“Occorre modificare pregiudizi sbagliati che l’Europa e il mondo hanno sull’Italia. Sappiamo che sono sbagliati ma dobbiamo convincere anche loro”. Forse in questo passaggio sta il senso profondo del ragionamento che il presidente del Consiglio ha svolto nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. Il governo è investito di un compito preciso e intende svolgerlo con scrupolo, puntiglio e competenza. Monti lo ha onestamente ribadito con serena consapevolezza, citando le parole del “Washington Post”, che qualche giorno fa ha sottolineato come la stabilità dell’Italia rappresenti un elemento cruciale per la salute dell’euro, che a sua volta è un elemento cruciale per la tenuta del quadro dell’economia globale. Di qui un preciso senso di responsabilità e gli impegni che ne conseguono.
L’impressione, comunque, è che la situazione abbia raggiunto una certa stabilità nel decisivo capitolo della messa in sicurezza dei fondamentali e della conseguente rassicurazione dei mercati. Certo è un impegno che non si può considerare concluso e reclama un intervento costante: è dunque necessario continuare con vigilanza attiva e non è un caso che il presidente del Consiglio non abbia escluso interventi sullo stock del debito, da attuare in modo meditato, così da agire in senso strutturale.
Da qui, come è emerso anche in conferenza stampa, si dipartono due altri temi. Il primo è l’altra parte essenziale del programma di governo, il secondo ne esula, ma non è meno rilevante.
Monti ha confermato che il governo aprirà la cosiddetta fase due, cioè i provvedimenti per la crescita. Si tratta ovviamente di un passaggio necessario, tanto più alla luce dei salassi già richiesti alla generalità dei cittadini e a quelli in prospettiva immediata che conseguiranno, con altri generalizzati rincari. Non è certo facile mettere in cantiere una manovra equa e propulsiva per smantellare privilegi e liberare energie positive, assicurando la necessaria tutela, ma non è meno necessaria che la messa in sicurezza dei conti.
L’altro grande capitolo di azione politica è quello delle riforme. Argutamente il professor Monti ha augurato ai partiti di “lavorare bene nel prossimo anno e soprattutto di trovare delle vie d’uscita positive per il Paese per quanto riguarda le riforme istituzionali che darebbero grande respiro all’Italia”, aggiungendo che esse “sono complementari al lavoro più modesto che noi cerchiamo di fare”.
Un po’ smarriti e un po’ salassati, ma anche disponibili ad avere rinnovata fiducia nel futuro, gli italiani stanno reagendo in questi giorni di festa riscoprendo una certa sobrietà e il senso profondo delle cose. E cominciano a percepire i contorni di una nuova stagione d’impegno. Compito delle istituzioni e della politica a tutti i livelli è creare le condizioni per sviluppare e consolidare le prospettive nuove che dalla crisi cominciano a intravedersi, sia pure tra mille difficoltà e contraddizioni.
SIR