Testimonianza / Incontro ad Acireale con Giorgia Benusiglio: “Per mezza pasticca di ecstasy si può morire”

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Si è tenuto mercoledì 1 febbraio nell’antisala consiliare del comune di Acireale, l’incontro con Giorgia Benusiglio, la

Giorgia Benusiglio

ragazza che il 16 ottobre 1999, in una discoteca di Desenzano del Garda, ha assunto mezza pasticca di ecstasy rischiando di morire. Da qui il lungo calvario… la sua vita cambia completamente. L’hanno presa per i capelli, sarebbe morta in poche ore se non si fosse intervenuti con un trapianto di fegato, il fegato di Alessandra, la ragazza di Ancona morta a causa di un incidente stradale. È così che Giorgia ha una seconda possibilità di vita. Si può morire anche per mezza pasticca di ecstasy, Giorgia è stata più fortunata e vive grazie al fegato di Alessandra e a chi si è preso cura di lei.

Giorgia, che si è laureata in scienze della formazione primaria all’università cattolica del Sacro Cuore di Milano, decide di trasformare la sua terribile esperienza in una lezione di vita, girando per tutte le scuole d’Italia e informando i giovani per non far commettere loro il suo stesso errore, quello di rovinarsi la vita. Lei e il papà intraprendono un cammino, quello di fare prevenzione.
Giorgia è anche l’autrice del libro “Vuoi trasgredire? Non farti!” e la protagonista del docufilm “Giorgia vive”.

«L’iniziativa nasce da una mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale contro ogni forma di dipendenza dalle sostanze e dalle non sostanze, nasce così un percorso condiviso con l’assessore D’Anna. Ci siamo dedicati a fare interventi mirati con l’istituto penitenziario minorile, abbiamo voluto qui la comunità di San Patrignano proprio per cercare di toccare l’argomento droga sotto tanti punti di vista. Stasera si parla  dell’esperienza di Giorgia, non di una dipendenza, ma del fatto che una singola assunzione spesso può diventare letale», ci ha detto la consigliera comunale Sabrina Renna

«La possibilità di coinvolgere persone che sulla propria pelle hanno sperimentato quanto l’uso della droga possa essere pericoloso è fondamentale per lavorare con i ragazzi, vale più di mille libri, più di mille lezioni. Un percorso da intraprendere è quello di coinvolgere figure così carismatiche, come quella di questa donna, Giorgia, per lavorare nelle scuole, e per far capire ai ragazzi quanto è importante la vita, quanto va salvaguardata e protetta», ha dichiarato l’assessore Adele D’Anna.

Ad intervenire l’avvocato Enzo Di Mauro, il dott. Fabio Brogno del “Sert” , che ha affermato «La storia di Giorgia sente, tocca e lascia traccia», la dott.ssa Maria Carmela Gammino dell’associazione “Ali nel Silenzio” che, tra i diversi servizi offre anche quello di un centro d’ascolto: «forte è il grido d’aiuto da parte delle famiglie e dei giovani, quello della tossicodipendenza è un problema grave», e il dott. Michele Tuttobene dell’”Aido”.

In seguito la proiezione del video realizzato da Giorgia che racconta della lettera del papà, Mario Benusiglio, e che mostra diversi scatti fotografici di famiglia.

“Ho fatto la cavolata più grande della mia vita – ha precisato subito Giorgia -. La mia vita è totalmente cambiata da quell’ottobre del ’99. Sarò paziente per sempre, sono costretta a fare le analisi ogni mese e il check-up ogni sei mesi. Da 11 anni incontro i ragazzi; non parlo di proibizionismo, ma chiedo loro di ricordarsi di me se dovessero trovarsi di fronte alla situazione. Devono chiedersi “Sarei in grado di affrontare un intervento un intervento di 17 ore e poi di altre 5? Sarei in grado di dover assumere per sempre farmaci, di avere così tante cicatrici? Di vivere coi sensi di colpa nei confronti dei miei genitori? Io – prosegue Giorgia – non ho visto rabbia nei loro occhi, ma delusione, non si sarebbero mai aspettati un gesto così da parte mia. Non sono stata in grado di divertirmi in modo naturale”.
«Come si fa a trarre felicità dalla morte di qualcun altro? Alessandra sarebbe morta ugualmente, ma io ero una persona sana come voi ed è difficile tutto questo. Ho dovuto accantonare i miei sogni. La droga può uccidere anche solo con una singola assunzione. Non c’è giorno che non parlo di Alessandra , quando mi sono laureata ho pensato “Ce l’abbiamo fatta”.
Giorgia conclude l’incontro, riferendosi ai presenti, con questa espressione: “Abbiate cura di splendere”.

Graziella De Maria

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