnale della non equilibrata gara – e soprattutto non codificata gara, lasciata alla piena sovranità del liberismo economico – per l’accaparramento di quote e porzioni, ancora e sempre più importanti, del mercato.

Oggi va sempre più diffondendosi la video – telefonia sostenuta dai sistemi e dalle reti U.M.T.S.. (Universal Mobile Telephone System), la terza generazio­ne di telefonia mobile, successiva alla rete GSM ed alla precedente ancora, la prima generazione analogica. Questa nuova tecnologia satellitare permette la ricerca e la successiva collocazione di diversi nuovi prodotti e servizi per la comunicazione mobile,1’invio e la ricezione di fax ed e-mail in movimento, l’accesso diretto ad Internet ed alla gestione di notizie e dati, senza il supporto di un terminale fisso»

Di fronte all’imprevedibile e tuttavia evidente sviluppo tecnologico del­la comunicazione mobile ed alle ripercussioni sull’ambiente, quali posizioni hanno assunto gli Organi internazionali e quali misure hanno ritenuto fino ad oggi di adottare, per tutelare l’integrità di persone e cose e la protezione dell’ecosistema, mentre gli effetti, di breve e lungo termine, delle  onde elettromagnetiche, cominciano ad essere evidenti?

La curiosità e 1’interesse che lo strumento ha saputo accendere presso tutti gli strati sociali, meritano che siano, col dovuto scrupolo, approfonditi i motivi e le ragioni dell’uso, razionale, disciplinato e rigoroso, del te­lefono mobile.ripetitore-vodafone-marta-bolsena

NUOVI ORIENTAMENTI MEDICO – LEGALI SULLA MATERIA

Il Parlamento Europeo, nella seduta del 10/03/1999, ritenne i disturbi del­l’elettrosmog una reale possibilità non ignorabile e che doveva indurre le legislazioni dei Paesi membri dell’Unione al rispetto di due fondamentali principi:

  1. l) – il principio di precauzione e di minimizzazione dei rischi;

2) – il principio di ALARA (As Low As Reasonably Achievable, cioè livello d’inquinamento elettromagnetico tanto basso, quanto ragionevolmente realiz­zabile con l’uso della tecnologia, al momento disponibile).

Tuttora ancorati su questi due principi, si trovano le posizioni della Commissione Internazionale per la Protezione delle Radiazioni non ionizzanti (ICNIRP) e l’Organo Mondiale della Sanità. (O.M.S.). Il principio cautelativo di queste tre posizioni (Parl. Europeo, ICNIRP, OMS) considera l’esposizione al­l’alta frequenza, un possibile fattore di cancro per l’uomo, sia pure di enti­tà non elevata. In passato, l’indirizzo scientifico è stato quello di ritene­re potenzialmente pericolosa per la salute solo l’intensità di CEM, superiore a sei Volt per metro. I valori elevati possono causare danni termici  (scotta­ture, bruciature, disturbi al sistema nervoso, danneggiamento del cristallino, sterilità), possono provocare alterazioni delle funzioni ghiandolari, dei sistemi emopoietico, immunitario e nervoso.

A dicembre del 2002, è avvenuta una svolta nella Comunità Scientifica In­ternazionale ed è stato fondato un nuovo Ente, l’ICEMS (Comitato Internaziona­le per la sicurezza elettromagnetica), struttura scientifica che, pur richiamandosi al principio di precauzione dell’OMS e dell’ICNIRP, prospetta agli Stati iniziative atte a limitare il rischio potenziale, cioè prevenire il danno, anche quando non vi siano la certezza e la sicurezza che sia già avvenuto in passato o che avverrà in futuro. Occorre, cioè, secondo questo nuovo indirizzo medico-scientifico, la necessità di garantire, comunque una protezione, in via, preventiva e sostanziale.
Come? Ancorando i soggetti particolarmente a rischio (bambini, anziani, amma­lati) alla minimizzazione delle esposizioni, assicurandoli a valori al di sot­to di quelli legislativamente previsti, e previsti per cautela.
La Comunità scientifica è del parere che le ricerche documentate fino ad oggi, conducano  ad un aumento del rischio, anche nel caso in cui non vengano superati i limiti decisivi di 6 Volt per metro.
Le cose devono, infatti, essere osservate sotto altri significativi ed im­portanti, ma anche delicati e decisivi aspetti.

GLI APPROFONDITI STUDI DI OGGI

chiamate_cellulare1Una enorme quantità di dati sperimentali sulle conseguenze biologiche e sanitarie  e sui riflessi a livello molecolare, cellulare e fisiologico delle radio-frequenze rende ormai scientificamente superate ed anacro­nistiche, relegate nell’archeologia medico-scientifica, le posizioni dell’O.M.S. e dell’ICNIRP, le quali si fondano solo sugli effetti sanitari delle O.E ed ignorano i dati biologici, si rivolgono solo agli effetti de­finitivamente accertati, cioè gli effetti termici, mentre sussistono effetti “non termici” o di bassa intensità, si riferiscono solo ad effetti acuti ed a breve termine, mentre ve ne sono cronici ed a lungo termine, di ordine ge­netico e cancerogenetico.

