Testimonianza / Ricordando i 40 anni del Seminario vescovile

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seminario vescovile Acireale

Il 26 settembre 1983, insieme a don Vittorio Rocca, don Pietro Turrisi, don Alfio Vasta e don Sostene Di Stefano, varcavo la soglia del Seminario diocesano per iniziare il cammino di discernimento e di formazione al Presbiterato. Da allora sono passati quarant’anni!

In ascolto della Parola sento riecheggiare, in questo momento, le parole del Deuteronomio: “Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame. Poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane. Ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore.  Il tuo vestito non ti si è logorato addosso, e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni …” (8,2-4). Veramente sono stati anni di immeritata grazia.

Tutti i Superiori che lo hanno accompagnato negli anni del Seminario vescovile

Innanzitutto vorrei fare grata memoria dei saggi e illuminati Superiori che hanno accompagnato il nostro cammino molti dei quali, purtroppo, non sono più con noi. Cioè il Rettore, don Attilio Gangemi; il vice-rettore Mons. Alfio Donzuso per i primi quattro anni e successivamente Mons. Sebastiano Raciti. Poi il Padre Spirituale, don Orazio Finocchiaro e l’Amministratore, Mons. Filippo Cutuli. Persone illuminate che più con l’esempio, che con la parola, ci hanno testimoniato la bellezza del sacerdozio.cappella

Un gratissimo ricordo va pure alla Suore Ancelle di Gesù Sacerdote, non solo perché maternamente hanno provveduto al nostro sostentamento quotidiano, quanto per la loro testimonianza. Se delle donne hanno seguito il Signore per servirlo nei suoi sacerdoti, significa che il Prete è un ideale così grande per cui vale la pena di offrire al suo servizio tutta la vita. Ci hanno accudito e custodito come madri, ci hanno accompagnato con la preghiera e l’offerta della propria vita.

Parola ed Eucarestia, sono stati i pilastri su cui siamo stati chiamati a fondare il nostro cammino di formazione. Unitamente ad uno smisurato amore per la Chiesa.
In occasione della pubblicazione, postuma alla morte del carissimo don Attilio, scrivevo: << Alla luce della Parola di Dio, Attilio ha compreso il mistero della Chiesa “sposa di Cristo, senza macchia ne’ ruga” (Ef, 5,27), una Chiesa contemplata nell’Apocalisse che per giungere “come sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2), passa attraverso le tribolazioni del mondo.

Seminario vescovile: le continue esortazioni

Da qui le continue esortazioni ad amare e servire la Chiesa e l’esagerata insistenza sull’obbedienza al Vescovo. Quante volte abbiamo sentito l’esortazione a rimanere “nella Chiesa”. “Non svolge un buon servizio, ci diceva, chi sbatte la porta e se ne va, perche’ ritiene che non ci sia posto per le proprie idee”. Si rimane nella Chiesa anche soffrendo e nell’umiliazione”.

Quante volte, in questi trenta anni di sacerdozio, queste parole sono risuonate come monito nel mio animo. Anche la devozione mariana ci e’ stata trasmessa in relazione alla Chiesa. Attilio vedeva in Maria, Madre della Chiesa, il prototipo, il modello, il tipo …>>. Siamo stati educati alla responsabilità, all’amore allo studio non come erudizione, ma come servizio. Gli ambienti del seminario, non ancora ristrutturati, ci hanno permesso di vivere in comune gli spazi, cimentando la comunione e favorendo lo stile della comunità.

Il ricordo nostalgico del Seminario vescovile

Sarà stata l’esuberanza dell’età, il desiderio di giungere al sacerdozio, la voglia di crescere, ma i cinque anni trascorsi in Seminario sono veramente volati. E, quando nell’ottobre del 1988 giunsi a Roma per completare gli studi, una sorta di nostalgia pervadeva il mio animo, per aver lasciato il Seminario.

In un momento assai delicato come il nostro, dove anche i Vescovi (finalmente!) si interrogano sulla validità esclusiva del seminario come luogo formativo per i futuri sacerdoti e studiano forme integrative e percorsi personalizzati, il Seminario resta sempre il “cuore e il centro della chiesa locale” (OT, 5), che siamo chiamati tutti, i preti in particolare, ad amare e sostenere, perché continui nel tempo l’opera delicata della formazione sacerdotale. Mentre a ciascuno di noi e alle nostre comunità è affidato dal Signore il compito di pregare “perché non manchino operai nella sua messe” (Lc 10).

 

Don Roberto Strano

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