Si è svolto dal 7 al 10 gennaio scorso un viaggio a Budapest, capitale dell’Ungheria, organizzato dall’agenzia Oby Whan di Catania e riservato ai sacerdoti provenienti da tutta la Sicilia. Della nostra Diocesi erano presenti nove sacerdoti.
Questo viaggio fa seguito a tanti altri che l’agenzia catanese propone ai sacerdoti amici nei giorni immediatamente successivi alle festività natalizie, secondo una consolidata tradizione, molto apprezzata dagli aderenti, vista la numerosa partecipazione (quest’anno circa 120 iscritti).
Budapest, dunque, la meta del viaggio. Un’antica città, nel cuore dell’Europa centrale, carica di storia, cultura, tradizioni e anche di fede e di una ricca esperienza ecclesiale. I partecipanti hanno potuto fare una immersione, breve ma intensa, in tutte queste dimensioni della città, grazie anche alla competenza delle guide locali, all’accoglienza cordiale e all’ottima organizzazione.
A colpire i visitatori, anzitutto, è stata la nobiltà della città. I segni del glorioso passato imperiale si possono ammirare in tanti posti. A cominciare dal castello di Godollo, a qualche chilometro della città: in questo castello, che fu una delle residenze di villeggiatura dei re, tutto ora parla dell’imperatore Francesco Giuseppe e della sua consorte la principessa Sissy, i sovrani dell’impero austro-ungarico che regnarono tra il XIX e il XX secolo e che sono tanto amati dal popolo ungherese. In città, poi, si resta stupefatti della grandiosa Piazza degli Eroi, della maestosità del Palazzo reale nell’antica Buda, della bellezza mozzafiato del Parlamento che costeggia il Danubio.
Il fiume, poi, è un’altra grande attrazione di Budapest. La città è divisa in due dal Danubio, il grande fiume che scorre in nove stati europei e tuttora funge da via di comunicazione e di commercio. Il fiume scorre quieto: grandi ponti lo sormontano (il più famoso è il ponte delle catene) e sulle sue sponde si affacciano splendidi palazzi che la sera si illuminano e creano un’ambientazione da favola. Nell’ultima sera del viaggio è stato possibile fare un giro in battello per gustare la città da una prospettiva molto affascinante!
Naturalmente il viaggio a Budapest è stato anche un pellegrinaggio sui luoghi della fede del popolo ungherese. Tra i più significativi vanno ricordati la Basilica di S. Stefano, il grande santo re e padre dell’Ungheria, che intorno all’anno 1000 fondò lo stato e allo stesso tempo la Chiesa; l’antica chiesa Mattia dedicata alla Nostra Signora che vide l’incoronazione di 15 re ma anche la trasformazione in moschea quando i turchi conquistarono Buda per quasi due secoli; la Basilica di Esztergom, posta ai confini con la Slovacchia, sede primaziale d’Ungheria e quindi centro spirituale del paese. Qui si trova la tomba e il mausoleo del card. Jozsef Mindszenty, il grande primate che nel secolo scorso divenne l’anima spirituale e difensore del suo paese, soprattutto quando dovette subire le persecuzioni e l’esilio a causa del regime nazista prima, e comunista dopo. In Ungheria, infatti, il popolo e la Chiesa, nel recente passato, hanno sofferto molto: le guerre mondiali ne hanno ridimensionato il territorio, la popolazione si è ritrovata in paesi stranieri, il regime comunista ne ha soppresso l’iniziativa e la dignità (come dimenticare la rivoluzione dell’ottobre 1956 repressa nel sangue dai sovietici?), la Chiesa è stata mal tollerata e i cristiani emarginati dalla società. Ma, come spesso succede, una comunità cristiana che soffre si trova più forte e radicata nella fede e pronta alle nuove sfide sociali ed ecclesiali che le sono giunte dall’apertura delle frontiere.
Tutto questo e molto più (ad es. le tradizioni locali, il folklore, la cucina, ecc.) è il “bagaglio” che i sacerdoti del viaggio hanno portato via da Budapest, unitamente alla gioia della fraternità sacerdotale sperimentata nei giorni della convivenza. Un arricchimento umano, culturale e spirituale di cui i sacerdoti hanno bisogno per un migliore servizio ai fedeli.
don Alfio Privitera