Jannik Sinner sconterà una squalifica di tre mesi per il caso Clostebol. Così ha deciso la WADA (Agenzia mondiale antidoping) che, tramite comunicato, dichiara di aver raggiunto l’accordo con l’atleta. Un patteggiamento maldigesto considerando che la stessa WADA riconosce la totale innocenza di Sinner, ma al contempo necessario per scrivere la parola “fine” ad una storia che, altrimenti, si sarebbe protratta fino al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport).
A Sinner viene attribuita la cosiddetta “responsabilità oggettiva”, ossia la “colpa” di non aver vigilato sul comportamento dell’entourage, non interessandosi, nel caso specifico, della tristemente nota pomata. Un principio giuridico al quale bisogna attenersi. Sospeso, dunque, perché ritenuto responsabile della negligenza del suo team. La squalifica avrà una durata di tre mesi: dal 9 febbraio al 4 maggio.
“Questo caso mi ha tenuto in sospeso per un anno e il processo era ancora lungo, con una decisione che forse sarebbe stata presa a fine anno. Ho sempre accettato di essere responsabile per il mio team”, queste le prime parole a caldo del campione altoatesino.
Sinner squalificato / Una normativa da rivedere
La WADA accetta la versione del fuoriclasse azzurro riguardo alla causa della violazione come indicato nella decisione di primo grado. L’Agenzia mondiale antidoping, infatti, gli riconosce la volontà di non barare in quanto, tra l’altro, la quantità di Clostebol riscontrata era così infinitesimale da non poter fornire il benché minimo beneficio in termini di prestazione. Il tutto è avvenuto a sua insaputa, a causa della negligenza di alcuni membri del suo staff che, tra l’altro, Jannik ha prontamente licenziato. Ma, secondo il Codice etico, un atleta è considerato responsabile della negligenza del suo entourage.
A nostro parere, è una normativa da rivedere, in quanto l’atleta dovrebbe rendere conto soltanto del proprio agire, della propria preparazione tecnica ed atletica e delle proprie prestazioni. L’aspetto strettamente sanitario dovrebbe essere interamente demandato allo staff medico. Dunque, di conseguenza, il rapporto con il team dovrebbe essere di assoluta fiducia e di totale affidamento. Andrebbe considerata la responsabilità “soggettiva” di ogni membro, in quanto ogni componente del team è un professionista, ed in quanto tale deve rispondere singolarmente di eventuali negligenze nel contesto del proprio operato.
Sinner squalificato / Le reazioni a caldo
Non mancano, chiaramente, i commenti a caldo in seguito alla discussa squalifica del numero 1. Il primo ad intervenire è Angelo Binaghi, presidente della Fitp (Federazione italiana tennis e padel) che, parecchio sollevato, dichiara: “ E’ la prima volta che una vergognosa ingiustizia ci rende felici. Finisce un incubo. Questo forse sarà l’ultimo grande errore della WADA che ha già deciso di cambiare questa regola”.
« È la scelta più pratica, evita a Jannik di saltare la stagione intera. Perderà qualche torneo, ma i più importanti, Roma, Roland Garros e Wimbledon potrà giocarli – è il pensiero dell’ex campione del tennis azzurro Adriano Panatta. La trovo sempre un’ingiustizia, ma almeno si toglie di mezzo questo pensiero che da troppo tempo aveva nella testa».
«Io avevo previsto che la Wada avrebbe abbaiato per poi trovare una soluzione per non mettersi in guai ulteriori». Così dice Sandro Donati, ex allenatore di Alex Schwatzer, figura storica della lotta al doping in Italia, ai taccuini dell’agenzia di stampa LaPresse: «La Wada era in grande imbarazzo, in una situazione contraddittoria e molto esposta perché per quantitativi irrilevanti di Clostebol, sono stati squalificati tanti atleti. È chiaro che da una parte c’erano queste persone squalificate anche per più di due anni – ha aggiunto – dall’altra un tennista forte e potente dal punto di vista mediatico come Sinner che giustamente ha difeso la propria posizione perché ai fini del doping era irrilevante.
Rischiavano di essere trascinati in un tribunale vero, non di quelli sportivi, e potevano esser guai. È una Wada minata da altri scandali, l’attacco della Navratilova è emblematico così come la posizione degli Usa che hanno ritirato i loro fondi con la motivazione per l’occhio di riguardo, a loro avviso, della Wada per i nuotatori cinesi». Ricordiamo, infine, tutti l’ingiustizia subita dall’ex maratoneta azzurro dalla WADA.
Sinner squalificato / Cosa accadrà adesso?
In seguito alla squalifica, Sinner salterà 4 Masters (Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid) e potrà tornare in campo agli Internazionali d’Italia, in calendario dal 7 al 18 maggio, prima del Roland Garros. Potrà riprendere l’allenamento dal 13 aprile. In ogni caso, difficilmente sarà spodestato dalla vetta della classifica Atp. Sicuramente rimarrà il numero 1 fino all’inizio della stagione sulla terra.
In questo momento, Jannik ha 3 mila punti di vantaggio su Zverev e quasi 4000 su Alcaraz. Un buon margine, che tuttavia però potrebbe non essere sufficiente. Tutto dipenderà dai suoi inseguitori. Infatti, se Zverev ed Alcaraz dovessero spartirsi i punti in palio, Sinner manterrebbe la vetta. Invece, se uno dei due dovesse vincere tutti i tornei in palio o gran parte di essi, al suo rientro potrebbe non essere più il primo in classifica. Rimarrebbe comunque nella top 3, considerando il fatto che il quarto in classifica, l’americano Fritz, ha un distacco di oltre 6000 punti.
Sinner squalificato / Un’ingiustizia assoluta
Parliamo, a tutti gli effetti, di un’ingiustizia assoluta. Tant’è vero che dal 2027, la WADA, ben consapevole dell’insostenibilità di alcune posizioni, cambierà radicalmente le norme e casi come quello dell’altoatesino, non esisteranno più. Prima, però, si doveva in qualche modo macchiare la mirabolante carriera di uno dei più grandi protagonisti dello sport mondiale attuale. Restiamo convinti che, se Sinner non fosse stato il numero 1 al mondo e se non avesse tutta questa risonanza mediatica, il tutto sarebbe finito a tarallucci e vino. Invece, qualcuno ha capito che l’unico modo per battere Sinner è non farlo giocare.
È una storia vergognosamente contraddittoria. E’ riconosciuto innocente ma deve comunque fermarsi. Se si dovesse scegliere un titolo per questa ingiusta vicenda, opteremmo per “Storia di straordinaria ingiustizia”. Ma noi tutti confidiamo nella stoffa del campione e nella grandezza dell’uomo. Nel clima canterino di questa settimana Sanremese, ci sovvengono dei versi di una canzone dal titolo “Il bandito ed il campione”, scritta da Luigi Grechi ed interpretata dal fratello, il maestro Francesco De Gregori, molto emblematiche per la vicenda qui trattata: “Fu antica miseria o un torto subito a fare del ragazzo un feroce bandito, ma al destino nessuno gli sfugge, cercavi giustizia ma trovasti la Legge”. Arrivederci campione, noi ti aspettiamo.
Giovanna Fortunato