Tipicità di Sicilia / Le fave e la sagra del maccu, non solo a Raffadali

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macco di fave

A Raffadali, è tradizione il primo fine settimana di ottobre festeggiare la sagra del maccu, caratteristico piatto ricavato dalle fave. Durante questa festa, si svolge un caratteristico mercato legato all’agricoltura e all’allevamento che porta ogni anno centinaia di cittadini da tutta la Sicilia. La Festa si svolge tra il primo sabato e la prima domenica di ottobre. Raffadali è infatti conosciuto nell’isola come “u paisi du maccu”.

Non solo la sagra di Raffadali: il maccu di fave

Questo piatto, è inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf). Si tratta di legumi ricchi di proteine, fibre e sali minerali. Composte all’84% di acqua, aiutano anche la funzione depurativa dei reni. Il Màccu di favi, è un piatto tipico siciliano e la sua preparazione è diffusa in tutta la Sicilia. La ricetta del maccu di fave è semplice, ma molto salutare: tratta di una crema di fave realizzata con una cottura prolungata di fave secche alle quali viene aggiunta una verdura, solitamente delle bietole, e servita con il solo condimento di olio extravergine di oliva. Viene consumata come minestra o piatto unico.

Una caratteristica peculiare del maccu è dovuta al fatto che, una volta raffreddato, si può conservare ricoperto con un velo d’olio per essere consumato in un secondo momento. La purea raffreddata può anche essere consumata fritta in olio extravergine di oliva. è in uso il detto “livari l’ogliu du maccu” (togliere l’olio dal macco), azione che indica una particolare abilità nelle attività manuali. In alcune versioni viene anche arricchita con erbette o verdure fresche, come i vurrani, cioè la borragine. Si dice che la miglior maniera di gustare il Macco sia “ru fili ri pasta cu maccu e ricotta frisca a tignitè” (con due fili di pasta e ricotta in abbondanza). Una ricetta tipica è quella dei “lolli che’ favi” ragusani, a base di pasta fresca. Se si prepara il macco di fave siciliano in abbondanza, il giorno dopo potete gustarlo fritto.

fave e maccu

Origini del maccu di fave 

Nella tradizione il macco è un cibo contadino per eccellenza, poiché permette di riempirsi la pancia con poco. Esistono anche dei proverbi siciliani ad esso dedicati, come “Cogghiri l’ogghiu supra ‘u maccu” (raccogliere l’olio sul macco), per parlare di una persona tirchia.

Il nome ‘’maccu’’, deriva dal termine latino “maccare” che in dialetto diventa  “ammaccare” cioè schiacciare. Era considerato come “il piatto del buon auspicio” e veniva offerto dai proprietari terrieri al termine del raccolto a tutti i contadini, per festeggiare la fine dei lavori. L’origine di questo piatto risale all’antichità in quanto lo mangiavano anche gli antichi Romani e dei greci. Ad esempio Aristofane, nella sua commedia “Le rane” parla di una pietanza a base di fave schiacciate, che Eracle mangiava per trarre forza e nutrimento. I Romani invece consumavano il piatto soltanto in occasione dei riti funebri.

I romani hanno sempre fatto grande uso delle fave, le mangiavano anche crude, con l’intero baccello ma solo quando erano molto tenere. è vero anche che tra le famiglie più importanti nella storia di Roma, i Fabi, prendevano nome dalla fava. Per Pitagora le fave erano “cibo dei morti”, ossia mezzo per contattare l’aldilà. Il favismo è una grave anemia emolitica ereditaria ancora oggi diffusa fra gli abitanti dei territori dell’antica Magna Grecia. Ma al di là delle implicazioni mitico-rituali, il macco è stato tradizionalmente un cibo di poveri

Tipicità di Sicilia / Le fave come la carne dei poveri

Le fave erano, in passato, il nutrimento tipico dei meno abbienti e, per questo, le si chiamava la “carne dei poveri“. Nelle condizioni di miseria cui erano sottoposte le classi popolari, il macco costituiva a volte il piatto unico di tante famiglie per mattina e sera. I padroni ne davano una scodella come pasto principale della giornata e in casi particolari, si dava da mangiare la pasta. In tante località della Sicilia si coltivano le fave, non solo per il consumo alimentare, ma anche perché è una pianta “miglioratrice”, che aiuta cioè a rinnovare terreni argillosi e pesanti. Quindi le fave sono un alimento tipico siciliano da valorizzare.

Esistono diverse varietà di fave, che si distinguono o in base alle dimensioni o al colore delle fave, che può essere verde, viola o rossiccio. Quelle comuni sono di colore verde. La raccolta delle fave avviene in primavera, periodo dell’anno. Appena raccolte possono essere consumate anche crude, soprattutto se tenere. il resto dell’anno possiamo consumarle secche, dopo averle reidratate, o cucinando quelle congelate.

Clara Privato

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