La Riserva naturale orientata della Timpa di Acireale, istituita nell’Aprile del 1999 dalla Regione Siciliana, ha storia e caratteristiche uniche da conoscere. Si tratta di uno spaccato naturalmente costituito da una scarpata di oltre 150 metri di altezza. E’ nata dal movimento dell’imponente sistema di faglie che ha interessato un ampio volume di rocce vulcaniche presenti nel sottosuolo dell’area vulcanica etnea. Per almeno 6 chilometri, è costituita da una costa a strapiombo sul mare (dalla frazione di Capo Mulini a Testa dell’Acqua). Nei primi due, si raccorda alla costa con un andamento più articolato (località di Malascesa e Santa Maria la Scala) e attraverso una splendida pianura agrumicola (frazione di Santa Tecla).
Il movimento della faglia che ha generato la Timpa di Acireale è legato a un’attività geologica di rilevanza regionale, che caratterizza l’intero fianco orientale dell’Etna. I terreni e le rocce che, grazie all’ampia scarpata, sono direttamente osservabili lungo la Timpa, sono riconducibili a tre periodi eruttivi identificati. In ordine cronologico: Centri eruttivi Alcalini Antichi, formazione del Trifoglietto, formazione del Mongibello. Associati in alternanza o più frequentemente sopra le lave, si notano banchi di tufo, lahars, tufiti e piroclasti. La presenza di una base di argilla al di sotto del materiale vulcanico ha provocato anche la creazione di diverse sorgenti d’acqua, riscontrabili nel territorio della Timpa.
Perchè è stata istituita in qualità di Riserva naturale?
La Riserva è stata istituita per consentire conservazione, tutela e valorizzazione di un’area caratterizzata da un vasto patrimonio naturalistico, geologico e paesaggistico. Le motivazioni iniziali sono tuttavia riduttive rispetto alle reali valenze. Questo perché, malgrado l’elevato grado di antropizzazione, il sito rappresenta il lembo boscato a più bassa quota del versante orientale etneo appartenente all’antico Bosco di Aci. Queste aree hanno permesso la conservazione di una ricca fauna silvicola e di una numerosa fauna invertebrata della fascia pedemontana etnea. Rappresentano inoltre un importante rifugio per tante specie di vertebrati.
L’area protetta è stata suddivisa in due aree distinte a diversa destinazione d’uso. La zona A comprende la stretta fascia costiera tra l’area della Gazzena e l’abitato di Santa Maria la Scala, parte della Timpa Falconiera e Timpa Belfrontizio. La zona B di pre-riserva a sviluppo controllato comprende l’area sub pianeggiante della Gazzena e i terreni sottostanti le Timpe Falconiera e Belfrontizio.
Timpa di Acireale: la vegetazione della riserva naturale
La vegetazione della Timpa si rivela, nel corso del tempo, fortemente influenzata dalla presenza dell’uomo. L’osservazione delle comunità vegetazionali inizia dalla zona costiera, per raggiungere il punto più alto della scarpata. Lungo le scogliere che si trovano ai piedi della Timpa, possiamo osservare una vegetazione di tipo alofilo, adattata cioè a sopportare la salsedine dovuta alla vicinanza del mare. Sono presenti il Finocchio marino e il Ginestrino delle scogliere.
Vicino alla sorgente di acqua dolce Miuccio, in prossimità del mulino di Santa Maria la Scala, si osserva lo sviluppo di una vegetazione acquatica semi-sommersa: troviamo il Sedano d’acqua, il Crescione e la Veronica acquatica. Risalendo lungo la scarpata la vegetazione inizia ad assumere carattere rupestre per cui possiamo osservare: il garofanino delle rupi, il cappero, la Violaciocca rossa e la Silene rigonfia. Si possono osservare anche degli arbusti come l’Euforbia arborescente (rappresentante della nostra macchia mediterranea), e piccoli lembi dell’antico bosco con esemplari di Roverella.
