The Line, pionieristica città verticale del deserto saudita

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The Line è una città verticale nascente nel deserto saudita basata sui principi della sostenibilità ma non esente da critiche. Sono ben 500 miliardi i dollari stanziati dal principe saudita Mohammed bin Salman Al Sa’ud per il progetto NEOM, che dovrebbe essere portato a termine entro il 2025. Si tratta di un piano che prevede lo sviluppo di dieci nuove regioni nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, nella provincia desertica di Tabuk.

Di questo mega progetto infrastrutturale fa parte The Line, megalopoli lineare ad alta sostenibilità che sarà larga 200 metri, alta 500 e lunga ben 170 chilometri, per una superficie totale di 34 km quadrati. Le prime immagini di The Line sono state diffuse da Dezeen, rivista di architettura con sede a Londra. Analizziamo luci e ombre di questo controverso progetto che fra non molto vedrà la luce nel deserto arabico.

The Line: la città verticale nel deserto / I lati positivi

The Line si prospetta come un’area urbana con un clima ideale tutto l’anno e con un’ottimo sistema di mobilità. Di fatti sarà presente un treno sotterraneo ad alta velocità potrà offrire ai residenti un transito end-to-end in un massimo di 20 minuti. La città sarà totalmente priva di auto e strade, quindi senza inquinamento e rumori. Il tessuto urbano sarà un susseguirsi di quartieri pedonali integrati nel paesaggio naturale, dove tutti i servizi essenziali (scuole, ambulatori, negozi, zone verdi) possono essere raggiunti a piedi in 5 minuti. Gli ingegneri e gli urbanisti chiamano questo modello “zero gravity urbanism”: si tratta di stratificare le funzioni della città in verticale. Si dà così alle persone la possibilità di muoversi verso il basso, verso l’alto o in diagonale.

The Line: la componente digitale

La componente digitale sarà fortemente presente in questo programma e l’area sarà largamente interconnessa tramite il 5G, l’intelligenza artificiale e la robotica che soddisferanno i bisogni dei residenti per facilitarne la vita. Non vi saranno emissioni e questo centro abitato potrà contare al 100% sulle energie rinnovabili (sole, vento e idrogeno verde). The Line avrà una facciata a specchio larga 200 metri estesa per tutti i 170 km a 500 metri sul livello del mare per mimetizzarsi e preservare il più possibile la bellezza della natura circostante, riflettendola. Durante i lavori di realizzazione della città saranno autorizzate solo attività che rispondono a criteri di sostenibilità ambientale riconosciuti a livello internazionale.

Questa smart city potrà accogliere 9 milioni di persone ed il trasferimento dei primi residenti è stato previsto per il 2024. Entro il 2030 si prevede la creazione di oltre 380.000 posti di lavoro e di 180 miliardi di SAR (48 miliardi di dollari) al PIL interno. Il focus principale su cui si basa l’intera progettazione urbana è il benessere dell’ambiente ma anche quello del cittadino.

The Line: la città verticale nel deserto / Aspetti controversi

The Line, sulla carta, appare molto affascinante, ma al momento gli esperti non solo ne hanno confutato la reale sostenibilità, ma anche la sua moralità sembra alquanto dubbia. Il 2 novembre 2022 l’organizzazione per i diritti umani ALQST ha comunicato una situazione piuttosto grave. La Corte penale dell’Arabia Saudita ha condannato a morte tre indigeni della tribù Huawaitat, per essersi opposti allo sgombero forzato per la realizzazione della magalopoli. Dall’inizio dei lavori per NEOM le autorità saudite avrebbero arrestato, molestato e perseguitato diversi membri della tribù che vive nell’area da secoli. Gli uomini si sono rifiutati di vendere i propri terreni allo Stato.

Insomma, in Arabia Saudita i diritti non sono tenuti granché in considerazione, inclusi quelli delle donne che lottano ancora oggi per delle libertà fondamentali.
Mentre bombarda lo Yemen – che sta vivendo la peggiore tragedia umanitaria del mondo secondo l’ONU, sotto le bombe saudite – e, come Donald Trump, ha snobbato l’Accordo di Parigi sul clima, il principe ereditario saudita invece afferma che The Line è “Un progetto per come le persone e il pianeta possono coesistere in armonia”.Mohammed città deserto
Il capo saudita descrive questo centro urbano nascente come “Un laboratorio vivente, un hub per l’innovazione”.

Ma chi potrà permettersi un bilocale dai costi esorbitanti a The Line? Chi potrà accedere a questa società ipoteticamente perfetta e sostenibile? Sicuramente non una famiglia yemenita, afflitta da lungo tempo dai bombardamenti sauditi, ma neanche un lavoratore medio italiano. La domanda allora è: abbiamo davvero bisogno di questa alternativa?

The Line: la città verticale nel deserto / Migrazioni climatiche e nuovi modelli urbani

Il rapporto della Banca Mondiale Groundswell riporta che nel 2050 i migranti climatici potrebbero ammontare a 216 milioni. La zona più a rischio, con 86 milioni di probabili migranti climatici, è l’Africa subsahariana. A seguire l’Asia orientale e meridionale, il Nord Africa e il Sud America. E’ quindi indispensabile immaginare dei modelli di città alternativi a quelli che conosciamo, ma il modello NEOM, quanto potrà essere effettivamente replicabile e scalabile cosicché la società nel suo complesso possa trarne beneficio e non solo nove milioni di privilegiati?

                                                                                       Maria Maddalena La Ferla

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