Testimonianze su Papa Francesco – 7 / Il Brasile dalla delusione istintiva all’ammirazione convinta

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Papa Francesco a Copacabana

Mi é stato chiesto di scrivere per “La Voce dell’Jonio” su Papa Francesco visto dal Brasile.

Quando fu eletto Jorge Mario Bergoglio, dodici anni fa, la prima reazione in Brasile fu negativa. Molti pensarono che la scelta di un argentino era stata un errore grave. Si sa che i brasiliani nutrono per i “fratelli” argentini una tradizionale antipatia, una rivalità non solo sportiva (attualmente la nazionale di calcio argentina va molto meglio della selezione brasiliana, alla quale da poche settimane ha inflitto una sonora sconfitta per 4 a 1) molto più accesa di quanto non lo sia quella degli italiani per i “cugini” francesi.

Inoltre, per coloro che sono soliti ripetere che “Dio é brasiliano”, convinti di essere stati privilegiati per tanti doni di bellezza e grandezza ricevuti, fu amaro quell’affronto. Pensavano che, se la Provvidenza aveva deciso di optare per un non-europeo, per un sudamericano, la scelta doveva cadere sul Brasile.

Papa Francesco GMG Copacabana 2013
Papa Francesco, GMG Copacabana 2013

Ma ben presto iniziò il cambiamento: l’occasione fu la “Giornata mondiale della gioventú” realizzata a Rio de Janeiro pochi mesi dopo. Era stato previsto che dovesse presiederla il Papa Benedetto XVI, le cui dimissioni ebbero, tra gli altri motivi, anche quello dell’impossibilità di affrontare quel viaggio e l’intenso programma dell’evento. A partire da quel mese di luglio del 2013 i brasiliani, e non solo i cattolici, si entusiasmarono per Papa Francesco, e cominciarono a sentire simpatia per i suoi gesti esempi e parole, anche se non con piena conoscenza e sintonia per il suo magistero.

Per avere un’idea di ciò che provocò tale cambiamento mi piace citare tre esempi.
Anzitutto il suo discorso durante la visita alla “favela” di Varginha a Rio de Janeiro.

La visita alla favela di Rio de Janeiro

Avrei voluto bussare a ogni porta, dire “buongiorno”, chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un “cafezinho”, parlare come ad amici, ascoltare il cuore dei genitori, dei figli, dei nonni… Ma il Brasile è così grande! E non è possibile bussare a tutte le porte! Allora ho scelto di venire qui a fare visita alla vostra Comunità, che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile. Che bello essere accolti con amore, con generosità, con gioia! Quando siamo generosi nell’accogliere e condividiamo qualcosa con una persona – un po’ di cibo, un posto nella casa, il nostro tempo – ci arricchiamo. So che quando qualcuno bussa alla vostra porta, voi trovate sempre un modo di condividere il cibo; e lo fate con amore! Il popolo brasiliano, in particolare le persone più semplici, può offrire al mondo una preziosa lezione di solidarietà.

Solidarietà

Questa parola solidarietà é spesso dimenticata o taciuta, perché scomoda. Quasi sembra una brutta parola… Vorrei fare appello alle autorità e a tutti gli uomini di buona volontà: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo! Non è la cultura dell’individualismo, spesso prevalente nella società, che costruisce un mondo abitabile; ma la cultura della solidarietà: vedere nell’altro non un concorrente o un numero, ma un fratello. E tutti noi siamo fratelli!

In tutto il Brasile, ci sono tanti giovani. Voi, cari giovani, avete una particolare sensibilità contro le ingiustizie, ma spesso siete delusi da fatti di corruzione, da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse. Anche a voi e a tutti ripeto: non scoraggiatevi mai, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare, l’uomo può cambiare. Cercate voi per primi di portare il bene, di non abituarvi al male, ma di vincerlo con il bene”.

L’omelia di Papa Francesco per la messa con i giovani a Copacabana

Processione del 1990 nella parrocchia di Piedade do Paraopeba

In secondo luogo indico l’omelia sul Lungomare di Copacabana per la messa con i giovani.
Cari giovani! Che cosa ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza paura, per servire.-
– Andate. Dove ci invia Gesù? Ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Vorrei che questo mandato di Cristo risuonasse in voi giovani della Chiesa in America Latina, il mondo ha bisogno di Cristo! Qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane.

– Senza paura. Geremia, quando fu chiamato da Dio a essere profeta, disse: «Ah! io non so parlare, sono giovane». Dio dice anche a voi quello che disse a Geremia: «Non avere paura, perché io sono con te»! “Non avere paura!”. È Lui stesso che ci precede e ci guida. Vorrei rivolgermi anche ai sacerdoti! Per favore, continuate ad accompagnare i giovani con generosità, aiutateli ad impegnarsi attivamente nella Chiesa; non si sentano mai soli!

– Per servire. S. Paolo, per annunciare Gesù, si fece “servo di tutti”. Evangelizzare è testimoniare in prima persona l’amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù.
Seguendo queste tre parole – Andate, senza paura, per servire – sperimenterete che chi trasmette la gioia della fede, riceve più gioia. Cari giovani, la Chiesa conta su di voi!

