Usa e Russia / Gli interessi nell’Est, oltre l’Ucraina

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Russia Ucraina

Negli ultimi mesi, in Europa uno dei temi più scottanti si è evoluto attorno alle criticità emerse sul versante Est. Usa e Russia, da sempre, agiscono e curano interessi convergenti nell’area: l’Ucraina ne è diventata il terreno di scontro più esemplificativo. Purtroppo, sono pochi i momenti in cui si prova a parlare proprio degli interessi in questione. Proviamo a riassumerne insieme i punti fondamentali.

Usa e Russia / La situazione attuale oltre l’Ucraina

Il 15 dicembre, il Ministero degli Esteri Russo ha pubblicato sul proprio portale due documenti di proposta indirizzati a Washington. Con i nomi di Trattato tra Stati Uniti e Federazione Russa sulle garanzie di sicurezza e Accordo su misure per garantire la sicurezza della Federazione Russa e degli Stati membri della Nato, i punti fondamentali si collegano ad una modifica degli equilibri strettamente militari della zona EstEuropea. Più nello specifico, si richiede di escludere un’ulteriore espansione a Est dell’Alleanza, escludendo l’adesione di ex Repubbliche sovietiche come l’Ucraina. Il ritiro di missili a raggio intermedio in zone da cui potrebbero colpire le parti. Ed agli Usa propone la dismessa di tutte le infrastrutture esistenti per il posizionamento di armi nucleari fuori dai rispettivi confini.

Biden Putin Ucraina

In risposta, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato come l’alleanza sia disponibile al dialogo con Mosca. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, invece ribadisce come gli accordi tra le parti dovranno essere discussi e sanciti tra tutte quelle coinvolte, non imposti da una sola.

Usa e Russia / Una Premessa

Tale stato dei rapporti tra le parti menzionate è diretta conseguenza di un concatenamento di eventi. In parte recenti, in parte anche frutto di anni di “gestazione”. Tralasciando la nota rivalità naturale sviluppatasi nel corso dello scorso secolo, Usa e Russia hanno infatti negli ultimi 25 anni continuato ad espandere la loro influenza più o meno indirettamente ai danni dell’altra, in una sorta di continuazione della Guerra Fredda di scala tutt’altro che ridotta e modificatasi solo parzialmente nei modi.

Il tutto, naturalmente, al solo scopo di poter mantenere uno status di egemonia costante ed il meno vulnerabile possibile, assicurandosi i favori di quella o l’altra classe politica, di specifici paesi strategici per la loro posizione geografica o risorsa chiave. Ed a scapito delle popolazioni locali, s’intende. In tal senso, nessuno ha mai risparmiato i propri colpi ed ha usato mezzi affini e comparabili in tal senso, tra leciti e, per usare un eufemismo, meno leciti. Un esempio tra tutti è il dispiegamento di forze più o meno irregolari e privatizzate dove possibile, per evitare possibili cavilli in materia di leggi internazionali.

Usa e Russia / Gli interessi nell’Est: Ucraina e non solo

Anche nell’Est Europa tale realtà è traducibile in un’ingarbugliata matassa, piena di fronti più o meno ignorati o mal discussi nella sfera del discorso pubblico. Le dichiarazioni del 15 dicembre, rese pubbliche due giorni dopo, sono emerse in relazione ai più recenti risvolti geopolitici sul fronte ucraino, che ad oggi polarizza l’attenzione. Come abbiamo già trattato sulle nostre pagine, questo vede in prima battuta lo scontro tra il governo ucraino ed i separatisti filorussi della suddetta regione del Donbass. In seconda, lo scontro tra gli equilibri voluti dalla NATO e dalla Federazione Russa.

Principalmente la matrice geopolitica di tale scontro è da ricondurre a dueSoldati Russia Ucraina fattori: uno squisitamente politico, l’altro esclusivamente economico. L’espansione e la conservazione delle rispettive sfere d’influenza, come già detto prima, non sono un mistero. Perseguire questa linea di condotta ha reso particolarmente calda l’intera area, che in precedenza era costituita da numerose repubbliche dell’Ex Unione Sovietica. Intrapresa la costituzione di giovani democrazie, buona parte delle classi politiche locali erano inizialmente restie a favorire un reale cambio di rotta.

Anche dopo il 1989, la vicinanza di queste al mondo russo, per interesse, convinto sostegno o anche solo “scuola di pensiero” determinava in alcuni casi uno spiacevole conflitto interno. Se inizialmente tale fattore giovava ad un allineamento delle entità “filorusso”, nel tempo i paesi dell’ex blocco comunista si sono avviati verso il benessere generato dall’adesione a sistemi economici di stampo occidentale.

Usa e Russia / L’Ucraina e gli interessi politici nell’Est

Tale fattore portò quindi sempre più paesi nell’Est a cercare una garanzia nella NATO, cui facevano richiesta di adesione. Squisitamente filoamericana, considerabile un’eredità della guerra fredda, l’Alleanza NordAtlantica di inizio secolo perseguiva allora una linea espansionista aggressiva. Nonostante le relazioni pacifiche volute dalle amministrazioni Bush con la Russia, infatti, le relazioni NATO furono di stampo diametralmente opposte. O comunque, si rivelarono totalmente avverse rispetto all’interesse russo.

