Tempo di Natale – 7 / A Castiglione di Sicilia il presepe vivente nella Giudecca. Tutto il paese partecipa alla rappresentazione della Natività

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Dopo le precedenti esperienze positive, a Castiglione di Sicilia si ripropone l’evento del “Presepe vivente”. Giunto alla IV edizione, quest’anno si svolgerà il 26 dicembre 2018 e il 5 gennaio 2019 con il patrocinio del Comune – sindaco il dott. Antonio Camarda – la partecipazione dell’Arcipretura parrocchiale “Santi Apostoli Pietro e Paolo” – Parroco don Orazio Greco – del Museo Santi Pietro e Paolo, della Fondazione Regina Margherita e della locale sezione di “Siciliantica”.
Soprattutto molto sentita come sempre è la collaborazione dei cittadini. Quasi tutti partecipano all’allestimento della sacra rappresentazione con entusiasmo, dai più anziani ai piccolissimi, vuoi come figuranti che come ideatori e costruttori. Un lavoro di squadra non indifferente. Attiva anche la partecipazione dei commercianti del luogo. Tanti gli stand e le aree di degustazione di prodotti tipici.
Castiglione di Sicilia, annoverato fra i borghi più belli d’Italia, si presenta nel complesso simile ad un tradizionale “presepe” di sughero o di cartapesta, specie con le luci accese nelle case. Partendo da questa visione d’insieme, qualche anno fa, l’idea proposta da gruppi e associazioni del luogo, e supportata dall’allora parroco don Roberto Fucile, si concretizzò nell’allestimento del presepe nel cuore del centro urbano, per l’appunto “Il Presepe nel Presepe della Giudecca ebraica”.
Ubicato nell’attuale quartiere ebraico di santa Maria, si articola in quelli di san Basilio, della Pagana, di santa Caterina, della Bucceria e della Giudecca.
Questa, appunto, la denominazione corretta usata da sempre e non “ghetto” (“ghet” separazione) poiché non c’è mai stata una vera divisione fra gli abitanti delle varie zone, pur con le loro differenze, le loro usanze e il diverso credo religioso.
É stato l’emiro Hafagar, condottiero arabo, nell’anno 869 ad occupare la parte alta, dopo aver attraversato la valle dell’Alcantara con il suo seguito di mercenari Slavi, Berberi ed Ebrei, che vi si insediarono e popolarono quel sito. Questi ultimi, i più numerosi, svolsero un ruolo importantissimo nelle attività artigianali e commerciali, mentre i “pagani” formavano la manovalanza al servizio degli ebrei più facoltosi.  Ma, pur esistendo i resti dell’arco d’entrata di un possibile Miqwè (bagni rituali) e di un muro perfettamente squadrato che divideva la parte ebraica dalla parte più a valle, cioè la “Pagana”, abitata dagli arabi e dalle etnie di origine greca e romana, fonti storiche parlano di una pacifica convivenza fra cristiani, ebrei e “pagani” che si protrasse per secoli, fino quasi al 1491, quando venne ucciso da due facinorosi fratelli cristiani, dopo una provocazione, il rabbino Biton a capo del Tempio.
Sulla preesistente sinagoga, venne poi costruita la chiesa di san Giuliano, nel tempo vandalizzata e successivamente inglobata in una abitazione privata.
Il percorso, passando sotto il cavalcavia di una casa ottocentesca, si snoda tra discese e salite, in un intersecarsi di cunicoli e viuzze con le ripide scale a gradoni scavati nella roccia. Le case, quasi tutte abbandonate e fatiscenti, presentano l’identica struttura: l’ingresso è una stalla e da lì si accede con una prima scaletta di legno ad una stanza, da dove altri gradini portano a quella superiore, i solai sono anch’essi di legno. Poche le case a pianoterra, vani singoli, usati forse come magazzini.
Quasi tutti questi ambienti vengono adesso utilizzati allo scopo di riportare il visitatore alla realtà di un passato ricco di valori e spesso dimenticato. Le stalle ospitano gli animali e gli spazi più ampi le botteghe degli antichi mestieri e scene di vita quotidiana.
 Addentrarsi nel dedalo di stradine diventa un continuo tuffarsi e riemergere carichi di emozioni. La particolare toponomastica, infatti, ben si presta a far rivivere la mistica suggestione del mistero Natalizio, poiché il presepe di Castiglione ha in sé una valenza particolare per la peculiarità del luogo che accresce e favorisce quell’aria di spiritualità della notte Santa e nel contempo riporta alle vestigia di un tempo remoto all’interno di un antichissimo contesto storico.
Un motivo in più per andare a visitare il recente, ma non per questo ultimo, presepe vivente della Diocesi acese.
Da tempo sono parecchi gli antichi borghi e i piccoli comuni che promuovono la rappresentazione dinamica del mistero della nascita di Gesù. Si tratta di far rivivere l’incanto del Natale, ma diventa anche motivo di aggregazione e di una maggiore promozione turistica, che può agevolare un discreto ritorno economico ai comuni.

Carmela Tuccari