Teologia e arte 7 / Dalla vita contemplativa le prime esperienze iconografiche

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Nel 313 e nel 380 furono emanati due editti, a Milano e a Tessalonica, grazie ai quali il cristianesimo poté uscire fuori dalla clandestinità ed acquistare una certa pubblicità nel culto. I cristiani smettono di essere perseguitati. In questo fiorire del cristianesimo del IV secolo, MONACOla società pian piano diventa cristiana. In Egitto nascono vari monasteri (Pacromio e Antonio abate saranno i padri più conosciuti di questo periodo, cfr. “La chiesa nei primi secoli” di F.P. Rizzo) e  furono proprio queste esperienze ad alimentare l’arte sacra. Si ebbero, tra i padri della Chiesa, anche degli autori che parlarono di immagini nelle loro argomentazioni: San Basilio, San Gregorio il Teologo, San Gregorio di Nissa, San Cirillo di Alessandria. Attraverso l’immagine la chiesa cerca di condurre tutti i sensi umani, inclusa la vista, alla conoscenza ed alla glorificazione di Dio. (cfr. L. Uspenskij in “La teologia dell’icona” pagg 45 e ss).

Erano già diffuse nell’area orientale due tipi di arte: quella ellenica che rappresentava lo spirito greco nell’arte cristiana e l’arte di Gerusalemme e delle regioni siriane. L’iconografia oggi diffusa del volto di Gesù e della Madonna discende da rappresentazioni dell’arte di Gerusalemme e siriane. WP_20150119_009 (3)La comunità DSCI0307cristiana non preferì un aspetto giovane, da Apollo, imberbe ed elegante, per il Signore che era quello che gli conferiva l’arte ellenistica, ma un aspetto d’uomo con la barba, perché più realistico secondo un immagine dell’uomo palestinese. La stessa cosa per Maria: l’arte ellenica la rappresentava con una tunica , orecchini e acconciatura come una dama di Alessandria o di Roma; invece l’arte di Gerusalemme la rappresentava avvolta nel velo delle donne siriane, mantello che copre i capelli e scende fino alle ginocchia.

Riccardo Naty

 

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