Televisione / Vanessa Incontrada è “Il capitano Maria”, in prima linea per amore della giustizia e della famiglia

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Le foto sono di Fabrizio Di Giulio

Quattro prime serate su Rai Uno per “Il Capitano Maria”, serie tra poliziesco e family dramma firmata Andrea Porporati con protagonista Vanessa Incontrada. A produrre la fiction, ambientata nella cornice suggestiva della Puglia, tra Bari, Trani e Bisceglie, è Carlo Degli Esposti con la sua Palomar, il papà televisivo del “Commissario Montalbano”, così come di “Maltese. Il romanzo del Commissario” o “Braccialetti Rossi”, nonché dei biopic d’impegno civile “Perlasca” e “Giovanni Falcone”.

Le foto sono di Fabrizio Di Giulio

Tanti i temi al centro della serie, dal ritmo narrativo serrato e incalzante: dalla lotta alla criminalità alle sfide del deep web, dallo spaccio di droga alle minacce a sfondo terroristico. Ancora, tensioni familiari, dialoghi spezzati tra genitori e figli, irrisolti del passato e sfide educative nelle aule scolastiche. In vista dell’esordio di lunedì 7 maggio sulla rete ammiraglia Rai, il Sir ha potuto vedere in anteprima la prima puntata.
Chi è il Capitano Maria. La serie “Il Capitano Maria” nasce da un’idea del regista Andrea Porporati, autore anche della sceneggiatura con Monica Zappelli. È la storia di una donna quarantenne, Maria Guerra (Vanessa Incontrada), capitano dell’arma dei Carabinieri, rimasta vedova con due figli, la diciassettenne Lucia (Beatrice Grannò), che si fa chiamare Luce perché il suo nome le sembra troppo “vecchio”, e il piccolo Riccardo (Martino Lauretta), un bambino di nove anni che cerca con insistenza una forma di contatto con la sorella. Proprio per l’irrequietezza di Luce, per il giro di cattive amicizie, Maria decide di lasciare Roma e di ritornare in Puglia, dove viveva insieme al marito. Appena insediata nel nuovo commissariato, si trova però subito davanti a una serie casi spinosi: da un lato delle bombe di matrice terroristica, dall’altro le pressioni di una famiglia mafiosa locale, i Patriarca, che vogliono far uscire dalla detenzione speciale il capofamiglia Vito (Adriano Chiaramida). Avvenimenti apparentemente isolati, che finiranno per entrare in collisione anche con la sua famiglia, con i suoi bambini e persino con la morte di suo marito.
Le sfide di Maria, tra lavoro e famiglia. Nella miniserie ci sono le atmosfere da poliziesco e thriller, ma anche tutte le sfumature dei sentimenti, dai legami d’amicizia alle tenerezze familiari. Nello scenario del lungomare pugliese, valorizzato dalla fotografia di Marcello Montarsi, la linea della narrazione segue un doppio binario, che spesso si intreccia. Ci troviamo infatti di fronte alla storia di una donna che non è solo un esponente dello Stato, ma anche una mamma di due bambini, uno piccolo che ha bisogno di continua presenza e ascolto, una più grande insofferente a regole e pressioni, con cui il dialogo è del tutto sfibrato. Maria è una madre dunque alle prese con la sfida educativa lanciata dai propri figli, oltre che con quelle quotidiane del proprio lavoro. È poi una donna che sente il bisogno di ricostruire la propria vita personale e affettiva, dopo il trauma della morte del marito.
Nella linea del racconto emergono poi temi e dinamiche pronte a interessare un pubblico più giovane, tanto i contrasti familiari o il primo incontro con l’amore, quanto la sfida-responsabilità di capire il proprio posto nella vita, nel campo di aperto tra bene e male, tra legalità e criminalità. C’è poi la fotografia della ribellione, del desiderio di riscatto tramite la piazza virtuale. Non manca, da ultimo, una riflessione sull’infanzia violata, cui è sottratta la possibilità di una vita familiare serena e stabile.
Vanessa Incontrada disegna un’eroina fragile e tenace. Empatica e magnetica è Vanessa Incontrada nel ruolo di Maria Guerra. Sa essere sicura e autorevole come Capitano dei Carabinieri, ma non per questo un’eroina invulnerabile e lontana dalla realtà; cerca infatti il confronto con i colleghi, cui si rivolge con rispetto e protezione quasi familiare. Maria non ha paura di mostrare persino la sua fragilità. È probabilmente questa la sua forza, la capacità di coniugare autorevolezza e umanità insieme. La Incontrada sa modulare bene anche le sfumature nell’ambito familiare, descrivendo gli slanci di tenerezza e giocosità con i figli, in particolare con il più piccolo, così come l’apprensione e il desiderio di protezione nei confronti di Luce, la figlia grande, arrabbiata con la vita perché le ha tolto il padre prematuramente.
“L’interprete ideale mi è apparsa da subito Vanessa Incontrada, con cui avevo lavorato in ‘La classe degli asini’”. Sottolinea il regista Andrea Porporati. “Vanessa è stata l’anima di questa storia, ha dato grazia e profondità al ruolo, ritagliandosi un personaggio che, per risolvere gli enigmi che si trova a fronteggiare, usa, oltre ai metodi tecnici e investigativi più moderni, un’arma speciale: il senso di umanità, la capacità di comprendere la complessità dei sentimenti che deve indagare. Vuole portare alla luce la verità, punire i colpevoli, ma soprattutto cambiare le cose e guarire le ferite provocate dal male che è stato fatto”.
Un ruolo di primo piano nel cast spetta inoltre ad Andrea Bosca e a Giorgio Pasotti: il primo veste i panni del Tenente Enrico Labriola, che indaga sul deep web e la misteriosa hacker Annagreca (Camilla Diana), il secondo è l’insegnante Dario Ventura, educatore attento e premuroso legato a Maria da un’amicizia di lunga data. C’è anche Carmine Buschini, l’indimenticabile Leo di “Braccialetti Rossi”, nel ruolo di Filippo Gravina, ragazzo senza padre, irrequieto e sognatore, con alle spalle problemi di dipendenza dalle droghe.
La forza del racconto. A giudicare dal primo episodio visto in anteprima, possiamo dire che “Il Capitano Maria” parte con il piede giusto, con tutti gli ingredienti per interessare il pubblico vasto di Rai Uno, dalle frange adulte, le più consolidate, a quelle giovani. Le due linee della storia, poliziesco e family drama, ben si amalgamano, grazie alla compattezza della narrazione, ben gestita dal regista, e all’intensità della protagonista, credibile e misurata nell’alternare rigore e delicatezza, tenacia ed emotività. Aspettiamo ora di vedere gli sviluppi della miniserie.

Sergio Perugini

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