Sono tante le lamentele riguardo i disservizi legati ai trasporti e tanti i disagi che i pendolari di comuni come Santa Venerina e Zafferana Etnea sono costretti a vivere. In che modo migliorare? Cosa fare per offrire ai cittadini un servizio più efficiente? Gli studenti coinvolti in redazione dall’Alternanza Scuola-Lavoro hanno analizzato il problema.
Santa Venerina e Zafferana sono due comuni limitrofi della provincia di Catania, aventi rispettivamente 8.000 e 9.000 abitanti. Entrambi i comuni però non offrono la possibilità di continuare il percorso scolastico dopo la scuola secondaria di primo grado all’interno degli stessi, costringendo tutti gli adolescenti a spostarsi quotidianamente verso i comuni più vicini: ma è davvero così facile? Le piccole realtà locali risultano spesso scollegate dai comuni più popolati e che offrono più servizi.
A pagarne le conseguenze sono i più giovani e la loro socialità che è di conseguenza limitata. Gli istituti superiori di Acireale rientrano tra le strutture scolastiche verso le quali i ragazzi di questi comuni sono maggiormente orientati al fine di concludere il loro percorso di studi nel miglior modo possibile. Pertanto, a fronte di questa esigenza, gli autobus costituiscono l’alternativa più accessibile di cui i ragazzi possono usufruire. Tuttavia, a seguito delle numerose lamentele, sorge spontaneo chiedersi quanto questo mezzo di trasporto sia realmente efficiente e accessibile a tutti. Tenendo conto anche del particolare periodo storico che da due anni a questa parte siamo costretti ad affrontare.
Trasporti / Disagi e lamentele dei pendolari
Analizzando le tratte percorse da una delle principali aziende che si occupano del trasporto sul territorio, è possibile evincere che vi sono attualmente dieci tratte giornaliere che, attraverso le principali fermate, rendono possibile lo spostamento. Una corsa completa che di andata e ritorno, si attesta intorno a €3,80 per la tratta Santa Venerina-Acireale e €4,20 per la stessa tratta ma con partenza dal comune di Zafferana.
L’assenza di corse pomeridiane è tra i disagi che penalizza di più i ragazzi. L’ultimo autobus disponibile si reca ad Acireale alle 16:20 senza fornire un servizio di ritorno fino al giorno successivo. Impedendo così a chiunque volesse trascorrere la serata al di fuori dal proprio comune di farlo. Anche in seguito alle varie iniziative serali che hanno interessato il comune di Acireale, come il Carnevale, le tratte non hanno subito alcun cambiamento. Rendendo ancora una volta difficile ai giovani non dotati di mezzo proprio di condividere questa esperienza con i loro coetanei.
Trasporti / I disagi dei pendolari
Come già anticipato, un’ulteriore problematica che i cittadini lamentano è l’inesattezza nell’erogazione del servizio assicurato. I ritardi sono all’ordine del giorno e questo fa sì che i passeggeri rischino di venire meno ai propri impegni scolastici, lavorativi e personali. È forse questo sinonimo di efficienza e affidabilità? Inoltre non è cosa rara recarsi alle fermata prestabilita e trovarsi impreparati all’arrivo di eventi meteorologici avversi senza avere la possibilità di ripararsi sotto strutture adeguate. Attendendo un autobus che, nel migliore dei casi, arriverà con eccessivo ritardo.
All’interno del paese non sono inoltre presenti degli spazi usufruibili per i pendolari o per chiunque altro necessiti di beneficiare di questo servizio. Ciò comporta che chi si serve dei mezzi di trasporto sia frequentemente costretto a sostare in spazi pericolosi. Come ad esempio in strade assiduamente trafficate o in aree in condizioni critiche poco adatte alla sosta. Aspettare l’autobus in tali condizioni è poi reso ancora più complicato al verificarsi di agenti metereologici avversi. Perturbazioni che rischiano non solo di rallentare il percorso prestabilito, ma anche di mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Ai quali peraltro non è dedicato uno spazio che li preservi dai mezzi in transito e dalle precipitazioni atmosferiche.
Come si sono adattati i mezzi pubblici a seguito della pandemia?
A seguito della pandemia da Covid19 anche il settore dei mezzi di trasporto, come diversi altri relativi al campo del lavoro, si è trovato a fronteggiare una fragile e delicata situazione. Segnata da un’iniziale battuta d’arresto dovuta alle misure di confinamento che si sono susseguite nel corso di due anni di stato di emergenza. Come dimostrano i dati, a registrare un calo preoccupante sono state maggiormente le aziende private. Andando incontro, anche nel mondo dei trasporti, a conseguenze catastrofiche di cui, ancora oggi, i pendolari risentono. l tanto atteso ritorno alla normalità ha messo in luce nuove problematiche. Criticità mai riscontrate prima, che si aggiungono alle pesanti difficoltà precedentemente illustrate.
Le linee di trasporto private, al fine di poter tornare attive sul territorio, hanno infatti dovuto implementare e rispettare una serie di misure di prevenzione introdotte a livello nazionale. Non sempre però eseguite nel rispetto dell’esigenze dei cittadini. Il modo in cui le norme sono state applicate non ha condizionato solo le tratte disponibili. Che per di più non sono state ampliate a fronte di una tale necessità dettata dalla riduzione dei posti adibiti. Ma anche i criteri che i cittadini devono rispettare per poter usufruire del servizio ne hanno risentito. Per poter beneficiare dei mezzi a tutti i pendolari, a partire dall’inizio della pandemia fino alla data odierna continua ad essere richiesto l’utilizzo della mascherina FFP2 come presidio di prevenzione. Nonostante il periodo di emergenza sia giunto a termine il 31 marzo dell’anno corrente. Tuttavia né lo Stato né l’azienda forniscono loro gli strumenti necessari per la prevenzione.
Michela Foti e Claudia Patanè