Testimonianze su Papa Francesco-3 / Barbara Sgroi: “Quell’incidente favorì l’ incontro col Santo Padre”

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Insieme alla piccola delegazione acese, presieduta dal vescovo Antonino Raspanti, arrivo a Firenze per prendere parte al Convegno nazionale della Chiesa italiana. Ci siamo preparati per oltre due anni, riflettendo sulle tante piste che ci sono state offerte. Tante idee nella mente,  ma, in questo momento, c’è di più la fibrillazione di esser qui,   con altri tremila delegati tra laici, religiosi, preti e i vescovi di tutta la penisola.

Nel pomeriggio,  cerimonia di apertura in S. Maria del Fiore e poi, col buio, si ritorna ai propri alberghi, in attesa dell’incontro più desiderato. Domani, in una Firenze blindata, arriverà Papa Francesco, per parlare ai delegati all’ombra del campanile di Giotto.
Si attende perciò il Papa e questo discorso che consegnerà, e c’è gioia, trepidazione, clima di grande amicizia e fraternità.

Vittima di un infortunio, sembra fallito l’incontro con Papa Francesco

Ma – sigh! – a Firenze c’è pure il selciato  di certe stradine del centro storico attorno al Duomo, selciato in qualche punto sconnesso, dove la storica pavimentazione può diventare una trappola per chi vi transita…e – patapunffete!- eccomi io a farne immediata esperienza, inciampando e sbattendo violentemente con la fronte e le ginocchia sulla dura pietra fiorentina.  Mani amiche mi sollevano immediatamente, costernate per non aver potuto frenare il mio volo, e si cerca di soccorrermi. Ghiaccio, farmacia, pomata. Accertato che, comunque, non presento ferite sanguinanti, dopo cena vengo premurosamente accompagnata nella mia camera. Si va presto a letto,  perché domani alle 6 del mattino bisognerà raggiungere S. Maria del Fiore, dove alle 9 Papa Francesco arriverà, tutto e soltanto per noi.

Ma la notte per me è terribile, dolori acuti attraversano il mio corpo e la mia testa, e alle prime luci dell’alba, facendo il tentativo di alzarmi, capisco che io non incontrerò Papa Bergoglio: il ginocchio si è gonfiato enormemente e mostruosamente, impossibile poggiare il piede e camminare.
E mentre una feroce cefalea intrappola mezza testa, io mi dispero pensando che mi sono preparata per due anni a vivere un evento a cui non parteciperò.
I miei amici chiamano l’ambulanza che mi porterà in ospedale per la tac, e dopo baci , abbracci e raccomandazioni fraterne, partono alla volta del Duomo.

In ambulanza verso l’ospedale

Nella hall dell’albergo, arrivano poco dopo gli infermieri e mi issano in carrozzina sull’ambulanza. Si parte. Col mio ormai inutile badge di delegata che pende tristemente dal collo, dal finestrino guardo le strade senza auto, transennate ai lati, dietro le quali già comincia ad aumentare la folla che saluterà il passaggio di Papa Francesco.
Ogni mezzo metro c’è un poliziotto, un vigile urbano, un volontario. Dalla radiolina accesa sul veicolo, sento “…ecco, ecco…!!!! L’elicottero col Papa sta atterrando a Prato, ancora alcuni minuti e Firenze darà il suo abbraccio al successore di Pietro…”.

E’ un attimo. Un’ idea mi attraversa fulminea. “Mi scusi, signore, mi scusi…mi porti in Duomo, non in ospedale. Devo vedere il Papa, devo incontrarlo…devo…”.
Sguardi stupiti e perplessi dei giovanotti in tenuta sanitaria. “Vi prego…lasciatemi davanti al Duomo…c’è la mia delegazione…qualcuno verrà a prelevarmi in  carrozzina. Devo ascoltare e vedere Papa Francesco.. e poi andrò in ospedale, certo.
Giuro che mi sento bene e li convinco, non senza fatica, a portarmi a S.Maria del Fiore..E qui comincio a vivere una esperienza che ha dell’inverosimile.

Cambio di rotta nel tentativo di recuperare l’incontro con Papa Francesco

Ai miei amici, che chiamo al cellulare, è impedito  uscire dalla Basilica, il Papa sta arrivando, i controlli sono serrati. Allora un poliziotto, sicuramente illuminato dallo Spirito, afferra la mia carrozzella, entra in Basilica e mi va a posizionare in prima fila, tra un folto gruppo di cardinali a sinistra e, poco distante, a destra, la giunta comunale e il sindaco di Firenze.
E così, “mi godo” in prima fila Francesco e il suo discorso, accanto ad un prete anche lui in carrozzella perché appena operato ad una gamba. Passano almeno due ore…io mi sento in paradiso.. sento che sono stata graziata da Dio, e ora che Papa Francesco sì è congedato e si dirige all’uscita, sono pronta  ad andare al pronto soccorso.

L’incontro ravvicinato con Papa Francesco

Ma, sorpresa!!  Francesco non va verso l’uscita, sembra voler venire nella nostra direzione, forse vuole salutare le autorità, il sindaco lo attende con un sorriso a 360°…e infatti, tutto rosso per l’emozione, vedo che ora sta baciando la mano ad un Francesco sorridente che…ma che fa!!!???…No, non è possibile….tre secondi ed ecco davanti  a me il sorriso aperto di Papa Francesco, il biancore del suo vestito invade il mio campo visivo. Lui mi prende le mani tra le sue, ed io farfuglio  “ti vogliamo bene, Santo P..…!“. Grazie –  mi dice lui  guardandomi negli occhi – e non dimenticare di pregare per me!”. Attraverso la cortina delle lacrime, lo vedo allontanarsi, mentre il mio vicino in carrozzella si asciuga il volto con le mani.

E oggi è il 21 aprile 2025. Ciao, Francesco, ora è davvero Pasqua per te.. Fai buon viaggio. Grazie per quanto ci hai regalato in questi anni. Continua a stringere le nostre mani fra le tue, continua a sorriderci e prega per noi. Ora ho tutto il tempo per dirtelo, e tu per ascoltarlo: Ti vogliamo bene, Santo Padre.

Barbara Sgroi