Oltre al caldo anomalo che in questo momento stiamo vivendo in tutta Italia, ma soprattutto al sud, negli ultimi giorni ci siamo dovuti confrontare con un altro enorme problema.
Il troppo caldo ha messo in serie difficoltà gli impianti elettrici che, a quanto pare, sono vecchi e desueti e non reggono il sovraccarico.
Ore intere senza energia elettrica stanno mettendo in ginocchio diversi punti dell’isola: climatizzatori inattivi, frigoriferi spenti, fornelli o forni elettrici inutilizzabili, ascensori fermi, attività lavorative in ginocchio. Ma ci sono problemi più gravi a cui non badiamo non trovandoci in certe delicate situazioni. Ci riferiamo alle persone che vivono un disagio grave e che, proprio per questo, dipendono più di altre dalla mancanza di energia elettrica.
Paola Tricomi testimonia il suo disagio
Abbiamo colto in proposito il pensiero della dott.ssa Paola Tricomi, una giovane affetta da atrofia muscolare spinale (SMA) di tipo II. Ha appena concluso un dottorato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e per i suoi problemi è seguita al Centro Clinico Nemo di Milano. Ci dà testimonianza del grave disagio subito.
“Attualmente in Sicilia -ci dice- abbiamo una temperatura superiore ai 45 gradi. L’altro giorno nel comune dove abito siamo rimasti senza corrente elettrica dalle 15 alle 23. So di alcuni quartieri di Catania che sono rimasti senza corrente, né acqua fino a 5 giorni. Qualcuno ha pensato ai fragili? Posso rispondere io che ho una dipendenza da ventilatore polmonare la cui autonomia dura 10 ore, poi si deve ricaricare. No, nessuno ha pensato a noi”.
L’aeroporto di Fontanarossa in fiamme ha creato altri problemi…
“Si, infatti su due aeroporti della Regione è quasi impossibile prendere un volo, a causa dell’incendio scoppiato a Fontanarossa oltre una settimana fa. In molti parlano del danno al turismo e di immagine che riceve la Regione, ma nessuno affronta il tema del grave rischio sanitario.
Quale? Lo spiego semplicemente: se chiunque di noi dovesse sentirsi male oggi e necessitasse di un trasferimento in un’altra regione d’Italia, potrebbe avere insormontabili difficoltà a farlo. Si può accedere, infatti, all’elisoccorso solo se intubati, in tutti gli altri casi il paziente può trasferirsi esclusivamente con voli sanitari in aerei di linea. Peccato che la Sicilia non ha collegamenti validi in questo momento! In considerazione della condizione degli ospedali siciliani, direi che da un fatto del genere potrebbe dipendere la vita di ognuno di noi.
Mi chiedo come sia possibile che ancora non abbiamo capito cosa significa essere un’isola! Siamo isolati! Per questo gli investimenti nei trasporti dovrebbero essere almeno il doppio rispetto alla norma, non solo per rendere un territorio civile, ma proprio a tutela dei fragili. Ma, come abbiamo visto, nessuno pensa a loro. E se poi tutti ci chiediamo “cosa ci tiene ancora ancorati a questa terra?”, per favore non rispondiamoci “il sole, il mare, la bellezza”! A me non basta, io voglio vivere”.
Paola Tricomi non rappresenta solo quelli che hanno problemi gravi, ma ognuno di noi. Lo Stato ha l’obbligo di intervenire tempestivamente aiutando chi, ogni giorno, cerca di vivere una vita “normale” anche con gravi difficoltà. Tutti abbiamo l’obbligo morale di sostenere quelli che lottano per vivere una vita accettabile.
Mariella Di Mauro