Già famosa per il suo cioccolato IGP, la tradizione culinaria della città di Modica vanta anche i ‘mpanatigghi, tipicità siciliane dolci a forma di mezzaluna dal cuore morbido che nascondono al proprio interno un ingrediente insolito che li rende unici nel loro genere. Tra gli ingredienti principali di questa ricetta, infatti, troviamo un connubio perfetto tra il cioccolato e la carne macinata. Alcuni potrebbero a primo impatto storcere il naso, ma è proprio questo particolare abbinamento a renderli celebri e a suscitare la curiosità di coloro che per la prima volta ne sentono parlare.
Tipicità siciliane / I ‘mpanatigghi: le origini
Uno strato sottile di pasta croccante impastata con farina, lievito, uova, zucchero e strutto. La pasta racchiude poi un morbido ripieno di cioccolato, carne tritata (solitamente controfiletto di manzo o vitello), mandorle, zucchero e cannella. In alcune varianti alla ricetta originale vengono aggiunti per il ripieno miele e chiodi di garofano. Una ricetta antica che cela le sue radici ai tempi della dominazione spagnola di Carlo V d’Asburgo in Sicilia nel XVI secolo. Origini facilmente intuibili dall’etimologia stessa del nome. Esso deriverebbe, infatti, da empanadas o empanadillas fagottini a mezzaluna ripieni di carne e/o verdure tipici della cucina spagnola.
La ricetta nella tradizione modicana si è poi tramutata in uno dei dolci peculiari e tra i più apprezzati della città. Secondo alcuni racconti questo strano accoppiamento nascerebbe da un’idea delle monache benedettine. C’è infatti un aneddoto che riporta di come le suore preparassero questi dolcetti per far mangiare ai frati – a loro insaputa – la carne anche in periodo di quaresima (periodo di digiuno e preghiera nella religione cristiano-cattolica). Il cioccolato, lo zucchero e la frutta secca camuffano, infatti, il sapore della carne.
Tipicità siciliane / I ‘mpanatigghi: il “biscotto da viaggio” di Modica
I monaci erano soliti attraversare le campagne a piedi o a cavallo di un mulo per evangelizzare e raccogliere offerte da un convento all’altro. Questi dolcetti fornivano loro il giusto apporto calorico per affrontare un viaggio tanto faticoso. Tuttavia, le origini di questo connubio di sapori secondo altri sarebbe un ulteriore eredità della tradizione iberica. In passato, infatti, cacao e zucchero venivano impiegati come conservanti naturali per mantenere più a lungo la selvaggina e più in generale la carne. Questo rende quindi i ‘mpanatigghi dolci non solo ad alto apporto energetico, ma anche a lunga conservazione. Anche i nobili di Modica durante i loro lunghi viaggi verso Palermo, per recarsi dal viceré, prendendo in prestito l’idea delle monache benedettine, facevano scorta di ‘mpanatigghi.
In questo modo avevano a disposizione non solo un gustoso snack durante il viaggio, ma anche una merenda nutriente in attesa del pranzo o della cena. Questo dolce era molto apprezzato anche da Leonardo Sciascia che era solito chiamarlo “biscotto da viaggio”. Proprio per la sua caratteristica compattezza nel formato e la sua conservazione lunga nel tempo. Insomma, un dolce che oggi rappresenta un simbolo della città barocca, un’autentica tipicità siciliana che racchiude una storia ricca di tradizione e ingegnosità culinaria. Un dolce che conquista il palato di chiunque si avventuri ad assaporarla, trasportando i gusti e gli aromi di un’epoca passata in un’esperienza culinaria contemporanea indimenticabile.
Mariachiara Caccamo