E’ stato presentato il 4 ottobre nell’aula magna del liceo scientifico “Archimede” di Acireale il libro Le ali del vento, opera “prima” di Lorenzo Marotta, docente di filosofia e poi preside in vari istituti superiori del nord-est e, da ultimo, proprio presso il liceo “Archimede”.
La presentazione è stata curata dal Cenacolo culturale del cine-foto club “Galatea” di Acireale diretto da Turi Consoli, il quale ha fatto da moderatore, mentre gli onori di casa sono stati fatti da Riccardo Biasco, attuale dirigente scolastico dell’ “Archimede”. Quattro i relatori che si sono passati la voce per illustrare e approfondire vari aspetti particolari del volume: il prof. Rosario Musmeci, la giornalista Silvana La Porta, l’avv. Anna Ruggeri ed il preside Giovanni Vecchio. Era presente in sala anche la moglie dell’autore, Nuccia, musa ispiratrice alla quale Lorenzo Marotta rivolge un grato pensiero alla fine del libro.
Le ali del vento (pubblicato nella scorsa primavera per le edizioni Vertigo di Roma) racconta la storia di due giovani, Antonio e Laura – lui docente di filosofia e lei traduttrice ed interprete – i quali si incontrano una prima volta in America, ad Harvard, e si ritrovano poi a Venezia, dove lei vive e lavora e dove lui viene chiamato come docente presso la locale Università.
Tra i due nasce una storia appassionata ed appassionante, ricca sul piano sentimentale ma anche sul piano del confronto culturale, poetico, filosofico e dell’introspezione psicologica, trattandosi di due persone ambedue colte e sensibili. Si inseriscono nella vicenda anche altri personaggi – amici e familiari – che arricchiscono la narrazione e danno modo di approfondire meglio le figure umane dei due protagonisti. Antonio è siciliano, originario di Aidone (in provincia di Enna) e l’ambientazione si articola prevalentemente sulla bipolarità Venezia – Aidone, ma vuole essere per l’autore un’occasione per far conoscere meglio la Sicilia e la sua ricchezza storico-culturale, oltre che paesaggistica, che va sicuramente al di là di certi luoghi comuni. Infatti trovano posto nella narrazione anche altre località siciliane, come Taormina e la nostra città di Acireale. “Un omaggio – come ci dice lo stesso autore – alla nostra terra ed un contributo per il suo rilancio”, per “sfatare il mito della irredimibilità e del fatalismo della Sicilia, quale troviamo in Verga e in Tommasi di Lampedusa”.
Sono tutti riferimenti chiaramente autobiografici, dal momento che l’autore è siciliano (originario proprio di Aidone) ed ha svolto una buona parte della sua attività professionale a Venezia e dintorni. La storia si svolge negli anni Settanta, nei cosiddetti “anni di piombo” sfociati nell’assassinio di Aldo Moro, e per la generazione che ha vissuto il ’68 evoca certamente dei ricordi personali, perché i riferimenti storici sono reali e non immaginari e persino documentati.
Il libro è sicuramente di piacevole lettura perché scorrevole ed accattivante. La trama è ben costruita ed i personaggi sono ben definiti, e non sembra proprio l’opera prima di un “principiante”. Un particolare che vale sottolineare è la precisione delle descrizioni, fatte con accuratezza e con proprietà di termini: gli ambienti, le figure fisiche ed anche l’abbigliamento di ciascun personaggio. Ma questa precisione e questa accuratezza si ritrovano anche nella descrizione dei sentimenti e delle sensazioni, oltre che nei dialoghi e nei dibattiti, manifestando la preparazione culturale dell’autore.
Il libro sarà presentato nel mese di dicembre anche a Venezia.
Nino De Maria