Negli ultimi anni si è assistito ad una crescente lotta ai fenomeni disumani e inconcepibili di abusi, presenti purtroppo non solo nella Chiesa, ma anche in tutte le culture e società.
La Conferenza episcopale italiana ha approvato lo scorso giugno le linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, per offrire così strumenti a favore dei presbiteri e degli operatori, che hanno contatti con i più piccoli ed eventuali vittime.
Formare, prevenire e contrastare situazioni a rischio sono gli obiettivi che si è prefissata la Diocesi di Acireale, organizzando un corso per presbiteri, dirigenti scolastici ed insegnanti di religione, in collaborazione con l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Città del Fanciullo, la Fondazione Barbagallo e dall’E.A.S (Ente Attività sociali di Acireale). Due giornate che hanno visto i partecipanti coinvolti in lezioni frontali, dibattiti, riflessioni e laboratori e che hanno fornito informazioni di carattere normativo, psicologico e sociale.
La tutela dei minori ha avuto ampia legislazione a partire dagli anni ’60 ed in particolare, negli ultimi 20 anni, è aumentata l’attenzione sulla giurisdizione minorile, con pubblicazioni annuali di leggi.
Tutelare non è un impegno solo giuridico, anche se la legge è fondamentale perchè è garante dei soggetti minori, ma è anche una responsabilità storica ed etica. Tutelare infatti è custodire, osservare, rivolgere lo sguardo all’altro, collocandolo in una cornice di senso all’interno di una storia personale che dà l’identità di figlio al minore. Tutelare, quindi, è anche educare e valorizzare secondo i registri di filiazione. Essere riconosciuti figli è la condizione primaria ed originaria di tutti gli uomini che, essendo generati, hanno insito il mandato della custodia e delle regole.
Violenza e abuso, non solo a sfondo sessuale, sono esperienze fortemente traumatiche, che causano difficoltà nelle relazioni e modificano l’intensità delle emozioni, causando sofferenze e diversi tipi di disturbi.
L’abuso nasce all’interno di un rapporto distorto di fiducia che, unito a mezzi di coercizione, paura e sensi di colpa, contribuisce a incrinare fortemente la sensibilità di una persona. Seduzione e minaccia, elementi dell’abusante, che spesso è portatore anch’egli di esperienze dolorose, concorrono negativamente alla formazione del carattere ed ai comportamenti dell’abusato.
Oggi è urgente l’alleanza educativa. L’educazione non può essere un’azione solitaria. Significativo infatti è un proverbio africano: “Ci vuole un villaggio per far crescere un bambino”. Chi opera sul territorio con il compito di formare ha il dovere di coinvolgere le varie agenzie educative per creare una rete che sostenga i bambini.
Cosa segnalare? A chi segnalare eventuali abusi ? La diocesi di Acireale, con il vescovo mons. Antonino Raspanti ha avviato un lavoro di ascolto, verifica e confronto istituendo un servizio diocesano al fine di fornire informazioni, sensibilizzare gli operatori pastorali ed offrire assistenza alle possibili vittime.
Don Arturo Grasso