È giunta al termine la Gmg Cracovia 2016 avente come motto “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” e alla quale hanno partecipato milioni di giovani; un’esperienza unica, di fede, di preghiera, di fratellanza, ma anche di divertimento che nessuno potrà mai dimenticare.
Forti le emozioni provate dai presenti che hanno respirato aria di festa e di pace per le vie di Cracovia sotto il sole e la pioggia,hanno partecipato alla cerimonia di apertura con il cardinale Stanislaw Dziwisz, alle catechesi, alla cerimonia di accoglienza del Santo Padre ,hanno visitato Auschwitz, il Santuario della Madonna nera di Czestochowa, il Santuario della Divina Misericordia e quello di Giovanni Paolo II, hanno partecipato alla veglia e alla messa finale con Papa Francesco il quale ha anche annunziato la prossima tappa della Gmg, a Panama nel 2019.
Direttamente da Cracovia abbiamo chiesto ad alcuni giovani di presentarsi, quali sensazioni hanno provato grazie a questa esperienza e cosa si portano a casa dopo averla vissuta.
«Mi chiamo Teresa Maniaci, ho 18 anni e vengo dalla diocesi di Patti ed è la mia prima esperienza, me l’hanno sempre raccontata e ho voluto provarla. È un’emozione forte, grande, partecipare alla Gmg perché si incontrano giovani dell’Italia e di tutto il mondo e si riesce a fare amicizia con loro. Passeggiando per le vie di Cracovia abbiamo incontrato tanti gruppi dell’America, di Malta, siamo riusciti a scambiarci degli oggetti nostri; a me hanno regalato una spilla, ad altri qualche bandiera ad esempio».
«Sono Francesco Cracò, ho 23 anni e sono di Patti. Per me è la prima esperienza, ho sempre ascoltato i racconti dei miei compaesani che hanno partecipato alle scorse Gmg, ma viverla è tutta un’altra cosa; ti dà senso di aggregazione, di unione anche con gli altri paesi; nonostante non riesci sempre a comunicare o a farti capire c’è quello spirito di fede che ti lega. Porterò a casa una bella esperienza, un bel cammino di fede, spero la vera Parola di Dio e tanti souvenir».
«Sono Marianna da Palermo, sono partita con la consapevolezza di scoprire tutto quello che mi sarebbe accaduto qui, non mi sono prefissata nulla e ho lasciato tutto al caso. Siamo andati ad Auschwitz e Birkenau, eravamo tantissime persone ma non si sentiva volare neanche una mosca, mi ha toccato dentro questo, c’era silenzio e rispetto. Ho fatto altre esperienze, da tanti anni faccio parte della gioventù francescana della Sicilia».
«Mi chiamo Morena Castelli, ho 22 anni e vengo da Caltanissetta. La Gmg è un’esperienza unica e irripetibile che tutti i giovani dovrebbero fare almeno una volta nella vita; si tratta di un evento comunitario importante che ci fa capire che noi giovani nelle nostre piccole comunità non siamo soli, insieme siamo tanti e possiamo crescere nella fede. Durante la messa è stato emozionante scambiare il segno di pace con i vicini provenienti da altre nazioni».
«Sono Giuliana Ganci e vengo dalla diocesi di Monreale. Questa Gmg è un’opportunità per incontrare molti ragazzi, per fare nuove amicizie e per consolidare quelle che già abbiamo. Si può condividere la gioia di stare con Dio e far vedere al mondo che anche se è preso dalle angosce, dagli attentati terroristici, c’è la gente che vuole gioire nel Signore».
«Mi chiamo Claudio, appartengo alla diocesi di Acireale; ho sempre sognato partecipare alla Gmg, sono parte attiva del gruppo dell’Azione cattolica della mia parrocchia di Giarre. Penso che questa esperienza serve a far nascere in ognuno di noi una fede più profonda».
«Sono Angelo D’Agata, la Gmg è un’esperienza positiva. Mi ha colpito molto la croce apparsa in cielo durante la celebrazione eucaristica. Ho partecipato alla Gmg di Madrid e magari andrò pure a Panama. La conclusione di questa esperienza mi lascia molta malinconia perché mi sono abituato alle persone, all’ambiente e tornare a casa è un trauma, soprattutto riprendere la vita di ogni giorno. Quando sono andato a Madrid ero scarico di fede, andavo poco in chiesa, poi ho iniziato a frequentarla e spero che anche questa volta la mia fede si rinnovi».
«Sono Graziella De Maria, vengo dalla diocesi di Acireale e questa esperienza mi ha toccata profondamente. Ascoltare dal vivo la predica di Papa Francesco è stata un’emozione forte, le sue parole mi hanno fatto riflettere e guardare dentro. Ho cercato di vivere al massimo questa esperienza, mi sono affidata a Dio, ho offerto a Lui le mie paure, le mie speranze, i miei sogni e i progetti, ho chiesto di proteggere le persone a cui voglio bene e di aiutarmi a donare agli altri la fede che ho dentro. La Gmg mi ha fatto capire ancor di più che siamo tutti uguali di fronte a Dio, non importa il colore della pelle che abbiamo, i soldi che possediamo in tasca, la lingua che parliamo, le tradizioni e la cultura del nostro paese, la marca dei vestiti che indossiamo; eravamo tutti umili pellegrini, fratelli, accomunati dallo stesso obiettivo e in cammino verso la medesima meta. Questa esperienza è stata anche divertente, ho conosciuto nuove persone, scambiato sorrisi e comunicato con tanta gente. Questi giorni sono volati, ma sono consapevole che la vera Gmg – come ha detto Papa Francesco – comincia adesso: cercherò di trasmettere agli altri quello che ho vissuto e coinvolgerò i miei amici a partecipare alla prossima Gmg».
Graziella De Maria