Anche quest’anno nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Ammalati è possibile ammirare un bellissimo presepe artigianale.
Il presepe, che si può ancora visitare fino a domenica, presenta un particolare che lo caratterizza ancora di più. Guardando in alto sopra il Tabernacolo, si nota infatti che la grotta della Natività è stata costruita metà in pietra e l’altra metà è lasciata a capanna.
La metà in pietra riprende lo scenario del Presepe settecentesco che si trova nella “Grotta” della chiesa S. Maria della Neve in Acireale.
A sinistra della grotta del presepe parrocchiale si può osservare il ponte che collegava l’antica piazza di S. Maria Ammalati con S. Tecla, l’abbeveratoio per gli animali e accanto la capanna con il pastore che intende rimandare all’immagine di Gesù Pastore che veglia sul suo gregge.
Alla destra della capanna della Natività si può ammirare il bel paesaggio formato da un piccolo sentiero tipico della nostra “Timpa”, dove vi è un giovane che porta degli agrumi, prodotti tipici siciliani.
A dare maggiormente il colore siciliano allo scenario del presepe sono gli oggetti tipici siciliani collocati nelle varie capanne, come i bummuli, le damigiane, gli antichi attrezzi di lavoro artigianale e i diversi utensili che adornavano le case locali.
A rallegrare questo meraviglioso paesaggio è lo scroscìo ritmato dell’acqua del fiume Aci che scorre sotto il ponte, insieme al piccolo ruscello che riempie il pozzo di “San Francesco” a S. Tecla. Infine, accanto al pozzo vi è posta la capanna di “Innaru”, personaggio tipico del presepe siciliano, con i suoi attrezzi di lavoro e i suoi prodotti, che richiama la vita semplice di un tempo.
Il presepe, come ricorda Papa Francesco nella Lettera Apostolica “Admirabile signum” è un mirabile segno tanto caro al popolo cristiano che suscita sempre stupore e meraviglia e “rappresentare l’evento della nascita di Gesù – afferma il Papa – equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura”.
Quando ci si trova a contemplare la scena del Natale, Papa Francesco dice che “bisogna mettersi spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui”.
Il presepe dunque, è come il Vangelo vivo che parla al cuore di chi lo contempla con umiltà e semplicità. Un mirabile segno che ci ricorda che è ancora possibile fermarsi un po’ per ascoltare il cuore e contemplare l’ Amore che si rivela a noi nella povertà di una grotta.
Un mirabile segno che invita lo sguardo a guardare ancora il cielo, a pensare che non siamo fatti per tirare le giornate, ma per viverle pienamente.
Un mirabile segno che ci ricorda il valore supremo dell’amore, della pace, della fraternità, in un mondo che sembra dimenticarlo.
Un mirabile segno che ogni Natale viene a dirci quanto Dio desidera starci accanto.
Un mirabile segno è il presepe , capace di parlarci di Dio e della sua infinita tenerezza.
Letizia Franzone