Abbiamo fatto fatica ad abituarci. Ci pare doverlo ancora sentire, con la sua voce calda e suadente, parlare al telefono, pronto a sorridere, a sdrammatizzare ogni cosa pur di comunicare quella calma e quella gioia che sapeva comunicare.
Riguardo i messaggi sul telefono dove tutto si è fermato agli inizi del mese di aprile del 2021, poi il silenzio!
Il commiato di monsignor Vigo
Ripenso ancora a quell’ultima telefonata, il giovedì santo mattina dello scorso anno, in cui lo invitavo a partecipare spiritualmente alla messa crismale (in cui avremmo ricordato il suo quarantesimo anniversario di ordinazione episcopale) con la preghiera e l’offerta della sofferenza. Egli, da autentico uomo di Dio, mi rispose prontamente: “si soffre, si offre e si attende”. Da questi tre verbi, ho intuito subito, che il caro Padre e Maestro nella fede, pur nella speranza di superare il momento della prova, si era abbandonato nelle mani di Dio. Ed era pronto anche a compiere il suo ultimo viaggio.
Il 30 aprile prossimo si compirà un anno della morte del carissimo Monsignor Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo- Vescovo Emerito di Acireale. La comunità diocesana, impossibilitata a riunirsi in Cattedrale a motivo delle manifestazioni civili legate alla edizione straordinaria del Carnevale, si riunirà nella Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria (Piazza San Francesco – Acireale), in Acireale, alle ore 16.00, per celebrare l’Eucarestia, presieduta dal Vescovo, Mons. Antonino Raspanti, in suo suffragio, esprimendo – ancora una volta – la gratitudine al Signore per averci concesso il dono di un Pastore “secondo il suo cuore”.
L’amore del vescovo Vigo per i sacerdoti
In questo anno, in diversi articoli, ho tratteggiato la figura, la dimensione poetica, la sollecitudine pastorale del caro Monsignor Pio. Oggi vorrei soffermarmi sul suo grande amore e la speciale attenzione che ha avuto per noi sacerdoti.
Questa attenzione l’aveva già maturata da Sacerdote, accanto a Mons. Cosentino, all’OASI “Maria SS.ma Assunta” di Aci Sant’Antonio. E anche nel delicato ufficio di Vicario Generale, svolto nella Diocesi di Acireale. Il dono dell’Episcopato l’ha rafforzata, riconoscendo – come pregherà più volte durante le ordinazioni sacerdotali – nei Presbiteri, “i necessari cooperatori dell’ordine episcopale” (Preghiera di ordinazione dei presbiteri).
Monsignor Vigo aveva una stima altissima del sacerdozio e questa cercava di trasmettere al presbiterio non solo con la sua vita, semplice e sobria, ma, anche, con gli scritti. Ogni giovedì santo, oltre l’omelia della messa crismale, era solito consegnare ai Presbiteri una lettera.
Qui richiamava il dovere della fedeltà a quelle promesse, che durante la messa si rinnovano. In queste lettere, che unitamente alle omelie, ho pubblicato nel libro “In simplicitate cordis” (2010), in occasione della conclusione dell’anno sacerdotale, il vescovo guarda al sacerdote come l’amico di Gesù, il tralcio fecondo unito alla Vite vera. Nel 2009 ci offrì anche un decalogo della vita sacerdotale.
Nella prefazione al libro scrivevo: “ … traspare l’animo nobile del Pastore che guarda con affetto di predilezione i suoi principali cooperatori nel Ministero … da qui il ripetuto appello alla santità sacerdotale, alla scrupolosità nell’adempimento del ministero, a mantenere alto il tono della propria identità senza svenderla facilmente. A riscoprirsi ogni giorno autentici e veri sacerdoti, all’altare e nella testimonianza della vita”.
Il grazie del vescovo Vigo ai sacerdoti
In occasione del suo XXV anniversario di episcopato (14.2.2006), nel discorso di ringraziamento, così diceva: “ … Comune a tutti i Vescovi è poi la singolare esperienza di grazia avvertita, nella trasmissione del sacerdozio ai giovani eletti al presbiterato, con l’imposizione delle mani. Chissà quale e quanta gioia dovette avere la Vergine Maria nell’avere generato, da Madre , il Figlio di Dio, l’Eletto, l’Inviato dal Padre ! In quest’ordine di grazia si pone ogni ordinazione sacerdotale!
Un altro motivo di gratitudine sorge immediato dall’edificazione e dal conforto che i sacerdoti mi hanno dato con la loro collaborazione. Senza loro il vescovo non può svolgere il suo ministero e non può attendere a tutti i doveri che la responsabilità del servizio episcopale richiede. Di molti di loro mi è caro il ricordo perché sono rimasti fedeli ai loro impegni anche in gravi situazioni di disagio. In verità tutti danno testimonianza di voler guidare la porzione di chiesa loro affidata con l’impegno delle loro capacità”.
Salutando la Diocesi, nella celebrazione del 20 Settembre 2011, all’omelia così si esprimeva: “Ai cari Sacerdoti, primi ed insostituibili collaboratori, il mio grazie sincero per l’affetto e la devozione usati nei miei confronti, accompagnati da sincera e disponibile ubbidienza. Ho spesso ripetuto che sono rimasto ‘stupito’ e ‘edificato’ dalla prontezza e dall’accoglienza delle indicazioni che come Vescovo ho dovuto rivolgere ai Sacerdoti. Stasera unitamente al mio grazie, rivolgo loro l’esortazione a tenere sempre alto il tono della vocazione sacerdotale. Senza svenderlo o sminuirlo, ma coltivandolo e difendendolo quotidianamente con la preghiera e l’operosa carità pastorale. Possa continuare ancora nel tempo l’elogio che spesso si sente nei riguardi del nostro Presbiterio: unito al Vescovo, come le corde della cetra (S. Ignazio d’Antiochia)”.
Il vescovo Vigo, un prezioso aiuto spirituale
Attento alla formazione permanente del clero, raccomandava sempre la partecipazione corale del Presbiterio, nell’omelia della messa crismale del 2010, sottolineava: “Sono anche un prezioso aiuto per la nostra spiritualità sacerdotale i momenti di aggiornamento e le mattinate di ritiro che vengono svolte per tutto il clero all’OASI”.
Non c’è stato Presbitero in situazione di bisogno, sofferenza, o malattia, che non abbia ricevuto il conforto e l’assistenza del vescovo. Quanti funerali di sacerdoti sono stati accompagnati dalle sue lacrime di dolore. Anche tante convivialità ha condiviso gioiosamente con il presbiterio, dove con le sue battute ironiche, i ricordi del passato e con il suo ridere senza freno, rendeva sereni e gioiosi quei momenti di fraternità sacerdotale.
Come ha affermato il card. Paolo Romeo, nel discorso al termine dei suoi funerali, l’affetto di Monsignor Vigo non è stato “esclusivo” per i Sacerdoti, perché ha sinceramente amato tutte le componenti della comunità diocesana. Possiamo sentirci, però, “privilegiati” per avere avuto nel suo cuore un posto sicuramente speciale.
Il ricordo dell’amatissimo Padre, nel primo anniversario della sua morte, si fa preghiera di lode e di ringraziamento al Signore, per aver avuto in lui, una guida autorevole e un esemplare testimone per la nostra vita sacerdotale.
Don Roberto Strano