Nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno il Santo Padre cita San Paolo per sintetizzare lo scopo del Battesimo “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti”. Nel battesimo avviene, appunto la sepoltura , la rinunzia, la purificazione e poi la risurrezione, il risveglio, la ripresa. Nel periodo quaresimale, che prepara alla Pasqua si mette in azione un cammino di studio e di riflessione perché come scrive Paolo ai Filippesi che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11).
Il Pontificio Consiglio Cor Unum , Dicastero della Santa Sede incaricato della presentazione del Messaggio per la Quaresima e diffondere la catechesi della carità e le iniziative caritative concrete del Sommo Pontefice offre spunti di riflessione sul nesso evidente tra il Battesimo e la Carità che Papa Benedetto desidera sottolineare. Durante questa Quaresima, Papa Benedetto ci propone un itinerario, una “bussola” nella quale vengono evidenziati tre elementi di particolare rilevanza, da proporre alle comunità parrocchiali, istituzioni, scuole cattoliche, università e associazioni:
1. Meditazione personali o comunitaria sui brani delle Scritture, che favoriscono l’incontro personale con Cristo, risposta ai desideri più profondi della persona umana e del mondo e la contemplazione della Parola di Dio. Una volta interiorizzato il messaggio, mettere in pratica l’insegnamento appreso e modificare il proprio modo di pensare, di sentire e di agire.
2. Tradurre la conversione spirituale al bene, al servizio, al dono, in concrete azioni di carità e di misericordia, indossando il grembiule per servire, il sorriso per donare, il cuore per pensare a chi soffre e si trova in difficoltà. Cambiare la prospettiva del cuore da una dimensione egoistica a quella dell’amore per Dio e per il prossimo nel bisogno costituisce la terapia da applicare nel cammino quaresimale
3. In terzo luogo, il Papa ci propone il periodo della Quaresima come un “percorso” o un “cammino”, un momento per far fruttificare il seme piantato con il Battesimo che, ci dice, rispecchia l’intera esistenza di ogni essere umano, vissuta tra la risurrezione di Cristo e quella di ciascuno di noi. Il riscoprire l’essere tralcio di una vite feconda, il sentire la gioia di essere in comunione con Dio dà nuova forma alla vita presente, sia a livello sociale che individuale. In questo percorso i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia saranno sostegno e alimento , capaci di produrre fresca vitalità e rinnovata generosità d’animo
Nel Battesimo abbiamo ricevuto il dono della “fede” e la promessa della “vita eterna”, in quanto il sacramento realizza tale dono rendendoci ““partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, scrive il Papa nel Suo Messaggio Quaresimale. Il termine greco “battezzare” (báptizein) sta ad indicare un’immersione o un tuffo nelle acque battesimali di quello che l’apostolo Paolo chiama “l’uomo vecchio”, ovvero di colui che vive secondo la carne (cfr Col 3,9), che esiste solo per se stesso, che si allontana con arroganza dal suo Creatore e chiude egoisticamente gli occhi davanti alle necessità del suo prossimo. Non si tratta di una mera descrizione teologica. Ciascuno di noi può facilmente capire questo “uomo vecchio” perché sperimentiamo direttamente in noi gli effetti della sua natura, riassunti nei sette peccati capitali: superbia, avarizia, invidia, ira, lussuria, gola, accidia.
Ed è proprio nel Battesimo che avviene “l’incontro con Cristo”, scrive Benedetto XVI nel Suo Messaggio, che lava il peccato originale ereditato dai nostri progenitori, nonché tutti i peccati che ne conseguono, e ci conferisce una nuova natura, consentendoci di vivere “gli stessi sentimenti di Cristo”. Questa “nuova creatura” vive secondo il sentire di Cristo, mediante la “vita eterna” che riceve già adesso nello Spirito Santo. I frutti dello spirito di Dio che abita in noi vengono elencati dallo stesso San Paolo e sono: l’amore,la gioia, la pace,la pazienza, la benevolenza , la bontà e poi ancora la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé (Gal 5,22).
In fondo al cuore di ciascuno – battezzato o no – vi è il desiderio di ricevere e vivere secondo tali frutti. Soltanto il possesso di questa vita offre rimedio duraturo a qualunque sofferenza, sia essa personale o universale. Seguendo le indicazioni della “bussola” il cammino sarà più spedito e sicuro. Maggiore sarà la certezza di raggiungere la tappa del viaggio esistenziale, che scandisce il tempo e si innesta nella storia.
Giuseppe Adernò