L’omelia nel Santuario di Nossa Senhora Aparecida

In terzo luogo indico l’omelia nel Santuario nazionale di Nossa Senhora Aparecida.

Mantenere la speranza. Quante difficoltà ci sono nella vita di ognuno, nelle nostre comunità, ma per quanto grandi possano apparire, Dio non lascia mai che ne siamo sommersi. Davanti al possibile scoraggiamento di chi lavora all’evangelizzazione oppure di chi vive la fede come padre e madre di famiglia, vorrei dire con forza: abbiate sempre nel cuore questa certezza: Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona! NON PERDIAMO MAI LA SPERANZA! Non spegniamola nel nostro cuore!

Il male, il “drago” di cui parla il libro dell’Apocalisse, c’è nella nostra storia, ma non è lui il più forte. Il più forte è Dio, e Dio è la nostra speranza! È vero che oggi gli idoli si mettono al posto di Dio e sembrano dare speranza: il denaro, il successo, il potere, il piacere. Spesso un senso di vuoto si fa strada nel cuore di molti e conduce alla ricerca di compensazioni.

Cari fratelli e sorelle, siamo luci di speranza! Abbiamo uno sguardo positivo sulla realtà. Incoraggiamo i giovani, accompagniamoli nel diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore. Non hanno bisogno solo di cose, hanno bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori che sono il cuore spirituale di un popolo. In questo Santuario li possiamo leggere: spiritualità, generosità, solidarietà, perseveranza, fraternità, gioia; valori che trovano la loro radice più profonda nella fede cristiana.

In sintonia con Papa Francesco

Spontaneamente il popolo, la moltitudine dei semplici, gli abitanti dei piccoli centri dell’immenso territorio brasiliano e delle periferie urbane delle metropoli (le “favelas”) cominciarono a sentire una corrispondenza di sentimenti che li portò all’entusiasmo per lo stile di Francesco.

Io stesso, osservando il tipo di pastorale che il Papa svolgeva quasi come “parroco del mondo”, sperimentavo un duplice motivo di sintonia. Sotto l’aspetto dell’insegnamento, io apprezzai molto la sua didattica catechistica che avevo conosciuto nell’adolescnza e nella gioventù come discepolo dei Padri Gesuiti (per 18 anni: 9 al Collegio Pennisi di Acireale e 9 a Roma con i Padri dell’Università Gregoriana), con quell’abitudine di proporre i contenuti in tre punti, con tre parole facili da ricordare e interiorizzare.

Sotto l’aspetto del ministero sacerdotale, un episodio identico a quello da me vissuto come esperienza di pastorale col popolo più umile mi portò a seguirlo con più attenzione. Franceso narrò di una donna anziana che, mentre egli usciva dalla chiesa alla fine di una celebrazione solenne, gli chiese: “Padre, mi dia una benedizione”.
Dopo aver risposto: “Ma tu hai appena ricevuto la benedizione liturgica della Messa”, e averle spiegato il senso e l’importanza della partecipazione alla liturgia, la donna ripetè: “Mi dia una benedizione”. Non c’é differenza tra Argentina e Brasile dal punto di vista della devozione popolare e della opportuna pratica pastorale che vi corrisponde; la fede del popolo semplice é così.

Gli appelli di Papa Francesco sui temi di grande impatto

Ovviamente, col passare del tempo, cresceva un atteggiamento favorevole nelle moltitudini e nei mezzi di comunicazione, almeno a livello di discorso pubblico, mentre il Papa sviluppava mondialmente gli insegnamenti e i relativi appelli, spesso commoventi, riguardo ai temi più drammatici come le guerre, la lotta alla povertà, il rispetto per i più deboli, la salvaguardia del creato etc..

Particolarmente apprezzati erano gli interventi circa la condanna dell’egemonia capitalista o la difesa dell’Amazzonia. Tuttavia, le posizioni dei gruppi culturali dominanti e l’azione dei politici hanno continuato a determinare azioni e processi in senso totalmente contrario alla Dottrina sociale della Chiesa e al Vangelo.

La pretesa dei circoli di potere reale in Brasile non é differente da quanto avviene in Europa, riuscire a imporre la dittatura del relativismo, l’agenda dei presunti “nuovi diritti” individuali, la “colonizzazione ideologica” – come più volte l’ha definita Francesco.

Il popolo con fede segue il Papa

Così, mentre le cosiddette “élites” esultano perché il governo e i partiti che lo sostengono, infischiandosi dei richiami del Papa, promuovono riforme che minacciano la famiglia e l’educazione, il popolo semplice continua a praticare la sua fede nell’umile e costante esercizio della fraternità e segue il Papa.

Non é un caso se, dopo il caso di guarigione nel 2013 per la canonizzazione di Santa Dulce dei Poveri, il Signore sembra aver voluto premiare i piccoli ancora una volta, visto il miracolo avvenuto in Brasile nel 2022, che ha determinato la canonizzazione di Carlo Acutis (prevista per il 27 aprile ma rinviata, a causa della morte di Francesco perché solo il Papa può celebrarla). É facile vedere alla televisione il gran numero di brasiliani con la bandiera, presenti ed esultanti tra la folla in piazza S. Pietro.

 

Padre Giovanni Vecchio
(Belo Horizonte)