Gli effetti biologici e sanitari delle RF possono essere elencati, in estrema sintesi, dopo il completamento dell’osservazione sul1e conseguenze provocate su animali da laboratorio e volontari umani, alle frequenze della telefonia cellulare (400-950-1.800-2.450 MHz).

A livello cerebrale essi sono:

1) Alterazioni della permeabilità della barriera amato-encefalica, della funzionalità, dei recettori e neurotrasmettitori cerebrali, della morfologia e della biochimica dei neuroni centrali e della irradiazione del sangue a livello cranico;

2) Cambiamenti della conduzione nervosa del cranio e dell’attività elettrica del cervello; mutamenti della risposta ai farmaci che operano sul sistema nervoso, della risposta allo stress ed al sistema dell’apprendimento e della memoria;

3) Danni al DNA, accumulo di radicali liberi, accelerazione del processo di morte cellulare programmata nelle cellule cerebrali;

4) Effetti sulla moltiplicazione cellulare;

5) Inibizione della sintesi della melatonina.

Gli effetti sopra indicati risultano provati in modo specifico come causati dalle frequenze nella telefonia cellulare, variano al variare delle frequenze di irradiazione EM, permangono anche dopo la cessazione della irradiazione e, dopo ripetute irradiazioni divengono definitive e non più provvisorie, possono essere generati ad intensità EM, estremamente bas­se ed inferiori ai livelli di esposizione di 20 Volt per metro ed ai li­miti di cautela, di 6 Volt per metro. Sono dimostrabili ad intensità EM basse, tali da non generare alcun rialzo termico, misurabile nei tessuti ir­rorati.

Gli effetti evidenziati (molecolari, biochimici, cellulari e fisiologici) sono alla base di molte e diverse manifestazioni patologiche acute, connes­se all’esposizione a RF ed in medicina sono  note come “Sindrome da elettrosensibilità”.
Tale malattia si rende evidente con:

  • Problemi al sistema nervoso (astenia, apatia, difficoltà ad elaborare il pensiero, perdita di memoria, irritabilità, ansietà, instabilità dell’umore, depressione, cefalea, vertigini, disturbi del sonno e del ritmo sonno-veglia);
  • Problemi al sistema cardio-circolatorio (aritmia, tachicardia, modifica­zioni della pressione arteriosa e del flusso sanguigno periferico);
  • Problemi al sistema muscolare (astenia muscolare, mialgie agli arti);
  • Problemi alla cute (eritemi, prurito, dolore di tipo puntorio, bruciori, sudorazione diffusa);
  • Problemi all’udito, alla vista all’olfatto, all’apparato digerente.

I dati epidemiologici permettono di collegare, in rapporto di causa-effetto, l’esposizione alle emissioni EM dei telefoni cellulari e delle rela­tive antenne SRB con molte delle sintomatologie che colpiscono le persone dimoranti anche a distanza, fino a 200 mt. ed oltre dalle antenna e SRB-.

Sulla capacità delle RF di provocare danni genetici, le ricerche di laboratorio hanno provato che MO delle frequenze usate nella telefonia cel­lulare (UMTS: 2.450 MHz) provocano rotture del singolo o del doppio filamen­to del DNA in cellule di mammifero, coltivate in vitro ed in cellule cerebrali di ratto, irradiate in vivo.

Le stesse ricerche scientifiche hanno dimostrato che MO della potenza di 800 – 1.000 MHz provocano danni alla funzionalità del DNA con attivazione di “oncogeni” tumorali, dopo irradiazione, in condizioni che non producono alcun rialzo termico.

Infine, è risultato dalle indagini medico-scientifiche anche che MO della potenza di  950, 1.350 – 2.450 MHz provocano aberrazioni cromosomiche classiche, “micronuclei” e scambi tra cromatidi fratelli, in cellule di mammifero ed in linfociti umani, coltivati in vitro, in condizioni costanti di temperatura.

Con riferimento poi agli effetti cancerogeni delle MO della frequenza della telefonia cellulare (2.450 MHz), è stato provato in laboratorio che “protooncogeni” ed “oncogeni tumorali” stimolano la proliferazione di cel­lule cancerose e sono in grado di aumentare la frequenza di trasformazione neoplastica in vitro.

Altre ed ulteriori ricerche di laboratorio hanno constatato che MO del valore di 1.840 MHz inducono e promuovono tumori cerebrali, tumori della pelle, della mammella e linfomi in topi adulti, mentre due studi epidemiolo­gici, finanziati da Enti statali, su utilizzatori di telefoni cellulari, han­no accertato 1incrcmento, statisticamente  significativo, di tumori cerebra­li “ipsilaterali”,cioè dello stesso lato usato per le telefonate e del melanoma uveale dell’occhio, ritenuto un tumore piuttosto raro nell’uomo.

