Continua il reading filosofico – letterario “A colloquio con gli antichi” organizzato dalla Pro Loco di Valverde nell’ambito del progetto ministeriale “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e finanziato dal Ministero della gioventù e del servizio civile nazionale.
Si è tenuto nella sala “Giuseppe Fava” della biblioteca comunale di Valverde l’incontro su Lucrezio, poeta e filosofo romano, seguace dell’epicureismo.
Gli incontri sono tenuti dal prof. Rocco Schembra, docente di latino e greco al liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale, di letteratura patristica nella facoltà Teologica di Sicilia allo Studio S. Paolo di Catania, e presidente dell’Aicc (Associazione italiana cultura classica), sede di Acireale – accompagnato dal giovane chitarrista Mario Presti. L’obiettivo è quello di promuovere cultura offrendo a specialisti e non solo l’opportunità di approfondire le conoscenze del pensiero di alcuni grandi classici greci e latini.
Durante il secondo incontro si è affrontato Lucrezio e ci si è soffermati su alcuni aspetti del suo pensiero a partire dalla lettura di frammenti del “De rerum natura”, poema didascalico composto da sei libri raggruppati in tre diadi.
Il poema comincia con l’inno a Venere, dea intesa dall’autore come allegoria della natura, che simboleggia l’arrivo della primavera. Si è passati poi alla lettura dell’elogio ad Epicuro, il quale pensava che la religione schiacciasse gli uomini e li spingesse verso il basso. La religione è causa di situazioni empie perché comporta dei sacrifici umani.
In seguito si è trattato del tema del piacere, posto al centro della filosofia epicurea, e suddiviso in cinetico e catastematico, affrontato il concetto di animus, per Lucrezio la sede dell’animus è il cuore, qui si agitano ansie, paure, gioie, e quello di parenclisi che Lucrezio traduce in clinamen. Lucrezio è ricordato soprattutto per la fisica dell’epicureismo secondo la quale materia è fatta di atomi, la vita è aggregazione di atomi e la morte è la disgregazione. Altro tema affrontato quello dell’amore: l’autore distingue impulso sessuale, amore e matrimonio. L’incontro si è concluso con la lettura dell’ultima parte del poema, cioè con la descrizione della peste di Atene del 430 a.C e della sintomatologia di chi soffriva questo male. Sul finale dell’opera, alcuni studiosi ritengono che sia rimasta incompiuta, secondo altri, se all’inizio si descrive una natura pacifica mediante la figura di Venere, nell’ultimo libro si parla di una natura malata, risultato di una ricerca sbagliata del piacere da parte degli uomini.
L’incontro si è rivelato molto interessante ed ha suscitato un dibattito tra i partecipanti; presenti anche il parroco del Santuario di Valverde, p. Nei, e il sindaco D’Agata.
Prossimo appuntamento l’8 aprile, alle 19, con il pensiero di Marco Aurelio, filosofo romano.
Graziella De Maria