Gli agricoltori della Coldiretti hanno donato a Benedetto XVI un vigneto a chilometri zero che è stato piantato nella “Fattoria pontificia”, dove quest’anno sono stati anche raccolti i primi 80 chili di miele biologico ottenuto dal lavoro di mezzo milione di api negli otto alveari collocati dagli stessi agricoltori lo scorso anno. L’annuncio è stato dato il 23 settembre nel contesto della celebrazione della Giornata della salvaguardia del creato a Castel Gandolfo con migliaia di agricoltori giunti da ogni parte d’Italia per ascoltare l’Angelus del Santo Padre.
I colori della biodiversità. Il miele insieme con un cesto di grappoli di uva bianca “Trebbiano” e rossa “Cesanese di Affile” autoctono, che daranno prossimamente il “vino del Papa a chilometri zero”, fanno parte della mostra “I colori della biodiversità” organizzata il 23 settembre dalla Fondazione campagna amica di Coldiretti a Castel Gandolfo in piazza Cavallotti, in occasione della Giornata della salvaguardia del creato, con le patate viola, le melanzane rosse, le mele grigie, il cece nero e i pomodorini zebrati e tante specialità salvate dall’estinzione dalla loro opera. “È anche questo – ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – il nostro contributo per rispondere alla difficile crisi che attanaglia tutti noi. Un impegno che, da un lato, va a salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, il rispetto dell’ambiente e della biodiversità; dall’altro, garantisce ai consumatori giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti, conciliando i bisogni di consumatori e di produttori”. In Italia, informa la Coldiretti, nel secolo scorso esistevano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi sono meno di 2.000, di cui 1.500 a rischio. Un’azione di recupero si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle Botteghe di Campagna amica attivi in tutte le Regioni.
Miele biologico. Le arnie di api, provenienti dalla cooperativa La Sonnina e donate lo scorso anno al Santo Padre, fa sapere la Coldiretti, “hanno prodotto un miele biologico ‘millefiori’, nel quale si riscontra la prevalenza di fiori di castagno, ma anche degli altri fiori di alberi da frutto presenti nella fattoria che nel 1929 Pio XI ampliò destinandola all’attività agricola”. Quest’anno, però, ricorda l’associazione degli agricoltori, è crollata “del 25% la raccolta di miele in Italia per effetto dell’andamento climatico anomalo che non ha risparmiato gli ‘alveari del Papa’ e tagliato i raccolti nazionali mettendo a rischio la biodiversità nelle campagne”. “Le api, curate dai 75 mila apicoltori italiani, non sono importanti solo per la produzione di miele nel 1,1 milioni di alveari ma – sostiene la Coldiretti – offrono gratuitamente all’agricoltura italiana un servizio di impollinazione con un valore che è stato stimato in 2,5 miliardi di euro”.
Vini a km zero. La vigna appena impiantata nella Fattoria pontificia è di circa 1.000 metri quadrati e si trova in un suggestivo angolo della tenuta sotto la statua del Cristo Buon Pastore. Si tratta di vitigni di “Trebbiano” (bianco) e di “Cesanese di Affile” (rosso) autoctono che a fine estate 2013 darà vini a “km zero” di spiccata aromaticità e la cui memoria si perde negli annali della storia. E per consentire ai tecnici dell’azienda di lavorare “in casa” l’uva raccolta, la Coldiretti ha anche provveduto ad ammodernare la piccola cantina con le attrezzature necessarie e le botti di castagno e rovere per l’invecchiamento del vino.
Tradizione e modernità. Il forte collegamento esistente tra terra, cibo, cultura e valori religiosi e le opportunità che l’agricoltura offre in ordine all’accoglienza, al mondo del lavoro, alla salvaguardia del territorio, rileva la Coldiretti, hanno avuto “una particolare esaltazione” con la presenza per l’Angelus di tanti imprenditori agricoli arrivati in piazza insieme con il presidente nazionale della Coldiretti “per stringersi attorno al Papa”. La scelta di donare al Pontefice la vigna ha un preciso significato. “La vigna regalata a Benedetto XVI – sottolinea la Coldiretti – ha inteso richiamarsi alle prime parole ai fedeli pronunciate il 19 aprile 2005 da Joseph Ratzinger, appena eletto Pontefice, quando si definì ‘un umile lavoratore nella vigna del Signore’, alludendo a un’umiltà prima di tutto intellettuale che tanto spesso lo ha portato a ripetere che la scienza non può considerarsi autosufficiente, ma dovrebbe avere l’umiltà e il coraggio di aprirsi al mistero di Dio”. La vigna donata va a completare la fattoria del Papa. Nonostante sia sempre stata tenuta al passo con i tempi e dotata delle tecnologie più moderne e sofisticate, “l’azienda ha infatti conservato intatto l’aspetto del rustico antico, mostrando come sia possibile che l’ordine, la pulizia e le esigenze razionali dell’agricoltura moderna, estremamente tecnologizzata, possano sempre conciliarsi con il sapore della tradizione e con il gusto del pittoresco”. “La fattoria – conclude la Coldiretti – è dotata di una modernissima ‘pastorizzatrice’ per il latte ottenuto da 25 mucche, ospita un pollaio con 300 galline ovaiole e 60 polli da carne in produzione e dispone di frutteti, di un oliveto secolare e di serre nelle quali si coltivano le piante e i fiori che vengono utilizzati per abbellire i palazzi vaticani”.