Esistono, quindi, rischi sanitari di lungo periodo per le esposizioni a RF e MO, e non ancora quantificati, per patologie genetiche e cancerogenetiche e rischi elevati per i  problemi di salute acuti, che persistono e si aggra­vano con la continuazione dell’ esposizione, che hanno riflessi di natura fisica, psicologica e morale e che danneggiano gravemente la qualità della vita.

Il 26 febbraio 2015, con la diffusione dell’appello, indirizzato all’ex Pre­sidente del Consiglio, Matteo Renzi, firmato da 70 medici, fisici, biologi e collage-di-cellulari-325-x-243ricercatori e da 50 associazioni e comitati, é stato proposto il lancio di una fondamentale ed importantissima iniziativa di petizione popolare (con raccolta di firme) per la difesa della salute dalle radiazioni. Con questa azione, i promotori si sono impegnati a contestare, con evidenti e stringen­ti rilievi tecnici, la volontà governativa d’installare reti Wi – Fi , negli asili,  nelle scuole, frequentati da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni. Secondo i promotori dell’iniziativa, la scelta di diffondere tale tecnologia nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, nelle Università, nelle scuole e negli ospedali, “non solo è irrazionale, ma comporta seri danni alla salute, in quanto compromette la capacità riproduttiva, neuro-cognitiva e la conservazione del genoma”-. La limitazione dell’inquinamento elettromagnetico deve indurre-sostengono i ricercatori e le associazioni – alla produ­zione di mezzi che impediscano la diffusione di tecnologie senza fili ed, al contrario, promuovano standard di sicurezza, per i campi elettromagnetici, con un limite di esposizione di 0,6 Volt per metro. Il superamento dell’anacronistico punto di vista medico-scientifico degli effetti termici  dei campi elettromagnetici, estesi oggi agli effetti biologici e sanitari, delle onde stesse, ha accertato che “gli esseri viventi, funzionano e vivono attraverso segnali chimici e scambi elettromagnetici”, che vengono innaturalmente modificati “da campi elettromagnetici esterni, anche debolissimi”.

Anche se l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dal 2011, ha collocato la radio-frequenza sotto la classe 2B, cioé tra i possibili cance­rogeni, in verità atti più recenti – una ricerca svedese ed uno studio fran­cese, entrambi del 2014 – hanno contestato questa collocazione, ed hanno chiesto di rubricare gli effetti delle radio-onde, come sicuramente cancero­geni per l’uomo, quindi in classe l, in quanto gli effetti dell’esposizione sono cumulativi”.

Che cosa fare, dunque, nel frattempo? Il problema investe la competenza delle Amministrazioni comunali – che devono essere sufficientemente sensibilizzate sul punto al fine dell’adozione di tutti gli strumenti, per rende­re l’impatto ambientale sull’ecosistema di tali congegni, il meno invasivo possibile. Non solo, quindi, é richiesta l’adozione del regolamento, che sta­bilisca i luoghi adatti e le distanze dai centri e dagli agglomerati abita­ti, ma anche è stabilita la verifica dell’adozione degli strumenti di sicu­rezza sulle apparecchiature. A tal riguardo, uno spunto d’intervento è riservato ai poteri del Sindaco ed é contenuto nel D.Lgt. 9/05/2001, n° 269, di at­tuazione sul territorio nazionale della direttiva 1999/5/CE riguardante i terminali di telecomunicazione mobile ed il riconoscimento della conformità.

L’art. 3, punto 2, del predetto D. Lgt. 269/2001, sanziona che “le apparec­chiature radio sono costruite in modo da utilizzare lo spettro attribuito alle radiocomunicazioni di terra e spaziali e le risorse orbita­li, evitando le interferenze dannose”. Il successivo art. 6 punto 1, del pre­detto decreto, osserva: “Il fabbricante ed il suo mandatario sono tenuti ad immettere sul mercato gli apparecchi soltanto se rispettano gli approvati requisiti essenziali, di cui all’art.3, nonché le altre disposizioni del presente decreto”. L’all/to V della Direttiva 1999/5/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 9/03/1999,  detta le norme della procedura di va­lutazione della conformità a cui devono essere sottoposti i congegni, prima di essere impiantati. Gli Uffici del Comune che hanno autorizzato gli im­pianti, prima della collocazione sul territorio, sono tenuti a verificare la correttezza della procedura di valutazione delle apparecchiature, con il timbro CE, apposto sul dossier tecnico di fabbricazione. C’è più che sufficiente materia, per tenere in allarme ed apprensione gli addet­ti ai lavori, considerato che lo sviluppo industriale del settore, ha portato sicuramente posti di lavoro, in epoca di crisi, ma richiede, con l’urgenza del caso, anche un chiaro ripensamento di tutta la pro­blematica del settore, alla luce del drastico aumento delle malattie tumorali e non, nella misura in cui queste ultime affondano origini e radici sul peggioramento dello stato di salute dell’eco-sistema.

Sebastiano Catalano          

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