Tempo di crisi, decalogo per la scuola produttiva

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Accogliendo la proposta “provocatoria” ma non troppo, del direttore de “La letterina”, giornale on-line della scuola siciliana, letto al Ministero e diffuso in tutte le scuole d’Italia,  penso proprio che oggi nella scuola sia necessario l’intervento  di un Marchionne che sappia rilanciare l’azienda scuola da improduttiva e  passiva, quasi un peso per  l’economia dello Stato, scuola senza “c” e quindi “suola” da calpestare, ad azienda efficiente e  produttiva di qualità e di competenze, palestra di professionalità nuove e competenti, garanzia di una società migliore per il domani.

D’accordo con il Ministro dell’economia che in Italia occorre evitare gli sprechi e ottimizzare le  risorse, al di là della politica dei tagli indiscriminati e generalizzati, ma pur sempre nella logica del risparmio, io Marchionne, comincerei ad

1.      Abolire i distacchi sindacali ed a tagliare i tanti tralci di pesi morti che gravano sul bilancio del Ministero dell’Istruzione: chi non lavora va a casa, (con la pensione degli anni lavorati)

2.      Dare la “buona uscita” a tutti coloro che sono stanchi e sfiduciati, che considerano la scuola un secondo lavoro o un modo per riposarsi;  a coloro che non riescono a tenere la disciplina in classe e non vorrebbero avere a che fare con i ragazzi Tale operazioni immetterà nelle scuole nuove risorse e linfa nuova, carica di entusiasmo e di energia, inserendo nel circuito lavorativo e produttivo della scuola attiva e militante  tutte le risorse capaci e desiderose di produrre qualità e formazione e di  scommettersi con e per i ragazzi.

3.      Mandare  in pensione i docenti utilizzati ad altri compiti anche perché le loro prestazioni risultano inefficaci ed improduttive, se non in alcuni casi dannose,anche per il cattivo di esempio di avere persone che non lavorano, mentre altri devono fare per tre.

4.      Apportare un ragionevole dimensionamento della rete scolastica, proseguendo in maniera efficace all’accorpamento di plessi scolastici, eliminando le realtà improduttive, le classi semivuote, e mentre adesso il Ministero dovrà  impegnarsi ad eliminare le “classi pollaio” io smonterei “i pollai senza polli”  la scuole senza o con pochi alunni, accorpandole ad altre realtà viciniori, senza bisogno di costruire “reggenze”

5.      Formare una squadra forte di dirigenti convinti e  coraggiosi, capaci di risolvere i problemi e non di complicarli, capaci di portare a buon fine con positivi risultati le questioni delicate e difficili, capaci di inventarsi soluzioni intelligenti per superare le difficoltà ed aggirare gli ostacoli della burocrazia e delle procedure formali. La valutazione dei risultati documenterà gli esiti di tale processo di autonomia e di competenza dirigenziale , valorizzando al meglio l’organico d’Istituto e le risorse disponibili.

6.      Mettere in atto con i nuovi dirigenti  un piano strategico di qualità,  che punta sulla collaborazione di tutti, abolendo gli orpelli inutili della collegialità burocratizzata e sindacalizzata : Rsu , organismi,  consigli di interclassi, dipartimenti ) e attivando  nuove strategie in vista di una reale cooperazione tra i docenti e con i genitori nella  ricerca del miglior bene dei ragazzi e della qualità della formazione culturale e professionale.

7.      Aumentare lo stipendio dei docenti che si impegnano a scuola a tempo pieno, e gratificare con incentivi coloro che volessero svolgere un lavoro part-time, altrettanto utile e prezioso.

8.      Pianificare una puntuale e sistemica attività di formazione e aggiornamento professionale di tutti i docenti al fine di rendere   produttiva ed efficace per i ragazzi l’azione educativa e formativa, capace di  seguire i più deboli e incoraggiare i più bravi, sviluppando e potenziando abilità e competenze e non solo nozioni.

9.      Qualificare con appositi corsi di specializzazione e di formazione la competenza dei docenti di sostegno per i quali non dovrebbe prevalere il numero delle ore e degli alunni da assistere, ma il progressivo sviluppo di crescita e  di integrazione degli alunni disabili.

10. Dai risultati di tali  interventi , dalle  economie e  risparmi che ne avrebbero le casse del Ministero dell’Istruzione potrà motivarsi  e giustificarsi uno stipendio europeo per i docenti e per i dirigenti un riconoscimento adeguato alle mansioni degli altri dirigenti dello Stato.

Questo decalogo è formulato con i verbi all’infinito, ma con un condizionale in premessa e credo  si possa ritenere che questa ricetta, fotografa la realtà scolastica italiana con obiettività e realismo, si sostanzia di ideali nella prospettiva di una scuola di qualità e si riveste di utopia., consapevole che, se soltanto alcune delle proposte indicate venissero messe in atto, la scuola italiana ne avrebbe certamente un grande beneficio ed anche il personale  scolastico,  finalmente ben retribuito,  potrebbe lavorare con maggiore entusiasmo , apportando ciascuno il proprio contributo  all’azienda scuola, nella quale tutti coloro che vi operano dovrebbero sentirsi “azionisti”

Io ci credo. Tutto è possibile. Basta volerlo!

Giuseppe Adernò

Presidente ASASI Catania