Il tre ottobre, nella sala Cristoforo Cosentini della biblioteca e pinacoteca “Zelantea” di Acireale, è stato inaugurato l’anno accademico dell’ Università popolare “Giuseppe Cristaldi”. Per l’occasione, si è tenuta una conferenza su un tema molto attuale: l’Intelligenza artificiale.
“Se i nuovi sviluppi tecnologici, da un lato riescono a supportare l’uomo, dall’altro, si corre il rischio, che una macchina possa sostituirlo. L’Intelligenza artificiale – ha dichiarato il presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei dafnici Michelangelo Patanè – può essere utile in molti aspetti: per esempio nel campo della medicina, dove, può migliorare la diagnosi.
In sostanza l’Intelligenza artificiale è capace di prendere decisioni informate; però questo non deve significare restringere il campo d’azione dell’uomo. Questa nuova forma di intelligenza può costituire uno sprone per combattere la stupidità umana”.
“Quest’anno l’Università popolare compie ventisette anni. In tutto contiamo duecento iscritti, e cinquanta corsi che vanno dalla letteratura all’arte, dalla musica alle lingue straniere. Vorrei formulare i miei saluti al presidente dell’università il prof. Angelo Pagano, che oggi non ha potuto essere presente. L’università è stata chiamata “popolare”, perché vi si possono iscrivere tutti; la sete di cultura non conosce età”. Con queste parole, la vicepresidente dell’università popolare Lella Costa ha inaugurato, de facto, l’anno accademico.
Università popolare Cristaldi, un convegno sull’IA
“Si fa tanta confusione, penso, a parlare di Intelligenza artificiale. Innanzitutto l’Intelligenza artificiale ha tante applicazioni: nella biologia computazionale, nella medicina, nell’ingegneria. Essa racchiude in sé tante discipline. L’obiettivo della tecnologia è minimizzare lo sforzo e massimizzare il guadagno, esempio classico: Google maps.
Pensare è usare il cervello per considerare un’idea, o risolvere un problema; una macchina deve comprendere, apprendere e agire in modo razionale. L’Intelligenza artificiale è proprio questo: prendere decisioni efficienti rispetto all’obiettivo fissato. Essa la si troverà nella guida automatica; ma già adesso, in medicina, si iniziano, grazie ad essa, a comprendere l’alterazione dei geni e delle proteine nei tumori” – ha affermato il professore di Intelligenza artificiale Mario Pavone.
“Vorrei iniziare con una frase di Rilke: viviamo insieme il tempo delle domande– ha detto nel suo intervento don Vittorio Rocca, professore di Teologia. L’uomo si è sempre affidato ad un artefatto tecnologico. Adesso con la tecnica e l’algoritmo, che hanno raggiunto un tale grado di perfezione e di autonomia, si deve capire quale relazione hanno con l’uomo.
Si può avere intelligenza senza coscienza? A proposito del tema di cui abbiamo discusso, si è coniata la parola algoretica; l’uomo è un’entità etica perché intelligente.
Chissà se anche l’intelligenza artificiale non svilupperà o non ha già sviluppato una coscienza?”
Giosuè Consoli