Timpa di Acireale: la fauna della riserva naturale
A popolare la riserva naturale della Timpa ci sono anche numerose specie di animali, che, grazie anche al difficile accesso da parte dell’uomo, trovano un habitat ideale. Nell’area protetta vivono infatti conigli selvatici, ricci, ma anche volpi che coabitano insieme a rettili come i colubri leopardini e le lucertole campestri. A causa degli incendi estivi, alcune specie di rettili sembrano purtroppo scomparse: è il caso della tartaruga terrestre.
Non mancano caratteristiche specie di volatili. Di giorno è possibile osservare in volo la Poiana, di rado il Falco pellegrino e il Gheppio. Mentre di notte comuni rapaci sono l’Assiolo, il Barbagianni e la Civetta. Lungo le coste è notevole la presenza di Gabbiani; meno frequente in autunno quella del Cormorano. Con l’arrivo delle calde temperature, giungono dall’Africa la Rondine e l’Upupa, che depongono qui le loro uova. Molte specie come lo Scricciolo e il Merlo, invece, si incontrano tutto l’anno, soprattutto nelle zone in cui è presente la macchia mediterranea e nei limoneti.
Timpa di Acireale: i percorsi della riserva naturale
Sicuramente il modo migliore per conoscerla è una lunga e serena passeggiata, con scarpe da trekking e smartphone pronto per immortalare e godere di questa grande bellezza. Il posto è facilmente raggiungibile dalla Chiesa S.Maria del suffragio (foto sotto), superata la quale si potrà percorrere il ponte sopraelevato della SS114. Da qui inizierà la suggestiva via che comprende sette tornanti e altrettante “chiazzette” (piazzette in dialetto siciliano), cappelle votive e l’antica Fortezza del Tocco. Circondata da capperi, fichi d’India e gelsi, attraversa la riserva fino a raggiungere un bivio. Da questo, si può scegliere di attraversare l’agrumeto a destra, incamminandosi per la via Miuccio, e raggiungere la spiaggia del Molino di Santa Maria La Scala; oppure proseguire a sinistra, verso la piazza principale del borgo marinaro. Per le visite guidate, è possibile consultare il sito della Riserva della Timpa.
Timpa di Acireale / Il progetto di Legambiente, Arci Babilonia ed Econscience
Legambiente è una delle principali associazioni che ha promosso nel tempo molteplici attività per sostenere campagne di prevenzione ed educazione ambientale. In particolare, attraverso la campagna “Proteggiamo la Timpa” insieme ad Arci Babilonia ed Econscience, si propone di proteggere e salvaguardare la riserva attraverso azioni di monitoraggio e sensibilizzazione. Non di rado però, il grande potenziale di competenze ed esperienza di questo associazioni è rimasto colpevolmente inascoltato. Tanto da buona parte della cittadinanza quanto, talvolta, dalle istituzioni. Il Comune di Acireale si era proposto alla fine del 2016 di “rimuovere” presunte cause di “degrado ed erosione” , compreso l’abbattimento di un noto “ecomostro” abusivo. L’intervento ha interessato tratti costieri con falesie di natura basaltica, ricoperte da formazioni a bosco e macchia mediterranea, ricadenti nella riserva naturale La Timpa.
La denuncia e le proposte di Legambiente
Legambiente ha più volte denunciato come purtroppo vari interventi edilizi e di impatto idrogeologico, negli ultimi decenni, siano stati devastanti. In particolare, viene criticata la mancata presa di coscienza e conseguente regimentazione corretta delle acque meteoriche affinché non si inneschino crolli e smottamenti. Al contempo però, tra le iniziative proposte, spicca quella iniziata lo scorso dicembre 2020 nell’ex scuola elementare del suddetto borgo marinaro di Santa Maria La Scala. Qui, i volontari hanno aperto un Centro di educazione ambientale (CEA delle Aci), destinato ad adulti e bambini. Oltre a offrire un altro infopoint della riserva, in aggiunta a quello già presente alla Fortezza del tocco, organizza laboratori ed eventi pubblici di educazione ambientale per la promozione delle buone pratiche di sostenibilità e valorizzazione della Riserva.
Arianna Pastore