«Il proposito del governo, annunciato dal sottosegretario Luigi Bobba, di escludere dall’accesso al 5 per mille le associazioni che hanno poche
firme a sostegno sarebbe un duro colpo per la gran parte delle nostre organizzazioni di volontariato, oltre che la negazione di una libera scelta del contribuente. Per questo siamo in totale disaccordo e chiediamo con forza di recedere da questo deleterio intendimento».
Lo dice, in una nota dell’ufficio stampa dell’associazione, il presidente del Csve, Salvo Raffa, all’indomani dell’annuncio del sottosegretario al Welfare di uno “sbarramento verso il basso” ai fondi provenienti dalle firme sulle dichiarazioni dei redditi: in pratica, sotto una certa soglia gli enti non avrebbero diritto a riscuotere neppure quel piccolo sostegno. In questa direzione andrebbe un decreto ora al vaglio della commissione parlamentare.
«Mentre grosse realtà incamerano decine di milioni di euro, piccole associazioni riescono, con somme minime, a svolgere le loro attività dignitosamente, sopperendo alla mancanza di risorse ormai strutturale. Tante realtà sui territori – argomenta Raffa – contano sul 5 per mille per le necessità basilari, dal pagamento delle utenze all’assicurazione dei volontari. Negare anche questa possibilità, dopo avere stravolto il sistema del volontariato con la riforma del Terzo Settore, sarebbe fatale. Noi difendiamo le associazioni, i volontari e i beneficiari della loro opera gratuita, ma difendiamo anche la libertà di scelta del contribuente che deve avere il diritto di sostenere l’associazione del paese e non soltanto la grossa organizzazione nazionale. Su questo andremo avanti decisamente insieme con altri Centri di Servizio – conclude Raffa – con l’auspici di dissuadere il governo ad infierire ancora sulle associazioni di volontariato, anche piccole, ma presenti e attive sui territori».