Caro Gesù Bambino,
è la prima volta che ti scrivo e mi fa un effetto strano, sai, perché da piccola mi hanno insegnato che tu leggi nel cuore dell’uomo, tu vedi l’invisibile. D’altra parte, anche tu sei invisibile.
Ma ti scrivo perché voglio dire alcune cose ad alta voce, anzi, vorrei gridarle dai tetti, come dici tu che avverrà quando non ci saranno più segreti e tutto sarà reso pubblico, perché sarà rivelata a tutti la verità e a ciascuno sarà dato ciò per cui ha speso la vita, in cui ha creduto e lottato ogni giorno.
Ti scrivo per dirti alcune cose che non so a chi dire, visto che tutti hanno fretta e nessuno ha voglia di fermarsi a riflettere e condividere non solo le preoccupazioni ma nemmeno i progetti. Ma che dico, progetti! Nessuno ne ha, si vive alla giornata, con più o meno noia e superficialità, si dicono stupidaggini, dettate dall’istinto e dalla rabbia. Tutti sono nervosi,litigiosi, violenti, scontenti!
Ci s’incontra solo per vincere la noia e si va in cerca di emozioni, di sensazioni che stupiscono e lasciano strabiliati, anche a costo di fare del male a qualcuno, pur di apparire e di fare notizia.
Tu sei piccolo, sei un bambino dolce, con un tenero sorriso e con le braccia accoglienti, che invitano alla tenerezza, al prendersi cura,ad aprirsi alla fiducia.
Ma tu sei cresciuto, non sei rimasto bambino, anzi da adulto hai preso un carico pesante per l’umanità, dopo aver dato tanti buoni consigli di vita, dopo aver fatto “miracoli”, guarendo e ridando fiducia a chi era sfiduciato e senza speranza.
Per questo io credo in quello che tu dici, cioè, riconosco che la tua venuta al mondo oltre duemila anni fa, ha lasciato dei segni indelebili e ha tracciato anche dei cammini che solo un uomo vero come te ha saputo intraprendere. Certo, tu hai cambiato la storia, anzi, hai messo un punto di inizio per una umanità nuova, tanto che con la tua nascita, hanno cominciato a contare il tempo come se quello fosse il primo giorno per il mondo intero, così la nuova era ha inizio con la tua nascita. Da quel momento tutto si conta prima di te e dopo di te.
Ma non è solo questo che mi colpisce, sai, mi colpisce il tuo modello di vita, sei così imprevedibile e fai tutto alla grande, non hai paura, non ti tiri indietro, hai fiducia, sai aspettare, e perfino concedi premi a chiunque si mostra leale e semplice al tuo sguardo.
Ma come fai a resistere e a continuare a fidarti degli uomini sempre?
Sai, noi di questo millennio siamo messi un poco male, anzi, malissimo, perché non ci fidiamo più di nessuno, dico di nessuno.
Ma non possiamo andare avanti così, abbiamo bisogno di guardarci negli occhi e di recuperare la fiducia; di vincere il desiderio di prevalere e credere nella collaborazione, perché l’ingegnosità di ciascuno produce molto più di quella di uno solo; non siamo più leali e rischiamo di non riconoscere più la verità; non crediamo più che nel cuore dell’uomo ci sia ancora bontà e capacità di compassione, anche se abbiamo bisogno gli uni degli altri, e non possiamo vivere senza amare e saperci amati.
Se quel che tu dici è vero, che saremo giudicati con la misura con cui noi giudichiamo gli altri, mi pare di capire che sia perfino conveniente prendersi cura del prossimo, aiutandoci ad eliminare le cause dei disagi nella reciprocità delle competenze e delle possibilità.
Mi ricordo di un vecchio saggio che dice: “Quannu lu to vicinu sta’ beni, qualchi sciauru ti ‘ni veni”, cioè, stiamo meglio tutti. E se il tuo vicino non smette di bussare alla tua porta, ti conviene rispondere subito e non farti raggiungere dalla furia dell’ira, a causa della sua insistenza.
Certo, se tutti si rendessero conto che il tuo modello di umanità è positivo, conveniente per tutti, perché non lascia nessuno nel bisogno,se è vero che “quello che basta ad uno basta pure per cento”, porta pace, rende gioiosi; a parte, il premio che tu dai in compenso,“il centuplo quaggiù e l’eternità”, sai che mondo bello sarebbe!
Niente armi, niente guerre, niente fame, niente miseria, niente violenza, niente imbrogli per accumulare denaro. Scomparirebbero i tribunali, le prigioni, le porte blindatei confini recintati, le guardie di turno,… e forse anche le strade sarebbero più sicure e pulite, i cibi genuini e l’aria pura, la natura fiorente. Penso che anche certe malattie scomparirebbero e potremmo essere tutti più contenti, se non felici, circondati da amici, senza odio, né liti, nè nemici. Certo, dovremo morire, ma dopo una vita felice, anche la morte sarebbe meno dura e più facile da accettare.
Chissà se in questo Natale, qualcuno dei miei amici ti viene a visitare e tu con la tua affabilità non lo possa conquistare e parlandogli al cuore non l’aiuti a capire che la vita può essere vissuta in modo bello e buono a vantaggio di tutto il mondo!
Grazie, Gesù! La tua venuta sia per noi uomini del terzo millennio un’altra occasione per riflettere e comprendere come rendere migliore la vita di tutta l’umanità. Basterebbe fidarsi, come persone leali e sincere, come fai tu con noi, perché tu ti fidi ancora dell’uomo.
Teresa Scaravilli
Una delle tuefans