«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. […] Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. (Mt 2,1-12)
Nella festa dell’Epifania (che vuol dire manifestazione) del Signore, i magi giungono a Betlemme per portare dei doni a Gesù Bambino ed adolarlo. Tutti i particolari di questo brano tratto da Matteo 2,1-12 li troviamo in una miniatura in un Salterio di un convento a Carrow, vicino a Norwich in Inghilterra, risalente al XIII secolo. La raffigurazione si può dividere in 4 parti. La prima immagine in alto a sinistra, possiamo chiamarla il viaggio dei Magi da Oriente fino ad Erode. Nella seconda, in alto a destra, troviamo Erode seduto con in mano una spada che suggerisce un’idea di violenza e di malvagità del personaggio. Nella terza, in basso a destra, troviamo i magi che incontrano Gesù, lo adorano e gli fanno dono di oro, incenso, e mirra.Uno di loro indica la stella che li ha guidati. Nella quarta, in basso a sinistra, l’angelo avverte in sogno di non tornare da Erode per comunicargli che avevano trovato il Re dei re. Sembra vi sia una costante in queste quattro immagini: il dito indice che indica o che disapprova. Nella prima, l’angelo indica ai magi la cometa. Nella seconda Erode ha l’indice alzato, gesto tipico del maestro o di chi insegna: infatti i magi si erano recati la lui per sapere quale fosse la città di nascita di Gesù. Nella terza uno dei re magi indica la cometa, nella quarta l’angelo comunica con il dito un “no” per avvisarli.
Riccardo Naty