È necessario un risoluto quanto convinto impegno di tutto il Parlamento italiano affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale nel Salento dove sono a rischio 11 milioni di piante di ulivo. È quanto propone in un articolo “Cronache di gusto”, noto giornale on-line italiano di gastronomia.
Intanto si aggrava il bilancio dei danni dopo la decisione unilaterale della Francia di bloccare le importazioni di ben 102 specie vegetali, dell’ulivo alla vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e numerose piante ornamentali.
Il Ministro Maurizio Martina, che proprio ieri si è recato in Puglia, ha dichiarato: “Ho già scritto al ministro francese contestando il metodo e il merito della decisione presa che in quanto unilaterale è inopportuna e rischia di aggravare ulteriormente la situazione. L’emergenza Xylella va gestita a livello comunitario e ogni misura va presa in sede europea, in modo collegiale”.
L’Europa, secondo il piano del Commissario straordinario, prevede il finanziamento del 50% dei costi per interventi anche attuati direttamente da agricoltori e privati, ma “sul fronte della calamità naturale – dice Martina – serve una misura normativa urgente già proposta al governo, perché il Fondo di solidarietà non prevede interventi per fitopatologie, ma solo per danni causati da avversità atmosferiche. È la prima volta in Italia che questa misura si applica alla diffusione di un batterio e stiamo lavorando per una soluzione legislativa. Allo stesso tempo è importante lavorare con tutti gli strumenti disponibili, in particolare quelli del Programma di sviluppo rurale gestito dalla Regione, che ha una dotazione di oltre 220 milioni di euro finalizzata anche al finanziamento di pratiche agronomiche previste dal piano del commissario Giuseppe Silletti”.
Intanto proprio la Coldiretti denuncia l’immobilismo dell’Unione Europea che, nonostante le sollecitazioni, non è intervenuta per fermare le importazioni dai paesi extracomunitari da cui proviene la malattia e non interviene sulla decisione della Francia adottata senza tenere conto dell’approfondimento politico e scientifico in corso a livello comunitario. Una comportamento che rischia di scatenare un effetto a catena su altri Paesi ma anche una guerra commerciale senza precedenti con un Paese come la Francia che – sottolinea la Coldiretti – è un partner storico dell’Italia, con la quale ha partecipato alla nascita dell’Unione Europea.
Le pesanti ripercussioni a carico del comparto delle piante ornamentali che in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, si aggiungono – conclude la Coldiretti – a quelle sul settore olivicolo con la Puglia che è la prima regione a livello nazionale, con circa 172 mila tonnellate di olio di oliva prodotte annualmente che generano un fatturato che si aggira mediamente attorno ai 600 milioni di euro e rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura regionale.
“Stiamo lavorando da tempo alla gestione dell’emergenza e la nomina di un commissario straordinario di Protezione civile è la dimostrazione che non si sottovaluta la questione – conclude Martina -. Abbiamo messo in campo un Comitato tecnico scientifico specifico che insieme alla Regione sta monitorando e valutando l’ampiezza dell’area di diffusione del batterio. Ora la priorità non è fare previsioni, ma attuare il piano. Azioni, più che parole, con due obiettivi primari: creare una “linea tagliafuoco” a nord dell’area colpita per impedire la diffusione del batterio; e gestire al meglio la zona dove Xylella è più diffusa, salvaguardando il patrimonio olivicolo”.
E sulle eradicazioni, Martina chiarisce: “Il piano del commissario straordinario, che nasce dagli studi fatti dal Comitato scientifico, prevede una serie di azioni non più rinviabili: in particolare nella zona “cuscinetto” serve immediatamente un’operazione di aratura, fresatura e abbattimenti selettivi delle piante infette, affinché la malattia non si espanda ulteriormente. Nella zona più colpita, invece, il piano prevede potature calibrate e interventi contro i vettori responsabili della diffusione”.
C.d.G.