La Federazione, perseguendo una certa continuità di dottrina con il proprio passato, cercava di mantenere una certa influenza nei paesi esteuropei, favorendo la creazione di una “zona cuscinetto” con le forze NATO ed una certa linea di favore nelle relazioni private. Le espansioni registrate però tra il 1999 ed il 2004 portarono però il confine tra la NATO ed il territorio russo a diventare sempre più labile, alterando i rapporti.

Ma le vere complicazioni sorgono nel 2008, al Vertice NATO di Bucarest. In quell’occasione, l’allora presidente americano Gorge W. Bush dichiarò l’intenzione di tendere una mano alle due ex repubbliche sovietiche di Georgia e Ucraina, favorendo la loro adesione alla Nato. Nonostante il disaccordo di buona parte dei membri, gli Stati uniti ripiegarono sulla ‘politica della porta aperta’. Avanzò la promessa che prima o poi i due stati sarebbero entrati nell’Alleanza, senza tuttavia specificare come e quando.

Putin Russia Bush USA

Considerato come uno degli ultimi colpi di coda dell’era Bush, molti rimasero confusi da quel cambio di rotta. Innanzitutto, i paesi membri europei. Tutti sapevano che anche solo provare ad allargare tacitamente l’Alleanza in direzione Est avrebbe provocato una qualche reazione. Figurarsi quindi una manifestazione diretta di tale volontà. Che inoltre, si sapeva fin dall’inizio proprio per la presenza della potenza russa, non sarebbe stata mai praticabile.

Usa e Russia / Gli interessi economici russi nell’Est

Un’intera regione rimase “in attesa” e le relazioni tra le due potenze ne risultarono danneggiate. Le seguenti amministrazioni americane non riuscirono mai a sganciarsi da quanto successo nel 2008. Né mai hanno voluto, effettivamente.

Da allora più di dieci anni sono passati, e la situazione si è aggravata parecchio, non solo per l’Ucraina, ma per l’intera Europa. La questione Crimea, il conflitto nel Donbass mai concluso, e le recenti crisi energetiche hanno permesso al Cremlino di esercitare sempre più pressione. Come abbiamo recentemente discusso in un altro articolo dedicato ai nodi cruciali del gasdotto, è infatti la Russia ad esportare verso l’Occidente buona parte del gas che noi europei usiamo. E l’Ucraina, finora strategica per il passaggio dei suoi gasdotti, potrebbe ritrovarsi dall’apertura del Nord Stream 2 in serio pericolo.

Usa e Russia / Gli interessi economici americani nell’Est

Le pretese del Cremlino, come riportato dall’agenzia Reuters, rimandano inequivocabilmente alla volontà di mantenere la presa sull’area tenendo lontana la NATO e quindi gli USA. Allo stesso modo, non sembra che questi cederanno facilmente a tali proposte. E non solo perché ciò significherebbe un “secondo Afghanistan” per l’amministrazione Biden, almeno simbolicamente.

Numerosi infatti sono stati gli sforzi americani, che da anni cercano di “potenziare” direttamente tramite l’elargizione di fondi destinati tanto alla difesa quanto allo sviluppo civile ucraino, incentivando l’indipendenza energetica dal Gas russo e la capacita di difendersi da eventuali minacce. Dal 2014 sono ben 2,4 i miliardi investiti, e le passate disavventure politiche interne quali l’UcrainaGate di Trump altro non fa che rimarcare quanto legati siano gli USA alla stessa Ucraina.

Sebbene proporzionalmente possano relativamente “sembrare pochi” in materia di sostegni, tale flusso si ricollega anche ad altri progetti nell’area che da sempre gli USA tengono d’occhio. L’esportazione di Gas Liquefatto, sebbene palesemente penalizzato, rimane uno degli strumenti in mano statunitense per cercare di pesare sulla zona. Si parla del progetto Alexandropulis e della Via Carpatia.

Mappa Ovest Ucraina Uno si volge a creare una rete GNL assieme al progetto Revithousa, che possa rifornire l’intera area balcanica, sottraendola alla Gazprom. L’altra punta ad un ammodernamento infrastrutturale sicuro che possa collegare la Grecia alla Lituania. In entrambi i casi, parliamo di somme considerevoli investite da parte statunitense. Ed il rientro dell’Ucraina in orbita russa potrebbe solo mettere a repentaglio la conclusione di tali progetti.

Usa e Russia / Gli interessi nell’Est, oltre l’Ucraina

Attualmente, possiamo dire che la situazione sia ancora in alto mare. Nessuna delle parti sembra voler cedere nelle trattative per evitare un escalation, ed apparentemente a ragion veduta. L’Unione Europea è stata anche stavolta, almeno per ora, bypassata da entrambe le potenze, che dalle scorsi meeting tra i rispettivi presidenti non sembrano darle più importanza nella questione. Certo è che dovesse la questione prendere una brutta piega, sarà proprio l’Europa a dover pagare un prezzo, in molteplici fronti.

In Europa, la paura non è quello di uno scontro vero e proprio. Troppe sembrano essere le implicazioni di uno su larga scala. L’interesse riguarda piuttosto una perdita di rappresentatività nell’area e delle possibili ritorsioni sul fronte energetico. E mentre soppesiamo le possibili perdite minori che potremmo subire in occidente, ad Est la paura di dover passare il nuovo anno al freddo si è già fatto strada tra le case ucraine, e nessuno si sente più al sicuro da tempo.

Andrea Chiantello