Il libro Il Dio Capovolto, la novità cristiana: percorso di Teologia fondamentale (Cittadella Editrice 2020) è stato scritto da due teologi importanti come Bruno Maggioni (noto biblista) ed Ezio Prato, entrambi provenienti dalla diocesi di Como. Come ricorda Giuseppe Colombo – nel suo testo “Perchè la Teologia” – non si può fare teologia senza la Rivelazione, senza critica, senza Comunità. Il percorso svolto da questo libro è simile all’intuizione di Giuseppe Colombo, fondatore della Facoltà Teologica Settentrionale di Milano.
Infatti il volume – con un linguaggio molto semplice – per introdurre alla teologia fondamentale anche i meno veterani affronta quattro punti fondamentali, corrispondenti alle quattro parti che lo compongono.
Teologia fondamentale / “Il Dio Capovolto” di Maggioni e Prato: un libro formato da quattro parti
Nella prima parte viene trattato il concetto di Rivelazione (nella Bibbia e nel Vaticano II) ed il cuore della Rivelazione: ovvero la croce e la Risurrezione di Cristo. Gesù mostra il vero volto di Dio Padre, un volto di amore e di misericordia. Gesù capovolge l’idea di Dio almeno in due sensi: rispetto alle comuni tradizioni religiose allora esistenti e rispetto all’idea tradizionale di dio proveniente dal mondo giudaico. La novità di Dio (tema ripreso della teologia del ‘900 da K. Barth) rispetto alle tradizioni religiose è questa: non è più l’uomo che deve sacrificare a Dio, ma Dio che si sacrifica per l’uomo. Rispetto all’idea proveniente dal mondo giudaico: a generare scandalo, e quindi entra in contrasto con le autorità giudaiche, è la pretesa di Gesù di agire al posto di Dio, come Dio.
È uno scontro nel contempo religioso e politico. La nuova idea di Dio predicata da Gesù e la prassi che ne conseguiva sconvolgevano alle radici l’ordinamento giudaico. Nella seconda parte sono identificati quattro criteri per la credibilità del cristianesimo. Essi sono: la verifica storica (alla quale il cristianesimo non si può esimere) e la verifica esistenziale (Gesù e le domande dell’uomo) alla cui tematizzazione ha contribuito anche Karl Rahner già noto per la sua “svolta antropologica”. Un altro fattore è il principio estetico (il cristianesimo inteso come esperienza sensibile) passando per la lezione di von Balthassar, insieme al suo valore universale.
Teologia fondamentale / “Il Dio capovolto”: nel libro, fede-ragione e comunità cristiana
Nella terza parte invece si discorre sul rapporto tra fede e ragione, sia dal punto di vista storico sia offrendone una riflessione per la nostra contemporaneità. Qui si cerca di dimostrare come la fiducia sia parte dell’umano, della nostra struttura antropologica. La quarta tratta la Chiesa come comunità testimoniale. Dopo aver discusso della tradizione e della testimonianza, si passa a riflettere sull’idea di testimonianza e di fede testimoniale. Parole, relazione, sacramento formano la testimonianza ecclesiale. Questa parte termina con una riflessione su Gesù fondatore dell’ἐκκλησία (dell’Ekklesia), della comunità cristiana.
“Il Dio capovolto”: paradigmi teologici messi in evidenza
In molti passaggi il testo mette in luce diversi cambi di paradigmi avvenuti nella storia della teologia. Per dire la Rivelazione, nell’epoca antica dei Padri della Chiesa si usava il modello estetico-sensibile. Poi si è passati al modello dottrinalistico-istruttivo-concettuale (= una dottrina da codificare) che permane ancora nel Vaticano I. Per poi passare ad un modello di Rivelazione di autocomunicazione di Dio (termine che per analogia ricorda la Grazia in K. Rahner come si legge in Sacramentum Mundi), conosciuto anche come modello dialogico-personalistico (a cui si ispira il Vaticano II) cioè – per dirlo con le parole del concilio – “Dio si rivolge agli uomini come ad amici” (DV 2), si rivolge all’uomo dandogli del tu. Infine il passaggio dalla categoria di tradizione alla categoria di testimonianza viene messo a fuoco nella quarta ed ultima parte, quella sulla Chiesa.
Riccardo Naty