L’ Università Popolare Giuseppe Cristaldi di Acireale prosegue la sua attività all’ insegna dell’agire sociale. Nonostante le difficoltà che il mondo del volontario incontra attualmente, l’associazione acese si impegna a favore di politiche sociali e culturali improntate alla formazione continua e alla promozione della cultura.
Nell’ ambito sociosanitario l’ UPGC ha organizzato il convegno dal titolo “Ictus cerebrale ischemico nel 2024 prevenzione e terapia”.
Cos’è l’ ictus
L’ictus (dal latino “colpo”), conosciuto anche come apoplessia, ischemia cerebrale, colpo apoplettico, accidente o insulto cerebrovascolare, attacco cerebrale, o, dall’inglese, stroke, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule. Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico (ischemia cerebrale), dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento o emorragia cerebrale, l’uno può anche seguire l’altro. Entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente. La diagnosi viene generalmente formulata attraverso l’esame clinico. Il trattamento richiede cure d’emergenza nei quali il fattore tempo è determinante. La prevenzione comprende un tentativo di prevenzione dei fattori di rischio e/o l’assunzione di farmaci specifici.
L’incidenza dell’ictus secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità
In Italia l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, è responsabile del 9-10% di tutti i decessi e rappresenta la prima causa di invalidità.
Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità. E di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza.
L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade. Il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%).
L’evento
Nel contesto dell’ evento si sono esplorate diverse aree tematiche, dall’ epidemiologia alla patogenesi dell’ictus, dalla prevenzione alla gestione, dalle innovazioni in campo farmacologico alla ricerca, per approdare al ruolo determinante dell’ approccio interdisciplinare.
La dottoressa Giovanna Alagona, dirigente medico di 1 livello di Medicina Fisica e Riabilitazione presso Asp3 Catania, è stata la relatrice dell’ incontro. Con chiarezza ha esaminato le ultime ricerche e le scoperte sull’eziologia dell’ictus. Ha presentato le moderne tecniche di emodinamica, ha condiviso le ultime scoperte nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie di prevenzione e cura. Ha trattato una serie di aspetti specifici legati al trattamento dell’ictus in fase acuta, ad alcune particolari comorbilità e alle complicanze della fase post-acuta.
L’incontro ha fornito elementi utili e informazioni imprescindibili per un riconoscimento precoce della sintomatologia legata al rischio cerebrovascolare, delineando strategie di prevenzione delle complicanze. Ed evidenziando anche l’importanza di un intervento tempestivo per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da una così grave patologia cerebrale.
Nel corso dell’incontro, presentato dalla dottoressa Lella Costa e moderato dal dottore Enzo Caruso, si è potuto apprendere come i percorsi terapeutici multidisciplinari, nell’ambito delle Reti Hub e Spoke, facilitino l’accesso dei pazienti alla terapia endovascolare, ottenendo rilevanti risultati in pazienti con fibrinolisi endovenosa e/o trombectomia. In ambito dell’ attività pratica sono stati analizzati gli step del percorso intra- ed inter-ospedaliero, il ruolo dello Stroke Team e della Stroke Unit.
Il convegno, concepito come momento di sensibilizzazione e divulgazione, ha garantito un’ informazione utile, affidabile e qualificata.
L’iniziativa è stata rilevante e particolarmente apprezzata dai presenti, sia per gli argomenti trattati che per l’efficacia delle strategie comunicative e informative, le quali sicuramente hanno determinato un aumento del grado di consapevolezza, perché si sa “ la buona informazione è la migliore medicina”.
Rita Vinciguerra