Come ogni anno, durante le lunghe e fredde sere di dicembre, il sagrato della chiesa di Santa Maria degli Ammalati si trasforma in un cantiere artistico. Cominciano così i lavori per la realizzazione del grande presepe esterno ad opera di maestri carpentieri quali Carmelo Scalia e Gaetano Failla con la collaborazione di Salvatore Battiato. Tutto pian piano prende forma, la grande scalinata di ciottoli trasportati “Dalla marina di Santa Tecla” assume una colorazione totalmente diversa da quella prorompente e usuale. Nascono quindi capanne e rifugi di fortuna per i pastori in compensato a grandezza naturale, sapientemente disegnati e dipinti dai vari abitanti dei quartieri, pronti ad accogliere il mistero del Natale e che, sabato 6 e domenica 7 gennaio, saranno animati dai ragazzi e dalle ragazze della catechesi parrocchiale con le botteghe della solidarietà. È all’interno che, proseguendo la nostra visita, si apre uno scenario meravigliosamente curato corrispondente ad uno scorcio di montagna.
È posta in alto al centro, in fondo all’unica navata, la capanna della natività in paglia e legno che ospita Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, ma che nei giorni precedenti ha accolto in sé la scena dell’Annunciazione che, come da antica tradizione in parrocchia, preparava i fedeli a vivere il tempo di Natale. Il mistero del Natale, infatti, invita a comprendere il valore fondamentale dell’ascolto della Parola di Dio per saperla accogliere nella propria vita, come fece la Vergine Maria.
Un lungo sentiero alla sinistra dell’altare si inerpica verso il rifugio del pastore, costeggiato da un torrente che scorre lento all’interno di due tronchi di legno intagliato. Alla destra della capanna della natività, invece, si apre il grande cortile dove è rappresentata la figura di Innaru, tradizionale personaggio del presepio siciliano, con la tipica “conca”, gli sgabelli ed i tavolini realizzati in legno, le bottiglie impagliate e le caratteristiche “quartare” insieme ai “bummuli”, oggetti tipici della tradizione siciliana.
Un grande pergolato di vite, con uva vera e l’immancabile pozzo dove si riversa l’acqua proveniente dai canali e dalla grondaia della capanna della natività, si presenta sul lato destro dello spettatore, mentre lo scorrere lento dell’acqua annuncia la nascita di Nostro Signore.
Lo scenario della montagna, l’acqua che scende dalla capanna scorrendo lungo tutto il paesaggio, quasi a volerlo toccare per rigenerarlo e vivificarlo, il pozzo, la vite e l’uva, tutti simboli questi posti nelle diverse scene, per comunicare il valore dell’ascolto della Parola di Dio. La Parola di Dio, attraverso il mistero dell’Incarnazione, viene ad abitare in mezzo a noi, si fa compagno di ogni uomo camminando dentro la sua storia, dentro le sue fragilità per sanarlo e rigenerarlo, per dissetarlo da quella sete di amore presente nel cuore di ciascuno. Come acqua viva la parola di Dio vivifica e rigenera i cuori arsi e stanchi, facendo comprendere che solo in Dio si trova la pace del cuore, solo rimanendo uniti al suo amore come i tralci alla vite si può ascoltare, accogliere ed annunciare la Parola di Dio che costantemente parla al nostro cuore.
Proseguendo la nostra visita al di sotto della capanna di paglia, i due splendidi angeli in legno, collocati ai lati del Tabernacolo in adorazione, sono incorniciati da due portici in finti mattoni, creati per farne risaltare la presenza ed inserirli nel contesto della struttura del presepe. Le luci, magistralmente poste qua e là, avvolgono lo spettatore e lo rendono parte integrante di questa grande rappresentazione.
La realizzazione del presepe nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati è opera di un esperto presepista, Salvatore Lizzio, anima di questo immenso progetto; Lizzio ha curato per diversi anni il presepe che si realizzava nella parrocchia di Santa Maria La Stella. Hanno collaborato a realizzare la sua idea diversi artigiani: Mario Puglisi, Francesco Politi, Giuseppe Maccarrone, Lucio Lizzio, mentre la ditta Franco Monaco ha offerto le piante che ne adornano la scenografia. Giusy e Nino Spina hanno contribuito, con la loro arte pittorica, a decorare i portici ed il muro perimetrale su cui sorge il cortile di Innaru.
È così che, ogni anno, il mistero del Santo Natale viene raccontato nella parrocchia di Santa Maria degli Ammalati, attraverso l’instancabile opera di chi fa della propria capacità un’arte, regalando ad una comunità intera e a chiunque voglia condividerlo una Natale ricco di ricordi e di emozioni forti e suggestive.
Giusy Spina e Letizia Franzone