“Sono stati tre giorni impegnativi e intensi dai quali mi pare siamo usciti tutti arricchiti, soprattutto nella speranza di realizzare un obbiettivo comune, quello di far crescere la domanda di etica nel mondo dei media; un mondo verso il quale proviamo affetto e senso di responsabilità”. Con queste parole il presidente dell’Unione cattolica stampa italiana Andrea Melodia ha salutato (fissando già l’appuntamento per il 2012) i ragazzi che hanno partecipato alla prima Scuola di formazione Ucsi, organizzata a Fiuggi il 6, 7 e 8 maggio.
Una ventina i giovani giornalisti cattolici, tra pubblicisti e professionisti, provenienti da tutta Italia, dalla più piccola testata diocesana, così come dai quotidiani nazionali, che si sono ritrovati per dialogare, incontrarsi, formarsi. I partecipanti, iscritti all’associazione, che riunisce all’incirca 3mila giornalisti italiani, hanno avuto l’occasione di assistere al Consiglio nazionale e seguire le relazioni degli ospiti, pronti a confrontarsi con i discenti, nel comune orizzonte della fede. Il direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali mons. Domenico Pompili ha spiegato che “lo sguardo dei media deve raccontare la realtà e le sfide ad essa sottese”, invitando a “metterci la faccia, oltre che la firma, a difendere la pluralità del reale, senza strumentalizzazioni”, per essere “ermeneuti che svelano il senso nascosto della verità”.
“I media cattolici sorvegliano il confine dei valori non negoziabili”, ha sottolineato l’editorialista de “La Repubblica” Giancarlo Zizola, secondo cui il “progetto culturale del nuovo giornalismo cattolico” punta “sulla preziosità delle persone”. Si è parlato di etica, di storia del giornalismo, del rapporto tra media e minori, di cattolici e giornalismo: “Noi non siamo giornalisti cattolici, ma cattolici giornalisti, e questo non è un dettaglio – ha detto il presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) Francesco Zanotti – perché trasmettiamo un messaggio di speranza grazie a giornali pensati e che aiutano a pensare”. Entusiasti i partecipanti: Claudia, giornalista di Chiavari, ha scritto che “Mentre una primavera traboccante mi salutava dal finestrino continuavano a passarmi per la testa i volti, le parole dette e quella sana complicità che si è creata fuori e dentro al corso, ho conosciuto persone estremamente stimolanti”; Alessandro, di Roma, ha vissuto “un grande momento di speranza in vista delle nuove battaglie che, come cattolici impegnati nel mondo dell’informazione, saremo chiamati a combattere nel prossimo futuro. Per dare voce a chi non ha voce”.